venerdì 8 febbraio 2008

Evoluzione

In questo periodo nelle classi seconde stiamo affrontando il discorso evolutivo: dall'antichità fino ad oggi come si sono sviluppate le diverse posizioni in merito, su quali osservazioni sono fondate, quale è il reale riscontro sperimentale. Premesso che il metodo scientifico nelle sue tappe fondamentali (osservazione, raccolta dati, formulazione ipotesi, verifica ipotesi in laboratorio, teoria) non può essere applicato all'ipotesi evolutiva perchè è di fatto impossibile riprodurre il fenomeno in laboratorio, osservare i risultati e confermare l'ipotesi non resta che concludere che a riguardo del problema evoluzione la scienza non arriva a dare risposte coerenti col suo metodo. Ciò non significa negare che ci sia stata l'evoluzione, significa affermare che alla conclusione si arriva in seguito a considerazioni che non possono essere interamente definite "scientifiche". E' pur vero che ci sono tanti indizi che visti assieme sembrano convergere in quella direzione, come l'analisi biochimica, l'embriologia comparata, lo studio delle omologie, la selezione naturale sempre in atto ma come tante altre volte succede nella scienza si arriva ad affermare per certo solo quello che si vuole credere certo sia. Scritto da un insegnante di scienze farà sicuramente stracciare le vesti a tanti colleghi e lascerà un po' stupiti gli alunni. Al punto che alla conclusione della lezione arrivano a chiedere : "ma lei, come la pensa a riguardo?"
Perchè sono così oscura o così asettica che quando presento un argomento non si capisce quale sia la mia posizione?
L'attenzione in classe è stata comunque ammirevole (sinceramente così come quasi sempre) e chissà che in futuro risultino così coinvolti da arrivare anche a chiedere: "ma lei, cosa pensa a proposito della sistematica di Linneo, della stechiometria, della definizione di acido e di base, della classificazione delle rocce...

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