mercoledì 30 novembre 2011

Sistema nervoso


Poichè ci piacciono le sfide, iniziamo la sezione di anatomia-fisiologia dal sistema nervoso


Titubanti nell'intrico dei neuroni
Facile la descrizione della morfologia cellulare
Facile anche l'inversione del potenziale che accompagna il correre dell'impulso nervoso
Un po' più complicato il succedersi delle aperture-chiusure di proteine di membrana, periodo refrattario, variazioni di concentrazione ionica
Facile associare la sensazione del dolore al danno fisiologico, vederlo come primo campanello di allarme
Un po' più complicato collegare la puntura di uno spilo sulla mano alla registrazione cerebrale
Facile spiegare il funzionamento degli anestetici con i meccanismi d' azione dei mediatori sinaptici

Arduo o forse impossibile parlare del dolore profondo, dell'angoscia che assale, dello smarrimento, del mal di vivere
Cercare la danza delle molecole e interferire


La risposta dei poeti è arrivata da tempo

SOFFERENZA

Il tuo dolore è lo spezzarsi del guscio

che racchiude la tua capacità di comprendere.
E se potessi mantenere il cuore
sospeso in costante stupore
ai quotidiani miracoli della vita,
il dolore non ti sembrerebbe
meno meraviglioso della gioia;
e accetteresti le stagioni del tuo cuore,
come hai sempre accettato
le stagioni che passano sui tuoi campi.
K Gibran "Il Profeta"






domenica 27 novembre 2011

Au gibet noir, manchot aimable,
Dansent, dansent les paladins,
Les maigres paladins du diable,
Les squelettes de Saladins.
Messire Belzébuth tire par la cravate
Ses petits pantins noirs grimaçant sur le ciel,
Et, leur claquant au front un revers de savate,
Les fait danser, danser aux sons d'un vieux Noël !
Et les pantins choqués enlacent leurs bras grêles :
Comme des orgues noirs, les poitrines à jour
Que serraient autrefois les gentes damoiselles,
Se heurtent longuement dans un hideux amour.
Hurrah ! les gais danseurs qui n'avez plus de panse !
On peut cabrioler, les tréteaux sont si longs !
Hop ! qu'on ne cache plus si c'est bataille ou danse !
Belzébuth enragé racle ses violons !
O durs talons, jamais on n'use sa sandale !
Presque tous ont quitté la chemise de peau ;
Le reste est peu gênant et se voit sans scandale.
Sur les crânes, la neige applique un blanc chapeau :
Le corbeau fait panache à ces têtes fêlées,
Un morceau de chair tremble à leur maigre menton :
On dirait, tournoyant dans les sombres mêlées,
Des preux, raides, heurtant armures de carton.
Hurrah ! la bise siffle au grand bal des squelettes !
Le gibet noir mugit comme un orgue de fer !
Les loups vont répondant des forêts violettes :
À l'horizon, le ciel est d'un rouge d'enfer...
Holà, secouez-moi ces capitans funèbres
Qui défilent, sournois, de leurs gros doigts cassés
Un chapelet d'amour sur leurs pâles vertèbres :
Ce n'est pas un moustier ici, les trépassés !
Oh ! voilà qu'au milieu de la danse macabre
Bondit dans le ciel rouge un grand squelette fou
Emporté par l'élan, comme un cheval se cabre :
Et, se sentant encor la corde raide au cou,
Crispe ses petits doigts sur son fémur qui craque
Avec des cris pareils à des ricanements,
Et, comme un baladin rentre dans la baraque,
Rebondit dans le bal au chant des ossements.
Au gibet noir, manchot aimable,
Dansent, dansent les paladins,
Les maigres paladins du diable,
Les squelettes de Saladins. 
RIMBAUD



E lui rispose dicendo:
La vostra anima è sovente un campo di battaglia
 dove giudizio e ragione muovono guerra all’avidità e alla passione.
Potessi io essere il pacificatore dell’anima vostra,
che converte rivalità e discordia in unione e armonia.
Ma come potrò, se non sarete voi stessi i pacificatori,
anzi gli amanti di ogni vostro elemento?

