sabato 31 gennaio 2009

Valle del freddo II


Ieri la botanica, oggi la leggenda
La Valle del freddo è chiamata dagli abitanti dei paesi vicini Valle del Diavolo.
Questo nome deriva da una antica leggenda locale secondo la quale Satana, volendo sfidare Dio, lo invitò sulla cima del monte Clemo, monte che sovrasta tutta la vallata.
La posta in gioco era il dominio sulle anime che popolavano i paesi sottostanti.
La sfida consisteva nel lanciare il più lontano possibile i massi rossastri presenti sui pascoli del monte.
Il diavolo lanciò per primo e il suo masso cadde su un colle davanti alla Valle del freddo, si spezzò in quattro, formando una struttura simile ad un dolmen.
Allora lanciò anche Dio e il suo masso finì lontanissimo, al di là della valle, sconfiggendo così ignominiosamente il demonio.
Satana per la collera picchiò con tale forza il tallone sulla roccia che la montagna si spezzò inghiottendolo fino alle viscere dell'inferno.
Da dove il diavolo era stato inghiottito cominciò ad alitare un vento gelido come il respiro del malefico essere.
Osservazioni:
ancora una volta è testimoniata l'acutezza nell'osservare i fenomeni naturali da parte delle popolazioni che ci hanno preceduto.
Infatti pur con la fantasia, in qualche modo è giustificata la presenza sul territorio di massi completamente diversi dal substrato (sono i massi erratici lasciati dallo scioglimento del ghiacciaio) e la presenza di anomale correnti d'aria gelata
Considarere poi questo come una specie di territorio magico e stregato meglio di qualsiasi legge ha salvaguardato le preziose caratteristiche della valletta attraverso i secoli.
Ma nè l'antica fama nè i Decreti Prefettizi emanati negli anni '60 per salvaguardare la flora della valle sono riusciti ad impedire l'apertura di due cave (1953 e 1973) che hanno veramente rischiato di distruggere questo prezioso biotopo.
Fortunatamente nel 1976 la Giunta Regionale della Lombardia ha decretato la definitiva chiusura delle cave e nonostante le varie azioni di ritorsione nel frattempo messe in atto (diserbanti sulla flora microtermica, taglio di alberi e incendi) la Valle oggi è salva

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