martedì 1 aprile 2008

Visita all'orto botanico


Giorni fa ho proposto alla classe 2D una visita all'orto botanico della città per approfondire il programma di sistematica, con una capatina anche al museo di scienze naturali.

I ragazzi, che quando vogliono riescono ad essere splendidi, hanno accettato con entusiasmo e la visita è stata programmata per oggi pomeriggio.

Nella programmazione delle mie attività c'è sempre qualche inconveniente dell'ultimo minuto, fatto apposta per creare scompiglio.
Oggi l'inconveniente è stata la chiamata del dentista al quale si era liberato uno spazio, proprio alle 15, per continuare la riparazione delle carie di Angela.

Niente di particolarmente grave: partenza alle 14.30, deposito Angela dal dentista, salita in città alta dove ha sede l'orto botanico.
Se non che, la solerte amministrazione ha deciso di disseminare di divieti di accesso tutte le stradine e le scorciatoie che normalmente utilizzavo ai tempi del mio insegnamento al Sarpi (situato proprio in città alta).
Risultato: su e giù per il colle, come una trottola, bloccata ovunque dalle zone ZTL.
Per il mio innato rispetto per la legalità, la valutazione di ignorare il divieto è durata solo 20 secondi nella mente, scacciata dalla speranza che i ragazzi mi aspettassero nonostante il ritardo. (per fortuna data l'informazione successiva che per tutte queste vie d'accesso sono piazzate telecamere atte a cogliere in fallo gli indisciplinati).

E i ragazzi sono stati così squisiti da non segnalare nemmeno il mio ritardo, a differenza di quanto faccio io tutte le mattine se entrano in classe anche solo trenta secondi dopo il suono della campanella.

Salita estenuante (i 141 gradini mi sono sembrati 1410) e arrivo.

Non ci sono parole per descrivere l'appagamento che deriva da questa visita.

Sarà stata la giornata particolarmente mite e soleggiata, sarà stata la fioritura incipiente di tante bulbose primaverili, saranno state le quiete acque dei piccoli stagni, delle vasche e dei ruscelletti ma veramente avrei potuto sedermi su una panchina, leggere o guardare il panorama e passarvi l'intero pomeriggio.

Anche le poche parole scambiate con il direttore, dott. Rinaldi, in ricordo dei tempi in cui avevamo lavorato insieme per sistemare l'erbario storico del Sarpi sono servite ad aprire una parentesi di calma nel mio caos quotidiano.

Nel frattempo gli studenti gironzolavano chissà se cogliendo pure loro l'atmosfera fatata del luogo (mah..)

La visita successiva alle sale del Museo Caffi pure ha avuto un certo successo, in particolare le sezioni del museo interattive: riconoscere le pellicce dei diversi mammiferi o il canto degli uccelli, disegnare sui fogli messi a disposizione li ha riportati di colpo all'infanzia (ammesso che se ne siano allontanati veramente)

Nel complesso, come di solito avviene, la mia valutazione del pomeriggio è stata positiva.

Così, salutati i ragazzi, sono ritornata a recuperare la figlia ancora abbandonata dal dentista.

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