La ragione e la passione sono il timone e la vela
di quel navigante che è l’anima vostra.
Se il timone e la vela si spezzano,
non potete far altro che, sbandati, andare alla deriva,
o arrestarvi nel mezzo del mare.
Poiché se la ragione domina da sola, è una forza che imprigiona,
e la passione è una fiamma che, incustodita,
brucia fino alla sua distruzione.
Perciò la vostra anima innalzi la ragione fino alla passione più alta,
affinché essa canti,
E con la ragione diriga la passione,
affinché questa viva in quotidiana resurrezione,
e come la fenice sorga dalle proprie ceneri.

Vorrei che avidità e giudizio fossero per voi
come graditi ospiti nella vostra casa.
Certo non onorereste più l’uno dell’altro,
perché se hai maggiori attenzioni per uno perdi la fiducia di entrambi.
Quando sui colli sedete alla fresca ombra dei pallidi pioppi,
condividendo la pace e la serenità dei campi e dei prati lontani,
allora vi sussurri il cuore:
"Nella ragione riposa Dio".
E quando infuria la tempesta e il vento implacabile scuote la foresta,
e lampi e tuoni proclamano la maestà del cielo,
allora dite nel cuore con riverente trepidazione:
"Nella passione agisce Dio".
E poiché siete un soffio nella sfera di Dio e una foglia nella sua foresta,
voi pure riposerete nella ragione e agirete nella passione.

GIBRAN

mercoledì 23 novembre 2011

Fasi lunari

Ormai non succede più solo a scuola ma anche a casa quando le lezioni vengono praparate.

Argomento: la luna, caratteristiche, movimenti e conseguenze

Ciclo di Saros e ciclo aureo.

Parte la ricerca del perchè quel termine

Aggiornamento forzato che sarà presto dimenticato relativo alla sezione aurea con collegamento inesistente

Lettura di porzioni di testi antichi. Non è cambiato poi molto nella descrizione della topografia celeste

Un riferimento
Dal Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri giorni di Gaetano Moroni. Venezia, Tipografia Emiliana 1840-1861

"Numero aureo o ciclo lunare, chiamato da'  Greci Enneade casteride, è un periodo di anni, che si conta progressivamente fino a diciannove, dopo il quale i novilunii e i plenilunii cadono nello stesso giorno del mese.Si chiama anche ciclo di Metone ateniuese, o spartano, dal suo inventore che lo surrogò all'inesatto Periodo Saro de' Caldei, quasi 446 anni innanzi l'era cristiana. I Greci poco istruiti nell'astronomia, applaudirono tanto a questa scoperta, che ordinaronodoversi affiggere il calcolo ne' pubblici luoghi in lettere d'oro"


Non ho tempo di verificare l'azzardo però la spiegazione mi piace

domenica 20 novembre 2011

Letargo

Capitava a volte di incontrarlo
Sentivi rovistare tra i croccantini del gatto
Un gatto che da sotto il naso si lascia tranquillamente rubare il cibo dai merli, forse timoroso per quei becchi acuminati, non interrompe certo la cena di tale commensale, ben più ostico da affrontare
Al tuo arrivo scappava veloce e per un po' di tempo si interrompevano gli incontri

Nei dintorni ce ne devono essere altri
Una sera, sul tardi, mio figlio ne ha visti due fronteggiarsi, gli aculei sollevati, minacciosi, fermi uno davanti all'altro a sfidarsi per contendersi il territorio

Sistemando il giardino, spostate un po' di foglie sotto la siepe, lo ritrovi, inaspettato.
Gli aculei si sollevano al ritmo regolare del sonno
Viste le temperature in picchiata potrebbe aver già cominciato il letargo

Rimetto le foglie a coprirlo


Ritornerà a trotterellare in primavera

venerdì 18 novembre 2011

Serra


Come l'anno passato sono arrivate.

Entri a scuola e te ne accorgi subito.
Ovunque ci sia uno spazio libero, a volte anche in classe

Il nostro giardino botanico non ha una serra sufficientemente grande per accoglierle, appena appena ci stanno a svernare le piante grasse
Tutte le altre destinate ad una fine ben miseranda se asili provvisori sparsi sul territorio non se ne facessero carico
Il nostro Istituto uno di questi

Così in sala professori troneggia una coffea arabica, un'acacia maestosa e un ficus gigantesco stanno nell'atrio davanti al bar, entrando in auditorium si incontra un oleandro giallo del sudamerica, in classe due banani,  numerose altre piante col loro bel cartellino in mostra sbucano in ogni angolo

La maggior parte è in ottimo stato e spero lo restino fino a primavera, grazie anche alla buona volontà dei nostri bidelli che pure i vegetali devono adesso curare

