sabato 31 gennaio 2009

Così va il mondo...


Non riesco nemmeno a fare commenti.
Mi limito a riportare il collegamento

Qui invece il copia- incolla

Lancia anche tu un salvagente di PIOMBO al clandestino sul gommone


:
Ci siamo rotti di tutti questi sbarchi gratuiti! Bisogna fermarli alla fonte! Aiutaci anche tu! Lancia un salvagente di piombo al clandestino che arriva col gommone!
E alcuni commenti:
1) Ci vorrebbe il vecchio brevetto che usava il nostro caro nonno Benito, i " maiali"... quando arrivavano le navi nemiche, queste specie di sommergibili andavao ad attaccarsi sotto le navi e le facevano esplodere... UCCIDIAMOLI TUTTI!!!!
2) Il punto è che poi si passa pure per razzisti! Oltre al danno la beffa!
3) Ma tu manderesti via tutti, la tua è una fissazione, proprio non riesci a controbattere le opinioni altrui con le tue, tu e i tuoi amici "non democratici" non siete la maggioranza del paese per fortuna quindi fino ad oggi devi accettare la presenza di chi non la pensa come te anche in questo gruppo che fra l'altro è un gruppo libero
4) io dico solo una cosa..chi non la pensa come il titolo del gruppo cosa si iscrive a fare? sinistroide con il paraocchi ovvero italiano inutile che finge di non vedere il problema immigrazione..il motivo non so ancora spiegarmelo comunque siete tutti uguali..tante belle parole e in mezzo alla strada c'è pieno di delinquenti..se uno stato ha pene leggere significa che devi delinquere?non ho mica capito..se vado all'estero e ci sono pene leggere non è che mi trasformo in un delinquente!!!!!!

Basta, non riesco ad andare avanti a leggere
I lettori del mio blog sono talmente pochi che almeno mi consola non funzionare da cassa di risonanza

Valle del freddo II


Ieri la botanica, oggi la leggenda
La Valle del freddo è chiamata dagli abitanti dei paesi vicini Valle del Diavolo.
Questo nome deriva da una antica leggenda locale secondo la quale Satana, volendo sfidare Dio, lo invitò sulla cima del monte Clemo, monte che sovrasta tutta la vallata.
La posta in gioco era il dominio sulle anime che popolavano i paesi sottostanti.
La sfida consisteva nel lanciare il più lontano possibile i massi rossastri presenti sui pascoli del monte.
Il diavolo lanciò per primo e il suo masso cadde su un colle davanti alla Valle del freddo, si spezzò in quattro, formando una struttura simile ad un dolmen.
Allora lanciò anche Dio e il suo masso finì lontanissimo, al di là della valle, sconfiggendo così ignominiosamente il demonio.
Satana per la collera picchiò con tale forza il tallone sulla roccia che la montagna si spezzò inghiottendolo fino alle viscere dell'inferno.
Da dove il diavolo era stato inghiottito cominciò ad alitare un vento gelido come il respiro del malefico essere.
Osservazioni:
ancora una volta è testimoniata l'acutezza nell'osservare i fenomeni naturali da parte delle popolazioni che ci hanno preceduto.
Infatti pur con la fantasia, in qualche modo è giustificata la presenza sul territorio di massi completamente diversi dal substrato (sono i massi erratici lasciati dallo scioglimento del ghiacciaio) e la presenza di anomale correnti d'aria gelata
Considarere poi questo come una specie di territorio magico e stregato meglio di qualsiasi legge ha salvaguardato le preziose caratteristiche della valletta attraverso i secoli.
Ma nè l'antica fama nè i Decreti Prefettizi emanati negli anni '60 per salvaguardare la flora della valle sono riusciti ad impedire l'apertura di due cave (1953 e 1973) che hanno veramente rischiato di distruggere questo prezioso biotopo.
Fortunatamente nel 1976 la Giunta Regionale della Lombardia ha decretato la definitiva chiusura delle cave e nonostante le varie azioni di ritorsione nel frattempo messe in atto (diserbanti sulla flora microtermica, taglio di alberi e incendi) la Valle oggi è salva

venerdì 30 gennaio 2009

La Valle del freddo











Si avvicina
la settimana dell'interscambio per gli studenti di quarta che quest'anno ospiteranno i loro compagni slovacchi.
Ciascuno deve preparare un approfondimento legato al nostro territorio e stamane sono stata interpellata in relazione alla flora bergamasca.

Ottima occasione per riprendere informazioni un poco dimenticate.
Sul nostro territorio è presente la riserva naturale della Valle del Freddo, in alta val Cavallina, che è un esempio quasi unico in Europa di una nicchia ecologia di specie vegetali caratteristiche della flora alpina ad un'altitudine media di 360 m sul livello del mare.
Per il tipo di morfologia dell'area, poco più di 600 metri, il sottosuolo della valle si mantiene gelido e ha permesso a circa trenta specie subnivali di conservarsi fino a noi dall'ultima glaciazione, risalente a circa 15.000 anni fa.
Intorno alle bocche di emissione dell'aria fredda sul fondo della valletta si possono così rinvenire le stelle alpine (Leontopodium alpinum), l'erba dei camosci (Hutchinsia alpina), la Sassifraga di Host (Saxifraga hostii) l'Arabetta alpina (Arabis pumila), la Peverina di Carinzia (Cerastium carinthiacum) e la margherita d'alpe (Aster bellidistrum).
Meno rari i rododendri, il pino mugo e il salice stipolato.


