martedì 15 novembre 2011

Fitosanitari



Per poter acquistare e gestire in modo appropriato i prodotti più o meno tossici che si usano in agricoltura è necessario essere muniti dell'apposita autorizzazione conseguibile, in mancanza di titoli, dopo la frequenza di adeguato corso di formazione e prova d'esame finale.

E fu così che cinque anni fa mi imbarcai anche in questa impresa.

Mai acquistato un bel nulla da allora ad oggi

Ma perchè lasciar perdere tale preziosa acquisizione?
Ed è così che, scaduto il patentino, mi rimetto a seguire il corso per poterlo rinnovare.
Forte dell'esperienza precedente ci riducono la frequenza a due soli incontri. 
Nessun sconto per l'esame che si dovrà rifare

Son passati cinque anni ma non mi sembra sia cambiato nulla.
La dispensa è ancora la stessa.
La sala è ancora la stessa: gli stessi animali impagliati che ci osservano dalle vetrinette o dall'alto degli armadi (marmotte, rapaci, un'upupa, altri volatili non meglio identificati perchè sono seduta un po' lontana, un'oca enorme, un sacco di scalpi con relative corna attaccate)
Il relatore chissà se è lo stesso
I compagni di corso, una cinquantina di persone, dovrebbero esserlo, ma mi sembra di non averle mai viste
Salvo quando qualcuno petulante interviene e mi ricordo benissimo gli stessi noiosi, polemici, insensati interventi della volta precedente
Brontolamenti prolungati per l'esser obbligati di nuovo a impiegar ore per formalità che ritengono praticamente inutili, scetticismo acuto quando il relatore si lancia in una campagna a favore delle acque distribuite dal servizio pubblico o alla difesa dei farmaci generici ( riconosco che gli interventi non siano proprio a tema ma assomiglia tanto a me, il nostro istruttore, quando faccio lezione e non perdo occasione di tener un mezzo comizio), richieste a volte arroganti sui cetrioli infettati da non si sa che e di cui non si parla più, sulla commercializzazione di prodotti fitosanitari a sospetta cancerogenicità o sulle merci provenienti dalla Cina e trattati con chissà quali veleni, come se il povero avesse in tasca tutte le risposte.

Oltre a me c'è un'unica signora la quale è venuta per far compagnia al marito.
Probabilmente di imprenditrici agricole desiderose di comperare fitosanitari ce ne sono in giro poche.

Leggo velocemente le 120 domande stile quiz patente a cui dovrò rispondere, giusto per focalizzare che dovrò almeno ripassare perchè non mi ricordo granchè.
Per fortuna alcune sono così ovvie che fanno sorridere:
"Il titolare del patentino può regalare ad altre persone prodotti fitosanitari molto tossici, tossici e nocivi?"
"Gli imballaggi dei prodotti fitosanitari possono essere usati per altri scopi?"
"Gli operatori agricoli possono usare prodotti revocati?"

Per altre bisognerà invece riguardarsi il tutto
"Con quali colori è contrassegnato un filtro combinato per polveri e vapori organici?"
"Cosa si intende per lotta integrata?"
"A quanti metri si riferisce il divieto legale d'impiego dei prodotti fitosanitari in aree di rispetto intorno a pozzi o sorgenti di acque destinate al consumo umano?"
Ovviamente nessun metro è la risposta sicuramente sbagliata, ma tra cinquanta e duecento scelgo in base al principio che la sicurezza non è mai troppa?



Se tutta la faccenda non mi divertisse, non l'avrei nemmeno cominciata

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