venerdì 30 maggio 2008

Rose



Sta per finire maggio, il mese delle rose.

Nel giardino ne ho di tutti i tipi: dalla rosa selvatica con i petali bianchi appena velati di rosa chiaro, utilissima per dimostrazioni botaniche a scuola in quanto i cinque pezzi floreali che contraddistinguono le dicotiledoni si contano benissimo alle più ricercate varietà da giardino, alcune con un profumo veramente intenso.








Notazione chimica: il profumo delle rose è dato principalmente dall'alcool fenil-etilico.




Prima o poi con più tempo a disposizione farò un censimento accurato di tutte le piante che sono riuscita a stipare nel giardino, piante in continua crescita e che cominciano ad ostacolarsi l'un l'altra.

Le notizie relative alle rose sono talmente numerose che si potrebbe dedicare all'argomento un blog intero.

Ne scelgo due.
La prima è la leggenda relativa al passaggio del colore delle rose dal bianco originario al rosso acceso.

Da Mirra, trasformata nell'albero omonimo dagli dei, onde salvarla dall'ira funesta del padre ingannato, nacque, frutto dell'incesto, Adone.

Adone fu raccolto da Afrodite che lo affidò a Persefone.

Divenne un bellissimo giovinetto, di cui tutte si innamoravano, comprese le due dee che per lui cominciarono a litigare.

Zeus risolse la questione: Adone sarebbe stato per quattro mesi con l'una, quattro mesi con l'altra e gli ultimi quattro con chi avesse voluto lui.

Ma Afrodite, indossata la cintura della seduzione, riuscì a farlo restare con lei anche questi ultimi quattro mesi.

Allora Persefone riferì il tutto a Ares.

Ares, geloso, trasformato in un cinghiale, durante una partita di caccia, fece scempio di Adone, nonostante Afrodite lo avesse nascosto in un cespuglio i cui fiori si colorarono del rosso del suo sangue.


Per altri invece ella stessa, accorsa in aiuto, rimase impigliata in un cespuglio di rose, tingendole, mentre Adone a terra, nutriva del suo sangue gli anemoni.


La rosa bianca invece è il fiore sacro ad Arpocrate, figlio di Iside ed Osiride, dio del silenzio.

E' il dio Horus bambino che si porta il dito in bocca.

E' Plutarco nel De Iside et Osiride a identificare il dio egizio con il dio greco del silenzio Sigelion, accompagnato da una civetta, simbolo della notte, durante la quale tutto il mondo tace.

Il dito alla bocca fu interpretato dai greci come un invito al silenzio e fecero di Arpocrate il dio preposto al segreto ed al silenzio davanti alla divinità.










E in silenzio si rimane davanti alla bellezza delle rose, non perchè divinità ma perchè frutto della natura e dell'arte sapiente dei giardinieri

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Giusto oggi ero alla biblioteca di Pedrengo con il mio moroso e fuori abbiamo osservato le rose: alcune malaticce(o semplicemente secche), altre invece proprio belle! allora mi sono messa a fare l'esperta dicendo che ne esistono di moltissime, ma poi arrivato il momento di farne degli esempi mi sono accorta di non conoscerne neanche una specie.
Bellissima la storia mitologica.
Attendo con ansia il censimento delle sue piante ;-)
un abbraccio
moni

Anna Maria Rossi ha detto...

almeno la rosa canina poteva venirti in mente. ti lascio la pagina dove ne puoi trovare, di nomi, quanti ne hai voglia. http://it.wikipedia.org/wiki/Specie_di_Rosa
ricambio l'abbraccio