E' veramente un peccato che quando arriveranno gli ospiti la valle sia ancora chiusa ai visitatori e un peccato ancor più grande non poterci andare con le classi (apertura maggio, giugno, luglio)
Però potrei sempre contattare l'associazione Italia Nostra cui è affidata la gestione delle visite o nella peggiore delle ipotesi raccogliere un gruppetto di volontari veramente interessati a fare una gita a luglio



giovedì 29 gennaio 2009

Visita Iper di Seriate


Prima uscita abbinata al corso di chimica a tavola: visita all'Iper di Seriate per poter confrontare quanto detto a lezione con la realtà commerciale.
I ragazzi arrivano, come era da aspettarsi, piuttosto scaglionati; al box informazioni ci accoglie la responsabile del settore tessile che ci fa gli onori di casa e cerca di capire quali siano le nostre necessità (perchè è catapultata lì a seguito di impegni imprevisti della persona che avevo contattato).
Sentite le indicazioni, depositati gli zaini e i cappotti, inizia la visita del settore alimentari, sia i freschi sia lo scatolame.
Ogni settore ha un suo responsabile che molto gentilmente interrompe tutte le sue normali attività per mettersi a nostra disposizione, illustrare le problematiche di sua competenza, rispondere alle domande del gruppetto di interessati.
Complice il rumore di sottofondo, le distrazioni dovute alla merce esposta, la relativa lontananza da chi parla ad un gruppo di venticinque persone, non so quanti abbiano tratto profitto dalla visita.
Però alcune informazioni a mio avviso sono state preziose: come si reperisce la merce sul mercato, come viene sistemata a partire dalle cinque del mattino, quali sono i regolari controlli a cui è sottoposta sia da parte del responsabile qualità sia da parte dell'ASL o dei Nas (controlli settimanali), quali sono le strategie messe in atto attraverso merce civetta per attirare il consumatore, gli inconvenienti che possono capitare (50.000 euro di merce surgelata che è stata gettata quest'estate come conseguenza della rottura dei frigoriferi), i reclami dei clienti che portano ad eliminare alcuni marchi dal circuito, e tanto altro ancora.
Questa è stata la prima visita del genere effettuata e, se ripeteremo l'esperienza, con la nostra guida già abbiamo previsto leggeri cambiamenti per ovviare all'inconveniente del gruppo troppo numeroso e dei responsabili di settore presi un poco alla sprovvista.
La notazione più curiosa è però relativa alla reazione dei clienti dell'ipermercato.
Alcuni un poco infastiditi dalla nostra presenza che era di intralcio ai loro carrelli, ma la maggior parte attirata a tal punto da fermarsi ad ascoltare interessata, dopo aver chiesto cosa stesse succedendo, se fosse in atto la promozione di qualche prodotto o come mai fossimo assiepati a fare gruppo.
Per il giudizio sull'attività bisognerà invece aspettare che qualche alunno si sbilanci, sempre che lo faccia prima di aver finito il liceo.

mercoledì 28 gennaio 2009

Onomastici


A gennaio mi capitano due onomastici di fila, il 26 e il 27.
Potrebbe non significare nulla, ma quando c'è un onomastico in famiglia, ho l'impegno morale di preparare la torta.

Due di fila voglion dire due torte in due giorni.

Impresa titanica per chi mi conosce.

In aiuto, per la prima, il ricordo di un pacchetto di pasta frolla surgelata, dimenticato in un cassetto del freezer.
Gentilmente una volontaria mi stende la pasta e mi prepara le striscioline per la crostata.

Fortunatamente ho un vasetto di marmellata di pere e cannella (regalo di Natale) buonissima e se la crostata è stata subito divorata penso che il merito sia esclusivamente della marmellata.

Secondo onomastico: lavoro più impegnativo perchè la festeggiata vuole la torta al cioccolato.

Riprendo la ricetta e cominciano gli inghippi.

Due etti di cioccolato fondente: ne avrà circa ottanta grammi, ma se ci metto quello al latte magari non ci si accorge.
Secondo inconveniente: mi manca un uovo.
Vorrà dire che starò scarsa anche con gli altri ingredienti

Terzo inconveniente: di zucchero a velo nemmeno un quarto del necessario. La pasta risulterà un po' più granulosa.

Quarto inconveniente: per risparmiare tempo mescolo tutto insieme e proprio in quel momento entra in cucina la mia aspirante pasticcera che inorridita mi fa un corso accelerato su come vanno mescolati gli ingredienti
Quinto inconveniente: dallo studio sento un odore che vagamente sa di bruciatura e infatti il fondo della torta risulterà carbonizzato.
Conclusione: anche di questa non ne è avanzato un pezzettino


E adesso fino a settembre sono a posto.

martedì 27 gennaio 2009

Memoria

Riprendo il video anche se l'ho già pubblicato l'anno scorso e continuerò a pubblicarlo tutti i 27 gennaio



lunedì 26 gennaio 2009

Angoscia

Pausa didattica


Oggi ha preso il via l'attività di recupero-ripasso, prevista nel Pof, e si protrarrà per una o due settimane.

Scopo dell'attività riuscire ad integrare le conoscenze relative al programma del primo quadrimestre, per colmare le lacune che hanno determinato una valutazione insufficiente.

E' lasciata all'insegnante la scelta metodologica più opportuna.

Nelle mie classi ho suddiviso gli alunni in gruppi di tre o quattro persone.

In ciascun gruppo è presente almeno un alunno con carenze, affiancato da altri con diverso grado di preparazione.

Gli alunni sufficienti guidano gli altri nel lavoro di ripasso, utilizzando la sequenza di domande ed esercizi per questo predisposti.

Ad ogni inceppo l'insegnante interviene per l'eventuale sostegno.

La sua presenza rassicurante serve soprattutto ad evitare la deriva "distrattoria" a cui spontaneamente tendono gli alunni (leggasi: è lì a fare il carabiniere)

Un'impostazione del lavoro di questo tipo sarà efficace?

Si otterrebbero risultati migliori con interventi di tipo frontale?

Molto dipende dall'impegno con il quale gli studenti affrontano il recupero.