L'altro giorno stavano procedendo all'abbellimento del tutto: sono state acquistate tante piccole viole del pensiero e con quelle coprivano la superficie libera dei vasi
Ho chiesto se il personale dell'orto botanico fosse stato informato dell'operazione in atto
"Non abbiamo idea. Ci dicono di fare e noi eseguiamo"
Speriamo bene

Anche per la tossicità di alcune delle piante presenti dovrebbero essere messi opportuni avvisi.
Non si sa mai che qualche studente si metta a trafficare con le foglie
Ma mettere cartelli procurerebbe allarme
Dopo tutto chi mette cartelli di quel tipo vicino ai nostri oleandri?
Speriamo bene anche in questo caso

Ultima speranza: mi piacerebbe veder fiorire a primavera la pianta del caffè




Briciole

Sempre è commovente il tramonto
per indigente o sgargiante che sia,

ma più commovente ancora
è quel brillìo disperato e finale

che arrugginisce la pianura
quando il sole ultimo si è sprofondato.

Ci duole sostenere quella luce tesa e diversa,
quella allucinazione che impone allo spazio

l'unanime paura dell'ombra
e che cessa di colpo

quando notiamo la sua falsità,

come cessano i sogni
quando sappiamo di sognare.


J.L.Borges "Fervor de Buenos Aires "
 
 
Quando l'amore vi chiama,
seguitelo.

Anche se le sue vie sono
dure e scoscese.

E quando le sue ali vi avvolgeranno,
affidatevi a lui.

Anche se la sua lama,
nascosta tra le piume vi può ferire.

E quando vi parla,
abbiate fede in lui.

Anche se la sua voce
può distruggere i vostri sogni

come il vento del nord devasta il giardino.

Poiché l'amore come vi incorona
così vi crocefigge.

E come vi fa fiorire così vi reciderà.

K.Gibran


Attraverso le rapide
della tristezza,

sfiorando
il nudo specchio delle piaghe inferte:

lì si fanno fluttuare i quaranta
tronchi di vita
scorticati.

Unica tu, nuoti
controcorrente, tu
li conti, li tocchi
tutti.



Paul Celan

mercoledì 16 novembre 2011

Viaggio

Sempre preziosi i suggerimenti di Annarita Ruberto


martedì 15 novembre 2011

Fitosanitari



Per poter acquistare e gestire in modo appropriato i prodotti più o meno tossici che si usano in agricoltura è necessario essere muniti dell'apposita autorizzazione conseguibile, in mancanza di titoli, dopo la frequenza di adeguato corso di formazione e prova d'esame finale.

E fu così che cinque anni fa mi imbarcai anche in questa impresa.

Mai acquistato un bel nulla da allora ad oggi

Ma perchè lasciar perdere tale preziosa acquisizione?
Ed è così che, scaduto il patentino, mi rimetto a seguire il corso per poterlo rinnovare.
Forte dell'esperienza precedente ci riducono la frequenza a due soli incontri. 
Nessun sconto per l'esame che si dovrà rifare

Son passati cinque anni ma non mi sembra sia cambiato nulla.
La dispensa è ancora la stessa.
La sala è ancora la stessa: gli stessi animali impagliati che ci osservano dalle vetrinette o dall'alto degli armadi (marmotte, rapaci, un'upupa, altri volatili non meglio identificati perchè sono seduta un po' lontana, un'oca enorme, un sacco di scalpi con relative corna attaccate)
Il relatore chissà se è lo stesso
I compagni di corso, una cinquantina di persone, dovrebbero esserlo, ma mi sembra di non averle mai viste
Salvo quando qualcuno petulante interviene e mi ricordo benissimo gli stessi noiosi, polemici, insensati interventi della volta precedente
Brontolamenti prolungati per l'esser obbligati di nuovo a impiegar ore per formalità che ritengono praticamente inutili, scetticismo acuto quando il relatore si lancia in una campagna a favore delle acque distribuite dal servizio pubblico o alla difesa dei farmaci generici ( riconosco che gli interventi non siano proprio a tema ma assomiglia tanto a me, il nostro istruttore, quando faccio lezione e non perdo occasione di tener un mezzo comizio), richieste a volte arroganti sui cetrioli infettati da non si sa che e di cui non si parla più, sulla commercializzazione di prodotti fitosanitari a sospetta cancerogenicità o sulle merci provenienti dalla Cina e trattati con chissà quali veleni, come se il povero avesse in tasca tutte le risposte.

