venerdì 4 aprile 2008

Verifiche


Quando l'ora è dedicata alla verifica scritta, per l'insegnante è una vera tortura.

I ragazzi, perfettamente allineati su tre file, stretti al punto da non riuscire quasi a respirare, chini sui fogli, cercano di produrre.

Qualcuno (pochi) tranquillo e rilassato scrive con fluidità, altri cominciano a guardare a destra e a sinistra, verso il cielo, fuori dalla finestra quasi sperando appaia a lettere luminose la risposta cercata.

C'è chi sembra la vaschetta del gelato tolta dal freezer in estate, sulla quale coagula la condensa, per la fronte imperlata di gocce di sudore; c'è chi comincia a togliere maglione o felpa, rimboccandosi le maniche fino alle ascelle.

Qualcuno si gratta le tempie titubante, quasi il massaggio cerebrale fosse di aiuto; qualcuno cerca gli occhi dell'insegnante, non per avere suggerimenti perchè sa già che per tutta l'ora è come aver davanti una sfinge, ma caso mai avesse acquisito la capacità di leggere nel pensiero..non si sa mai.

Manca un foglio, la calcolatrice, il fazzoletto, la penna: un continuo fermento li tiene in agitazione.

E l'insegnante, seduta o in piedi che sia, come un carabiniere osserva ogni minimo movimento, pur sicura che qualcuno riuscirà a sfuggire al suo controllo, a sbirciare il foglietto "salvavita" appositamente preparato, a sentire la flebile voce del compagno suggerire la risposta.

Occupo la mente: ormai durante le ore di vigilanza, ho redatto tutte le possibili statistiche: numero di maschi rispetto al numero di femmine, marca delle cartelle, fanciulle con i capelli corti o con i capelli lunghi, pantaloni o gonna, scarpe da ginnastica o calzature normali, pantaloni decenti o sbrindellati, occhiali o non occhiali, colori dei vestiti chiari o colori dei vestiti scuri. Non so proprio più cosa conteggiare e allora anch'io guardo fuori dalla finestra: il giardino con l'erba già alta, i balconi delle case davanti e le massaie che sbattono i tappeti, il cielo più o meno sereno, le auto parcheggiate (potrei fare anche una statistica delle case costruttrici), ma per fortuna mancano solo cinque minuti al suono della campanella.

Stop al tempo, la verifica è da riconsegnare.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Per accettare tutto questo da una professione si può a parer mio pensare che sia mossa solo da pura VOCAZIONE per il più alto dei concetti...essere educatore.