Se viene visto come una gradevole pausa, un periodo tranquillo privo di verifiche e interrogazioni e magari piuttosto noiosetto, dubito fortemente possa essere seguito da successo

Ma stamane i ragazzi hanno lavorato bene e mi auguro continuino a farlo.

sabato 24 gennaio 2009

Il cacciator cortese II



Senza nulla chiedere i grandi misteri si risolvono da soli: basta un poco di pazienza.
Ricordate il nostro cacciatore intento a sparare in aria sotto gli occhi vigili della polizia urbana?
Non sparava a ipotetiche creature mostruose, bensì al nido di una processionaria incollato al ramo di un abete.

La Processionaria del pino è un insetto che nella fase adulta (farfalla) non produce danni, mentre nella fase larvale è molto vorace ed avanzando spesso in processione sulle piante presenta la massima dannosità, sia per le notevoli defogliazioni che provoca, sia per la presenza di peli urticanti sul corpo, in grado di produrre irritazioni cutanee soprattutto agli occhi ed alle vie respiratorie dell’uomo e degli animali domestici che si trovano presso le piante. I nidi rappresentano il ricovero naturale delle larve e si notano in modo inconfondibile, come grovigli radi e grigiastri nella fase iniziale di formazione autunnale; come bozzoli compatti e di colore bianco brillante durante l’inverno; oppure marroni, lassi e pendenti negli altri periodi dell’anno, in quanto a fine inverno vengono abbandonati dalle larve dell’unica generazione annuale e lentamente si distruggono. Si trovano di solito posizionati all’estremità dei rami con esposizione Sud, hanno forma globosa e dimensioni variabili da 10 a 20 cm. ed anche meno nei primi periodi autunnali.
La difesa non è difficile da attuare conoscendo le abitudini dell’insetto e si basa soprattutto sulle tecniche di prevenzione che nei casi di necessità devono essere seguite da interventi curativi di natura meccanica o biologica, cercando di evitare comunque l’uso di insetticidi chimici.

Fino ad oggi pensavo che gli interventi di tipo meccanico si limitassero all'asportazione diretta del nido e alla sua successiva distruzione (in genere mio marito li brucia)

Mai avrei pensato che per evitare di ricorrere a scale lunghissime si potesse ingaggiare un provetto cecchino.



Per la povera processionaria non credo comunque faccia molta differenza

venerdì 23 gennaio 2009

Giorno dopo giorno

Le musiche di Niccolò Fabi generalmente non mi piacciono.
Ho anche avuto l'occasione di assistere ad un suo concerto per l'insistenza della figlia maggiore ed è stata una noia unica, complice il caldo estivo, le gradinate scomode e probabilmente anche una sorta di preclusione mentale.
Però è sempre data la possibilità di rivedere i propri giudizi
La musica di Niccolò Fabi continua a non piacermi ma nei suoi testi si possono trovare anche frammenti sui quali riflettere


ma tra la partenza e il traguardo

nel mezzo c'è tutto il resto
e tutto il resto è giorno dopo giorno
e giorno dopo giorno è
silenziosamente costruire
e costruire è potere e sapere
rinunciare alla perfezione

giovedì 22 gennaio 2009

Nuova password


Il nostro Liceo è in fase di transizione: la vecchia rete pian piano è sostituita dalla nuova.
Risultato: carichi documenti in sala professori e questi non arriveranno mai a visualizzarsi sui computer della segreteria (infatti la convocazione della riunione Pof predisposta tre giorni fa forse arriverà a destinazione dopo aver effettuato la riunione), cerchi file nell'ala nuova dove ti servono e li trovi nell'ala vecchia dove non sai che fartene.
Inoltre tutta la mia creatività (sarebbe meglio chiamarlo disordine puro) annullata di colpo: lo sfondo uguale per tutti, le cartelle uguali per tutti, la barra dei comandi rigorosamente in basso a sinistra.
Ha infatti sempre stupito chi osservava il mio desktop notare come detta banda fosse molto ballerina: una volta a destra, una volta a sinistra e la volta dopo in alto (e ciò solo perchè non riuscivo mai a riportarla nella posizione di partenza)
E come farò senza il quotidiano richiamo: "ci sono icone inutilizzate sul desktop", come se non vedessi cosa c'era e per spirito di contraddizione lasciate lì appositamente a creare caos
Mi spiace questa sparizione della personalità dell'utente
A ciò si aggiunge la continua e martellante richiesta che ti appare appena accedi nella rete nuova:
"tra 14 giorni la tua password deve essere sostituita, provvedere adesso?" e il giorno dopo "tra 13 giorni la tua password deve essere sostituita" e così di seguito fino ad oggi "tra un giorno la tua passaword deve essere sostituita"
Solo perchè non so cosa possa succedere non obbedendo, ho finalmente sostituito la password, ma so già che tra quindici giorni ricomincerà tutto da capo

mercoledì 21 gennaio 2009

Bromelina, vitamina C e cioccolato


Nel pomeriggio il primo turno di laboratorio per il corso di chimica a tavola.
Fortunatamente oggi i risultati sono stati più aderenti all'atteso

Preparata la gelatina di carne, l'ananas ha funzionato a dovere: la fetta fresca ha denaturato le proteine, la fetta conservata lo ha fatto in parte, la fetta bollita non ha avuto effetto così come la fettina di mela.

Anche l'effetto antiossidante della pasticca di vitamina C è risultato verificato.
Così come l'aver rinvenuto vitamina C negli agrumi, nel Kiwi, nella spremuta e non averla trovata in zucchine e melanzane

Nell'ultima mezz'ora infine ci siamo dedicati alla degustazione del cioccolato.
Gli studenti sono stati così diligenti da portare in laboratorio tantissimo materiale.
Per il cioccolato avevamo campioni con contenuto di cacao variabile dal 30% (cioccolato al latte) al 100 %.

Ho eliminato dalla prova tutti i prodotti tanto reclamizzati che di cacao ne contengono un 10% appena, nonostante i "ma sono così buoni" di qualche goloso
Un campione per studente, una scheda da compilare.