Oltre a me c'è un'unica signora la quale è venuta per far compagnia al marito.
Probabilmente di imprenditrici agricole desiderose di comperare fitosanitari ce ne sono in giro poche.

Leggo velocemente le 120 domande stile quiz patente a cui dovrò rispondere, giusto per focalizzare che dovrò almeno ripassare perchè non mi ricordo granchè.
Per fortuna alcune sono così ovvie che fanno sorridere:
"Il titolare del patentino può regalare ad altre persone prodotti fitosanitari molto tossici, tossici e nocivi?"
"Gli imballaggi dei prodotti fitosanitari possono essere usati per altri scopi?"
"Gli operatori agricoli possono usare prodotti revocati?"

Per altre bisognerà invece riguardarsi il tutto
"Con quali colori è contrassegnato un filtro combinato per polveri e vapori organici?"
"Cosa si intende per lotta integrata?"
"A quanti metri si riferisce il divieto legale d'impiego dei prodotti fitosanitari in aree di rispetto intorno a pozzi o sorgenti di acque destinate al consumo umano?"
Ovviamente nessun metro è la risposta sicuramente sbagliata, ma tra cinquanta e duecento scelgo in base al principio che la sicurezza non è mai troppa?



Se tutta la faccenda non mi divertisse, non l'avrei nemmeno cominciata

lunedì 14 novembre 2011

Carso II

Trascrivo le leggende che più mi sono piaciute

Leggenda del Carso
Narra la leggenda che in principio il Carso era una terra verde e feconda, piena di prati , boschi e torrenti dalle fresche acque. 
Un giorno il buon Dio si accorse che, in un angolo della terra, c'era un grosso cumulo di sassi che danneggiava l'agricoltura e incaricò l'Arcangelo Gabriele di raccoglierli e gettarli in mare. 
Allora Gabriele riempì un pesante sacco e si diresse in volo verso l'Adriatico. 
Quando si trovò in prossimità del Carso il diavolo lo vide e incuriositosi bucò il sacco con le corna. 
Tutte quelle pietre si riversarono a terra e ridussero l'altopiano in una enorme pietraia. 

Però l'uomo tanti ne ha raccolto e i muretti a secco che bordano le strade ti danno l'impressione di viaggiare tra le campagne di cinquant'anni fa
Qua e là si stanno sgretolando, franano come franano i rilievi trattenuti dalle reti
Tra poco tempo si perderanno così come si sono persi i nostri
Un po' di malinconia



 
Leggenda della bora
Un tempo l’altopiano carsico era una terra felice abitata da poche famiglie di agricoltori e pastori che
conducevano una vita semplice. 
A quel tempo s’aggirava nei boschi e nei prati una bellissima creatura avvolta in una candida veste, una ninfa boschiva di nome Bora. 
Una mattina durante la solita passeggiata, Bora si ritrovò in una radura mai vista prima in cui s’ergeva un’immensa quercia. 
Subito comparve dall’albero un giovane dal maestoso portamento che si presentò come Taronis, potente divinità, il cui destino era legato agli uomini in quanto quest’ultimi erano in grado di cacciarla semplicemente abbattendo la sacra quercia.
L’amicizia tra i due giovani con il passare del tempo si trasformò in un amore che, nonostante il passare dei secoli, sembrva essere immutabile ed eterno. 
Il tempo trascorse anche per gli uomini che iniziarono a venerare altre divinità al posto di Taronis. 
Un anno, l’inverno fu così freddo e nevicò talmente tanto che Bora fu costretta a rimanere chiusa nella sua caverna e quindi non venne a sapere che gli uomini avevano abbattuto la sacra quercia e che Taronis, dopo aver invano invocato l’aiuto della sua amata, aiuto che ella, profondamente addormentata, non udì, se ne era andato.
Quando la bufera cessò, la ninfa corse immediatamente alla radura per incontrare il bel dio ma l’unica cosa che trovò fu il moncone del tronco della quercia. 
Iniziò a chiamare ed invocare Taronis ma comprese che se ne era andato via per sempre. 
Bora decise di sfogare la sua rabbia sugli uomini e scatenò una furia che nemmeno lei sapeva di possedere.
Il Carso non era più la terra felice di un tempo.
Sono passati millenni, ma ancora oggi, quando i violenti refoli soffiano nelle strade, secondo la leggenda si possono udire i disperati richiami di Bora.


