martedì 8 aprile 2008

Collegio


I pomeriggi dedicati al Collegio dei Docenti sono un'altra delle torture a cui sono obbligata.

Discutere e confrontarsi non dovrebbe essere considerata una tortura, soprattutto se, come conclusione, si arriva a migliorare la vita della scuola.

I nostri collegi però raramente partoriscono risultati così costruttivi.

Diventano un podio dal quale ciascuno dà la sua interpretazione della normativa, dal quale mostrare quanto può essere sottile tra sapere e contenuti, dal quale imporre la posizione del proprio dipartimento.

Mai sentirsi limitati nei propri interventi, mai supporre che forse il torto e la ragione non stanno da una sola parte, mai riflettere sui tempi sperperati in segnalazioni inutili e ripetitive, alla ricerca dei "peli nelle uova".

Si arriva agli insulti più o meno velati, a volte il dibattito si frantuma in battibecchi tra gruppetti.

Emergono le tensioni all'interno dei gruppi disciplinari e non si capisce perchè in collegio e non in altra sede.

Dirimere la questioni diventa difficoltoso per lo stesso Dirigente e per fortuna una parte dei presenti sta seguendo il filo dei suoi pensieri, avulso dalla realtà caotica che lo circonda: non parteciperà ma almeno non contribuisce a creare confusione (sembra il giudizio sul comportamento degli alunni).

Così il tempo scivola, scivola e l'ordine del giorno rimane in attesa di trattazione.

Nel frattempo cresce il volume delle voci, si accavallano gli interventi, i microfoni emettono sibili fastidiosi e il mal di testa ad ondate sembra una marea oceanica.

Tutto finirà senza decisioni lasciando il compito della rielaborazione alla commissione Pof.

Bisognerà inventarsi strategie occulte perchè questo collegio variegato e sconclusionato arrivi ad approvare qualcosa entro l'anno prossimo: la tecnica più efficace resta sempre la stanchezza.

Collegio aggiornato al 22 aprile.

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