Qualche difficoltà: "ma cosa significa duttilità del cioccolato?" "per me sa solo di cioccolato, non sento altri odori" "sapore astringente???", ma nel complesso il bilancio è decisamente positivo.

Per chi volesse cimentarsi riporto la scheda di degustazione utilizzata.



martedì 20 gennaio 2009

Dopo la teoria, la pratica


Nel nostro istituto è in atto la sperimentazione di scienze: nel quinqiennio le ore totali sono 18 anzichè 10
L'incremento delle ore è stato giustificato dalla necessità di associare alle spiegazioni teoriche una frequente verifica sperimentale

Molto positivo

E adesso descriviamo cosa succede
Classe terza: studio del calore di reazione e verifica della legge di Hess
Clima festaiolo: l'ora di laboratorio come una gradevole pausa nelle lezioni, scopo principale poter chiacchierare e scherzare
Procedimento: a 100 mL di acqua distillata dopo averne misurato la temperatura si aggiunge 1 g di idrossido di sodio e si rimisura la temperatura
Se poi nell'effettuare la pesata qualche chicco di idrossido si rovescia, se i chicchi in eccesso dopo aver assorbito l'umidità abbondante del laboratorio vengono rimessi nel contenitore originale, se la tentazione di usare il termometro per misurare la temperatura del proprio fiato o del bancone è così elevata da essere impossibile resisterle, cosa vuoi che sia? I richiami dell'insegnante non vengono nemmeno sentiti
Continuiamo: a 100 mL di una soluzione 0,5 M di acido cloridrico, dopo averne misurato la temperatura, si aggiunge 1 g di idrossido di sodio e si rimisura la temperatura.
Infine a 50 mL di una soluzione di acido cloridrico 1M, temperatura misurata, si aggiungono 50 mL di una soluzione di idrossido di sodio la cui temperatura è stata misurata in precedenza. Si misura la temperatura della mescolanza.
E adesso con tutti quei valori di temperatura cosa faranno?
Sicuramente è sfuggito tutto il senso delle operazioni effettuate per cui i dati raccolti sono completamente inutili.
Classe quarta: saggi per riconoscere le aldeidi dai chetoni
Clima collaborativo (perchè son più grandi? perchè è la terza ora anzichè l'ultima?)
Metodica utilizzata: saggio di Fehling e saggio di Tollens, talmente rodate da essere quasi banali
Materiale utilizzato: glucosio al posto dell'aldeide e acetone
Bagno d'acqua calda: ma la fiamma è subito spenta per evitare l'incendio dell'acetone e la temperatura ambiente supera di poco i 17 gradi
Sembra anomalo che l'acetone non si mescoli assolutamente con la soluzione del reattivo
Risultato nei diversi gruppi: precipitato di polvere nera e un solo specchio vagamente assomigliante allo specchio d'argento (pazienza, lo specchio è più bello a vedersi ma ci facciamo bastare la polvere nera), colorazione che a volte anzichè arancione appare verde o marrone
Anche stavolta qualche ombra


Prima di dichiarare ufficialmente questa come la settimana dei fallimenti aspetto l'esito del laboratorio di domani pomeriggio



lunedì 19 gennaio 2009

Sistematica


In questo periodo stiamo svolgendo in seconda la parte relativa alla sistematica e all'evoluzione.

Per definire la categoria più piccola della gerarchia sistematica, la specie, soprattutto a livello del regno animale, i testi ricorrono sempre all'esempio degli incroci che producono prole fertile oppure no.

E l'esempio per eccellenza è quello relativo al mulo, che nasce da asino e cavalla e, salvo casi rarissimi, è sterile.

Conoscendo oggi le modalità della meiosi è abbastanza facile trovare la spiegazione adeguata, ma anche nell'antichità ci si poneva domande e si fornivano risposte basate sulle conoscenze di allora.

Ultimamente ho letto proprio a proposito del mulo questo racconto.

Un tempo la regione del centro america era fertile grazie alle piogge abbondanti, perchè la divinità della fecondità e della prosperità stava molto vicino al suolo.
Volle un giorno sentire l'umore degli animali e li convocò uno ad uno.
Uno ad uno vennero e fu loro chiesto se fossero o meno felici.
Uno ad uno si rallegrarono con la divinità della fecondità per i dono che elargiva e di questo la divinità fu molto contenta.
Venne infine il turno del mulo, il quale cominciò ad esporre invece un elenco lunghissimo di lamentazioni.
Allora la divinità sdegnata si ritirò molto in alto portandosi via anche le abbondanti piogge.
E quella terra divenne un desolato deserto
Per punire poi in modo esemplare il mulo, lo privò della fecondità e da allora il mulo è sterile.



domenica 18 gennaio 2009

Il cacciator cortese

Un sabato mattina qualunque
La strada provinciale e il correre delle auto
Attenzione attirata da ben tre vigili vicino all'ufficio postale
Ripasso e il traffico è bloccato.
Nel mezzo della strada un signore armato di fucile
Allora i tre vigili sono lì per lui?
Tranquillo il signore alza il fucile e spara, spara, continua a sparare in alto
Tranquilli i vigili lo guardano sparare
Troppo tranquilli perchè si debba considerare il signore un pazzo furioso alle prese con un'insolita crisi
Guardo in alto e non vedo proprio nulla
Nessun gargoyle pronto ad attaccare, anche perchè si animano di notte, e poi nei miei cartoni animati, i gargoyles non erano cattivi


Potrebbe esserci del ghiaccio sui fili elettrici in procinto di cadere e rendersi così pericoloso



Tante volte in montagna si spara alle candele di ghiaccio quando rischiano di diventare pericolose
Non vedo ghiaccio

I vigili fann
o ripartire le automobili
O guardo la strada o guardo che fine ha fatto il cacciatore
Così si ritorna alla normalità