Ieri non soffiava la bora
Il vento arava semplicemente il mare
Due gigantesche meduse circondate da una nuvola di pesciolini tra quei solchi

Carso I

Pensavo fossero belli i colori autunnali del mio giardino e delle colline qui intorno


Poi, all'improvviso, su una campagna di un beige più o meno intenso, mosso dall'azzurro metallico di fiumi e canali, con il grigio dell'asfalto dell'autostrada che bruscamente piega a novanta gradi appare la bianca pietraia del Carso accesa dal rosso intenso dei suoi arbusti

Quasi le rocce sputassero il sangue che le ha intrise in passato
Il sacrario di Redipuglia è infatti lì vicino

Ne è responsabile il Sommaco, il Cotinus coggygria Scop. o Rhus cotinus L., un arbusto anche noto come Scotano o con il suggestivo nome di "albero di nebbia", nome dovuto alle infruttescenze, vistosamente piumate, e che paiono quasi sbuffi di fumo.
Chissà se mi capiterà di vederle




Lo spettacolo autunnale vale il viaggio

venerdì 4 novembre 2011

Aberrazione stellare

Raccolgo immagini per la lezione di domani

In programma la rivoluzione terrestre, prove e conseguenze

Mettere un telescopio con il raggio di luce proveniente dalla stella non mi sembra sufficientemente chiaro

Aggiungere l'omino che cammina sotto la pioggia e deve tenere l'ombrello inclinato sul davanti se non vuol bagnarsi non è ancora sufficiente

Vorrei l'immagine di un vagone di treno a cui sia stato sparato un proiettile mentre era in movimento: così si potrebbe constatare che il foro d'entrata e di uscita non sono allineati (piuttosto cruenta l'idea ma a volte mi vengono queste ispirazioni)

Come era da aspettarsi non la trovo

In compenso il movimento come parola di ricerca mi porta a Boccioni.
Belli anche se un po' monotoni il ciclista, il giocatore di football, il corpo umano



giovedì 3 novembre 2011

1-2-3 stella


Un invito a chi ama giocare con l'astronomia: link a "mettiti alla prova"

Colori II

Invano avevo tentato di fare fotografie decenti

Anche oggi la vespa è esattamente dove era ieri, si muove appena appena se la sfiori
La temperatura troppo bassa le rallenta il metabolismo
Non si azzarda ad abbandonare quella parvenza di rifugio
Eppure tra le foglie a terra troverebbe più riparo
Una sua compagna si è infilata tra i petali ed è quasi completamente nascosta




La pioggia di domani scioglierà quella corolla



 



















Stavolta  incarico mia figlia di fotografare
E' molto, ma molto più brava di me


mercoledì 2 novembre 2011

Anno Internazionale della Chimica


Ricevo Federchimica News 4/2011 e trascrivo:

Anno internazionale della chimica...dei paperi!

19 ott 2011
Qui Quo e Qua hanno un compito noioso: devono fare una ricerca sulla chimica. in occasione del 2011, Anno Internazionale della Chimica.
 Per fortuna vengono a sapere, attraverso racconti suggestivi, che i loro antenati paperi hanno avuto un ruolo importantissimo nelle storiche scoperte della chimica.
In questo modo scoprono non solo il ruolo importante dei paperi, ma soprattutto l'importanza fondamentale della chmica come scienza, attraverso la quale l'uomo ha potuto raggiungere traguardi che oggi diamo per scontati, ma che - anche sono poco tempo fa, sarebbero stati impensabili...
Questa è la storia che si legge sul numero di Topolino di questa settimana.
Non è nostra abitudine parlare delle iniziative di altri giornali, ma il modo fresco, accattivante eppure rigoroso, scelto da leggendario giornalino di fumetti ci sembra davvero esemplare di come la chimica possa essere creativa e interessante, per i grandi così come per i piccoli.
Grazie a Topolino per la bella trovata!


Penso: è un po' che non compero più il fumetto, potrebbe essere l'occasione giusta

Guardo la data

Se le notizie fossero più tempestive forse sarebbe meglio




Colori

I colori del giardino in un freddissimo pomeriggio di novembre

Le vespe si nascondono tra i petali delle ultime rose

Tutti gli uccelli sembrano spariti









L'umidità impregna ogni cosa, condensa sul viso