giovedì 10 aprile 2008

Rosalind Franklin

Abbiamo cominciato lo studio della genetica molecolare, una sezione della biologia particolarmente affascinante.

Descrivere la struttura del Dna, la sua duplicazione, trascrizione e regolazione non può lasciare
indifferenti, anche solo per la perfezione dei meccanismi attuati, e non capisco come gli alunni non solo non provino l'entusiasmo mio ma anzi si stupiscano di tanta enfasi, probabilmente accompagnando la meraviglia a giudizi irripetibili sull'insegnante.

Non manco mai in questo contesto di presentare la figura di Rosalind Franklin anche perchè mi offre uno spunto in più per rivendicare il ruolo fondamentale delle donne anche nella ricerca.

Nata nel 1920, frequenta la sezione femminile dell'Università di Cambridge e nel 1941 le viene riconosciuto un "attestato-titolo di studio" per i suoi brillanti risultati in chimica fisica poichè la laurea è un diritto solo maschile.

Al King' College di Londra le viene affidata la ricerca sulla diffrazione ai raggi X nel laboratorio di Maurice Wilkins, che mal la sopporta e finirà per farla allontanare.
Le sue fotografie, tra cui la famosa 51, permetteranno la costruzione del modello del Dna, già da lei riconosciuto come una molecola a doppia elica.
Ma il suo direttore passa di nascosto la fotografia a Watson e Crick che se ne serviranno per pubblicare le proprie ipotesi.

Nella biografia Watson non esita nemmeno a definirla "la terribile Rosy, donna non attraente (sarà stato bello lui, nota dell'autrice), dal carattere pessimo, molto gelosa del suo lavoro (e ci credo, visto che glielo rubano), dai gusti orrendi in fatto di vestiti e che non sa cosa sia il trucco (anche queste annotazioni sono fondamentali nella ricerca scientifica)"

Rosalind muore nel 1958, ed aveva solo 38 anni, per il cancro, forse contratto continuando ad usare raggi X prima che si avesse consapevolezza della loro pericolosità e nel 1963, sul palco a ricevere il premio Nobel per la struttura del Dna c'è, assieme a Watson e Crick, il direttore Wilkins.

Per chi volesse approfondire legga "R. Franklin" di Brenda Maddox di cui è richiamata la recensione

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