Un episodio che resterà senza spiegazione

Perchè riprendo sempre figlie e alunni quando si mascherano da inviati speciali del Gazzettino Padano e cominciano a sovrapporre una domanda all'altra

La mia vita continuerà anche senza sapere a che sparasse il mio cacciator cortese

venerdì 16 gennaio 2009

Lezioni di cioccolato

Non il film, casualmente in programmazione in questi giorni: noi il cioccolato lo studiamo davvvero.
Infatti nell'ultima lezione del corso di chimica a tavola, è stato affrontato il discorso relativo a questo prodotto particolare.
Introduzione: cenni storici.
Così almeno c'è il richiamo anche a civiltà che non sono sempre quelle europee : dopo tutto il termine cacao deriva dal nome della pianta in lingua olmeca e il termine cioccolato assomiglia molto al nome del dio maya Quetzalcoatl che donò agli uomini i semi di tale pianta.
La descrizione della preparazione attuale del prodotto non può certo trasmettere gli aromi che l'accompagnano e dobbiamo semplicemente immaginarceli.

Avevo anche chiesto l'autorizzazione per una visita ad una ditta produttrice ma essendo in fase di trasloco-ristrutturazione ci ospiterà solo l'anno prossimo.

A compensazione ha inviato alla scuola un pacco contenente qualche campione di cioccolato, tutti immediatamente divorati (il corso è nel primo pomeriggio e non sempre si fa a tempo a pranzare a dovere), una confezione di semi di cacao, così amari che dureranno a lungo e un dvd sostitutivo della visita.

Ma un conto è guardare le immagini, un altro gironzolare tra fiumi di cioccolato fuso.



Per la composizione chimica ci siamo soffermati maggiormante sulla descrizione delle sostanze nervine contenute nel prodotto e sull'apporto di tirosina che favorirebbe la produzione di dopamina.
In questo caso l'informazione è anche un po' superflua: tutti sanno che mangiare il cioccolato mette di buon umore.

Abbiamo anche descritto come si fa la degustazione del cioccolato, rimandando la prova vera a settimana prossima quando faremo l'attività di laboratorio associata.

E così usando vista, olfatto, tatto, udito e gusto compileremo le apposite schede simulando gli assaggiatori di cioccolato professionisti

giovedì 15 gennaio 2009

Abilità


Come faremmo senza la tecnologia avanzata che ci accompagna durante gli scrutini e che tanto ci gratifica?

mercoledì 14 gennaio 2009

In attesa di nuova neve


Serve per scaramanzia

martedì 13 gennaio 2009

Continuazione


Altro pomeriggio di scrutini.
Cerco un rifugio

Pablo Neruda

Se un giorno il tuo cuore si ferma,
se qualcosa smette di bruciare per le tue vene,
se la voce dalla bocca ti esce senza divenire parola,
se le tue mani si scordano di volare e s'addormentano,
Matilde, amore, lascia le tue labbra socchiuse
perchè quel tuo ultimo bacio deve durare con me,
deve restare immobile per sempre sulla tua bocca
perchè così accompagni anche me nella mia morte.
Morirò baciando la tua folle bocca fredda,
abbracciando il grappolo perduto del tuo corpo,
e cercando la luce dei tuoi occhi serrati.
E così quando la terra riceverà il nostro abbraccio
andremo confusi in una sola morte
a vivere per sempre l'eternità di un bacio.



Anna Achmatova
Al collo un filo di esili grani,
celo le mani nel largo manicotto,
gli occhi guardano distratti
e non piangeranno mai più.

Sembra il volto più pallido
per la seta che tende al lilla,
arriva quasi alle sopracciglia
la mia frangetta non ondulata.

E non somiglia ad un volo
questa lenta andatura, quasi avessi
sotto i piedi una zattera
e non i quadretti del parquet.

La bocca bianca è socchiusa,
ineguale il respiro affannato,
e sul mio petto tremano i fiori
dell’incontro che non c’è stato.

lunedì 12 gennaio 2009

Scrutini elettronici


Al via alle 14.30 di questo pomeriggio gli scrutini del primo quadrimestre.

Novità di quest'anno: la patata bollente del voto di condotta e l'uso del programma elettronico gestione voti

Primo problema che ci fa utilizzare almeno tre quarti d'ora per scrutinio, la definizione del voto di condotta.

Istruzioni alla mano per applicare quanto deciso dal Collegio Docenti, con voci e tabelle di riferimento che a quanto pare soddisfano poco.

Risultato un'oscillazione nelle valutazioni dall'otto al dieci con l'attribuzione di un unico sette

(tutti gli alunni beneficiano dell'introduzione del voto di condotta a fare media, perchè le medie risultano così tutte aumentate)

Il bello deve però venire.

Accensione del profilo del coordinatore per la visualizzazione dei voti del tabellone.

Almeno dieci tentativi per accedere al programma che tanto ricorda il marchio di una carta di credito, tutti falliti.

Intervento del tecnico di laboratorio.

Basta la sua presenza, perchè non mi pare proprio clicchi nulla, e la finestra si apre.

Tutti i numeri appaiono, alcuni neri (le sufficienze) altri rossi.

Tentativo di inserire il voto di condotta per il primo alunno della lista: la pagina sparisce.

Si ricomincia da capo.

Riappare il tabellone, altro tentativo e altra sparizione

Procediamo imperterriti per almeno un quarto d'ora.

Si decide di procedere a mano mentre un volontario va a cercare di nuovo il tecnico.

Sopralluogo del tecnico accompagnato dal responsabile rete e dal dirigente.

Non so di preciso cosa facciano perchè nel frattempo il nostro scrutinio "a mano" procede.

Escono e dopo un po' ritornano con la base di un nuovo computer.

Pare di capire che quello istallato in classe non supporti il programma

Cavi scollegati, cavi ricollegati.

Adesso il programma parte ma nello schermo non c'è la scheda video adatta.

Nessun problema: basta accendere il proiettore, cambiare le postazioni e con il tabellone proiettato sul muro si può cominciare a lavorare.

Chissà se la coordinatrice sarà riuscita a stampare verbale, lettere e tabellone definitivo.

Non posso saperlo perchè comincia lo scrutinio successivo, ma adesso procederemo molto più speditamente dopo l'esperienza precedente.

Infatti riusciamo ad incastrarci fino alle 19.30.


Qualche inghippo, ma sicuramente apprezzeremo in futuro il programma.

Sarà possibile inserire i voti giorno per giorno, accedere dalla propria abitazione, permettere il controllo in tempo reale ai genitori oltre che delle assenze anche delle valutazioni (chissà perchè collego il nuovo strumento a "1984" di Orwell)

Staremo a vedere, per il momento rimango un poco scettica.

domenica 11 gennaio 2009

Ad una lezione universitaria


Accendo il computer e mi appaiono tutti i feed che devo ancora leggere e le previsioni del tempo.
Le malefiche palline bianche sono lì che sembra ti facciano l'occhiolino dalla finestrina del giorno martedì
Rimuovo immediatamente la pagina sgradevole (perchè è ovvio che non considerare l'eventuale problema prossima nevicata risolve il problema stesso) e clicco su un post che risale a giorni fa.
Preambolo: un amico di Matteo, in ferie, ha pensato di accompagnarlo ad assistere alle lezioni universitarie per poi nel pomeriggio fare una passaggiata per Milano.
Chiaramente giornata felicissima, essendo nevicato di notte e per quasi tutta la giornata.
Il resoconto della trasferta è piuttosto particolareggiato.
Ne riporto soltanto qualche brandello:

"Intruso nella meccanica quantistica. Non ci capisco un'H.
È davvero assurdo, come fa ad insegnare una persona così:
in poche parole costruisce numerazioni e calcoli per sé stesso, e se le spiega da solo.
La soprannomineremo teoria della meccanica folle.

Non è un discorso impressionante, è discontinuo e assolutamente scollegato.
Finalmente un collegamento con il mondo, si rivolge alla classe guardandola in faccia.

Il resto dela classe è anormale, fatta di persone disparate l'una diversa dall'altra.

Si passa dalla barba barbarica ed il capello sciolto, fino ad arrivare al non capello.

Da una collana bizzarra, ad una felpa di Pulp Fiction.

Matteo ascolta sorridendo, ridacchiando sotto i baffi con un suo socio, riccio con un maglione verde che vive di vita propria.

Secondo me il professore è schiavo della sua materia, l'algebra è la sia linfa vitale come per me la musica

Il silenzio nella stanza è inquietante, il solo suono è quello delle sfere delle biro, che strappano la verginità così candida dei fogli bianchi lasciati troppo tempo nell'armadio.

Si susseguono numeri, lettere e simboli.

Un intercalare usatissimo è banale, cioè la frase di solito usata è «questa successione funziona così sennò il risultato sarebbe troppo banale».

Si alternano le lavagne, quella appena scritta passa in alto, la vecchia viene cancellata e si scrive di nuovo, in modo continuo e per me senza alcun ordine logico.

Sembra non si sia nemmeno accorto della mia presenza

È un'esperienza stranissima.

Gli sguardi degli alunni parlano, sulla lavagna c'è un errore.

Matteo prende molto lievemente la parola e dà la propria spiegazione.

Il prof a sua volta ascolta, sempre con lo sguardo rivolto alla lavagna, e annuendo corregge borbottando una spiegazione per tale svista.

Teoria o follia: la distinzione di questi due concetti viaggia su linee parallele.

Nella follia delle persone c'è una percentuale di genialità e studio teorico

Un altro errore e Matteo a bassa voce impreca «#!&@».

C'è uno sguardo che non mi fa stare sereno, è quello dell'allievo pelato.

Sta lì nel suo, scrivendo ogni tanto, penso non respiri, mordicchiando con brama la penna fino a ridurla in brandelli. Indossa una felpa New York University. Straniero?

Anche la ragazza è inquietante, viso pulito, felpa della standa e una bizzarra collana portata sopra la felpa, tipo Carnevale di Venezia. Anche lei dà i numeri.

Finalmente dell'ossigeno!

Il prof alzando gli occhi dagli appunti azzurri si rende conto del passaggio dell'ora e dice «Finisco due cose e cambiamo lezione». Pausa caffè, e M-JOY Milka, cioè cioccolata al latte con nocciole. Discreta.

Do un'occhiata agli appunti di Matteo: ultimo appunto un pupazzo di neve contornato da pini innevati.

Cambio dell'ora, cambio di atteggiamento. Il prof seduto, finalmente, con un libro aperto sottomano, dando nozioni su capitoli di, penso, "geometria quantistica".

Il tono della voce non cambia, sembra silenzioso come la neve che scende alle nostre spalle, ma che lascerà il segno, cioè riuscirò mai a capire ciò che dice? Riuscirò mai a tornare a casa?

Non mi ero nemmeno accorto che mancasse uno studente!

Rientra togliendo il giubbetto, seguito dallo sguardo senza emozioni del prof.

È il socio con la barba e la felpa di Pulp Fiction (idolo!)

Matteo si ricorda che i miei fogli stanno finendo e mi allunga la pila di fotocopie "fasulle" da usare sul lato posteriore. Ringrazio.

Ogni tanto, durante la lezione, nel cambio delle lavagne il socio di Matteo (quello che ha condiviso con noi il caffè) si gira e ride di bestia. Anche lui è un folle.

Degli ultimi infiltrati nella classe, cioè il ragazzo e la ragazza c'è poco da dire, o perlomeno così sembra. La ragazza, che già avevamo incontrato in biblioteca, è davvero strana, capelli naso sciarpa e vestiti di un gusto...beh...discutibile (qui ho limato parecchio, ndr). La cosa che mi turba è lo sguardo, molto enigmatico.

Sguardo di Matteo verso la finestra, spalanca gli occhi.

Mi giro a mia volta. Nif nif nif.(neve, neve, neve) Da nevischio si è trasformata in fiocchi seri, fanno paura, saranno di circa un centimetro di diametro. Ritorna il mio pensiero: riusciremo mai a tornare a casa?

Evito il suo sguardo, ogni tanto mi sento osservato dal prof, ma io cambio continuamente orizzonte. Cambio di lavagna e nif nif nif, silenziosa ed infame scende creando disagi.

Si sorride per la neve con le ragazze della classe, ma è un ghigno di preoccupazione. Ritorna inesorabile il pensiero: riusciremo mai a tornare a casa?

Il professore imperterrito continua la lezione passeggiando qua e là, dalla scrivania alla lavagna luminosa, dalla lavagna alla porta d'ingresso.

Dal mio punto di vista, la stanza ha una lavagna centrale e due porte a fianco. Le linee dei banchi si susseguono davanti alla scrivania, le pareti sono bianche e il pavimento, con una parte di parete, è di quella gomma a pallini di colore rosso. Le porte sono nere, come le sedie. I banchi, invece, sono grigi.
La neve non si placa, giù giù giù nif nif nif. Matteo si piega sui libri e continua la sua raccolta di appunti, sorridendo dice sottovoce «Stranamente oggi è abbastanza chiaro». Sarà merito mio o della neve. Boh.

Dall'oblò della porta, la prima persona incontrata in Bicocca, l'amico "chierichetto" di Matteo, ci saluta facendo smorfie e sorrisi, ricambiamo con distacco e se ne va. Magra distrazione per una lezione leggera come una peperonata il 26 dicembre!

Il prof schiarisce la voce, facendo delle smorfie pre-morte. «Chiamate subito un'ambulanza!». La neve si placa finalmente, ma non ci spererei.

Piccolo stacco pubblicitario

Curioso e scarno il bagaglio del prof: un libro di formato piccolo e due cartellette, una rossa ed una blu, contenenti appunti vissuti con "orecchie", come direbbero le maestre delle elementari. Cambio di lavagna

Una cosa che ho notato è che tutti, come me, scrivono con la destra, tranne Matteo. Fischi! Fischi!
Finalmente smette di nevicare, ed inizio a rilassarmi. Sarebbe meglio che il prof avesse dei sottotitoli. "Prossimamente:
non lo capisco"

Tutti tranne il professore capiscono che ha smesso di nevicare. Sorrisi tipo
coriandoli a ferragosto. Quanto sono stupido??"

Cosa penseranno i miei di alunni quando spiego?



venerdì 9 gennaio 2009

Nuovo computer


Come regalo mi hanno procurato un nuovo computer

Siamo arrivati ad un totale di 5 fissi (a dire il vero due ormai in disuso) e 3 portatili

La speranza è che così finisca di occupare i loro

Non ho ben capito perchè lo schermo debba funzionare anche da televisore con collegamento al satellitare

E neppure perchè sia dotato della cassa dei bassi della quale ho scoperto l'esistenza solo oggi.

O meglio, ho capito benissimo la filosofia di chi fa regali che possano in qualche modo venir utili a tutti.

Adesso dovrò anche imparare a sfruttarne tutte le potenzialità

Finirò per attestarmi su un buon 2% o giù di lì


Bello


Compilazione del registro a scuola.


Scrivo

09.01.09


Commento ad alta voce: come è bello

Domanda: cosa è bello?

Risposta: ma lo 09.01.09

Sguardo basito che non si capisce sia di commiserazione o celi una frase che non verrà mai espressa, del tipo "è completamente andata di testa"


E forse a confermare questo sospetto la mia replica:

"se uno non vede il bello nello 09.01.09 è come se fosse cieco. Non riuscirà a vedere il bello da nessuna parte. Mi dispiace per lui"


Potremmo a questo punto riportare stralci di trattazione filosofica su cosa debba intendersi per bello, riprendere quanto scritto nelle introduzioni dei libri di storia dell'arte, esaminare come il concetto di bello sia cambiato nel tempo.


O semplicemente concludere:


Mezzo secolo!!!

giovedì 8 gennaio 2009

Radio X

Oggi riprendo le lezioni.

Sembra ormai placata l'ondata di precipitazioni nevose, ma non sapendo bene lo stato delle strade e del piazzale davanti alla scuola, preferisco farmi accompagnare in auto.

Chiaramente partiamo in ritardo, tra l'impazienza di chi deve prendere il treno per Milano e chi deve andare al liceo concorrente.

Tappa per l'acquisto del giornale e quasi subito ci si incolonna

Una cosa che mi innervosisce è osservare l'autista in coda affacendato in mille altre attività, invece che stare attento alla strada (come se quando guido io facessi qualcosa di diverso)



Tra queste attività anche la ricerca di una particolare stazione radio, continuando a premere pulsanti, saltando da un'emittente all'altra.

Si sofferma per due tre minuti su una stazione che chiameremo X e che non voglio neanche conoscere, tanto è stato lo shock nel sentire il conduttore.

Riporto il frammento di conversazione.
Conduttore: "La ringrazio di essere intervenuta"
Ospite (voce fenmminile con spiccato accento siciliano): "Grazie a lei"
Conduttore: "Aspetti un attimo, che faccio tradurre quello che ha detto"
Ospite: "Come prego?"
Conduttore : "Sì, perchè come parla lei, non si capisce nulla, per cui ho chiamato un traduttore che sappia sia l'italiano che il siciliano, così ci intendiamo"
Il salto di stazione mi salva dal proseguo della conversazione.

L'unico commento che posso fare è che fossi stata io l'ospite, nonostante il mio carattere estremamente pacifico, due dita negli occhi al conduttore non sarebbe riuscito ad evitarglieli nessuno

mercoledì 7 gennaio 2009

Librerie

Finita la visita alla mostra di Magritte ormai è buio.


Le luci blu della Galleria ci attirano così come tutte le vetrine luccicanti, molto allettanti come le sale dei bar-ristorante dove poter trovare una bevanda calda.


Noi scegliamo la libreria Rizzoli.

Accogliente, piena di colori e soprattutto ricolma di libri su più piani.

Classificati per genere, suddivisi per casa editrice trovo miracoloso come riescano a stare in ordine passando tra le mani di clienti curiosi che a volte si limitano a sfogliarli un poco.

Mi sembra di essere Pinocchio nel Paese dei Balocchi e vorrei comperarne almeno una ventina.

Per un attimo ripenso alla sistemazione dei libri a casa, ove mancano solo le pile di libri a terra, e allora rimetto al suo posto i testi di Sofocle e di Catullo, La giornata di uno scrutatore di Calvino, Tonio Kroger di Mann (anche perchè mi sorge il dubbio di averli già), esercizi di chimica (troppo facili), la Terra desolata di Eliot (tutto in inglese e quindi non capirei nulla), la guida alla Corsica (non è detto che possa servire davvero) e tanti altri che mi passano tra le mani.

Ognuno può scegliere il libro che vuole come regalo di trasferta e la piccola si porta a casa "La vita segreta del gatto" di E. Thomas (voglio vedere quando lo leggerà), mentre l'eterna indecisa ci fa perdere almeno mezz'ora tra tentennamenti vari anche perchè ogni sua scelta trova la mia disapprovazione e ogni mio suggerimento trova il suo netto rifiuto.

Infine opta per l'acquisto de " Le Lettere Cinesi" di Chen Ying, nonostante l'abbia già letto; anzi, sostiene lei, proprio perchè l'ha già letto.

E tra migliaia di titoli, quello non c'è.

Ma ad evitare una crisi di nervi ecco la libreria Mondadori, proprio in piazza Duomo.

Qui il libretto c'è.


E durante il viaggio di ritorno mi viene letta anche la lettera giudicata più bella.

Mah!

martedì 6 gennaio 2009

Magritte a Milano

Pur completamente priva di una formazione artistica decente, è però possibile apprezzare le opere d'arte.
Ecco quindi, volenti o nolenti, due terzi della famiglia coinvolti nella trasferta domenicale a Milano, a Palazzo Reale, per visitare la mostra dedicata a: Magritte. Il mistero della natura
Insolito, almeno per me, il percorso: perchè anzichè arrivare in auto vicino al duomo, come probabilmente avrei fatto, da perfetta irresponsabile, fossi stata l'autista, facciamo sosta a Cascina Gobba, prendiamo la linea metropolitana verde, scendiamo a Loreto per cambiare linea, risaliamo sulla verde perchè l'altra è al momento inagibile, cambiamo di nuovo e finalmente siamo in piazza duomo.

Bello il duomo nel suo bianco-rosa-grigio chiaro, dopo la ripulitura dallo smog

A Palazzo Reale di mostre ce ne sono quattro (anche Seurat mi tenta ma la reazione delle figlie potrebbe essere inconsulta): l'unica fila è per Magritte.
Il sole già non illumina più lo scorcio di piazza, sono le quindici circa, e pazientemente, tra i brontolii della minore che deve subire tutte le prepotenze dei genitori (tipo obbligo a visitare le mostre) e l'assalto continuo di ragazzi senegalesi che ti offrono pubblicazioni africane, passano ben quarantacinque minuti.
Quarantacinque minuti al freddo e al gelo, i piedi come se ormai facessero parte di un altro corpo, le mani guantate piantate in tasca e tutta la testa avvolta nella sciarpa.
Ma finalmente l'attesa ha fine e cominci a visitare la mostra, audioguida alle orecchie, con la calma necessaria a far ritornare il sangue alle estremità.
Sono più di cento i quadri esposti, alcuni già visti in fotografia, altri del tutto nuovi.
Curiose e a volte inquietanti tutte le frasi di Magritte che tappezzano le pareti delle sale.
Curiose perchè esattamente come per i suoi quadri, devi guardare e sentire, non devi porti domande ma quasi fossi cieco e sordo cogliere l'al di là dell'apparenza.
Continui i richiami alla natura.
"Una natura, quella immortalata allo sfinimento da Magritte, che fa a pezzi la logica ed esalta la contraddizione, dispone a suo piacimento le apparenze e getta lo spettatore nel buco nero dell'enigma. Eppure, rimane natura, iperrealistica, lontana da ogni ricerca cubista, ogni sfrenata euforia espressionista, ogni velleità astrattista. Magritte (1898-1967) è stato il pittore dei pensieri e delle idee, dei sogni e degli incubi, dove l'estetica figurativa, scortata dall'uso tecnicamente sublime dei colori, ha reso visibile, con una precisione quasi matematica, la "materia grigia", l'intelletto. Il trucco di Magritte consiste nell'aver codificato un suo personalissimo linguaggio di segni e simboli per tradurre pensieri e deliri onirici, utilizzando oggetti di uso comune, facilmente riconoscibili, imponendo loro delle trasformazioni inquietanti o combinadoli tra loro in una scenografia incongruente.
La mostra racconta questo primato. Partendo dai primi, e quasi sconosciuti dipinti futuristi, passando dalle immagini più oscure del periodo fra le due guerre, fino ai celeberrimi dipinti prodotti dagli anni '50 in poi." (Laura Larcan)

Tante le opere che mi sono piaciute: la montagna-aquila che abbraccia una finestra sul cui davanzale è appoggiato un nido, l'uccello-foglia divorato dalle larve, il ramo frondoso che non occulta la luna.
Qui risulta chiaro che non è con gli occhi che si vede, ma l'immagine viene riplasmata dal sistema nervoso, utilizzando le informazioni cristallizzate nei neuroni vicini.

Una realtà che risulta così diversa per ciascuno di noi.