lunedì 12 maggio 2008

Gibran


Il post di oggi è dedicato a Kahlil Gibran (1883-1931), poeta di origine libanese, oscillante tra oriente e occidente, oscillante tra diverse tensioni religiose, oscillante tra fantasia e stilistica orientale e espressività occidentale.

Tra le tante citazioni che potrebbero essere fatte scelgo questa:

"se anche cantate come angeli, ma non amate il canto, le vostre orecchie resteranno chiuse alle voci del giorno e della notte".

In questo nostro mondo frenetico difficilmente il lettore incuriosito andrà a cercare qualche opera di Gibran per leggersela e allora trascrivo un piccolo brano da "La voce del maestro"



L'incantatrice


Ieri l'Amante del mio cuoreè giunta da me e si è seduta in questa camera solitaria per riposare il suo corpo meraviglioso sopra il mio letto coperto di veli. Dai piccoli bicchieri di cristallo che voi qui vedete, ha bevuto a piccoli sorsi, il vino dei tempi.

Tutto questo è accaduto ieri e dunque oggi è diventato sogno, poichè, dopo breve tempo, l'Amante del mio cuore è partita verso un lontano paese, chiamato terra dell'Oblio, terra del Nulla.

Potete sempre vedere la lieve impronta delle sue dita sul mio specchio. Il suo alito profumato continua a impregnare le pieghe del mio vestito e l'eco della sua voce melodiosa, può essere ancora avvertita nella mia camera.

Eppure, l'Amante del mio cuore si è diretta verso regioni lontane, chiamate Valle dell'Esilio e dell'Oblio.

In capo al letto ho appeso il suo ritratto, le lettere d'amore che m'ha scritto le ho ordinate in una scatola d'argento, ornata di smeraldi e di coralli. Oggetti che io conserverò fino a domani, quando il vento le trasporterà tutte verso le lontane regioni dell'Oblio, verso l'impero dei segreti silenzi.

La donna che ho amato è molto simile alle donne a cui tutti voi avete fatto dono del vostro cuore. La sua bellezza è così stupefacente, che la si potrebbe credere modellata dalle mani di un dio. Ha la dolcezza della colomba, l'astuzia del serpente, la grazia vanitosa del pavone, la crudeltà del lupo, la maestà del cigno bianco e può divenire terrificante come l'ombra oscura della notte. Eppure il suo corpo è costituito da un solo pugno d'argilla e da un piccolo bicchiere di spuma marina.

Questa donna io la conosco da quando ho abbandonato la fanciullezza.

L'ho poi accompagnata attraverso i campi, le ho tenuto sollevato il bordo del mantello, quando camminava nelle vie della città. E l'ho conosciuta ancora, dopo la mia giovinezza e ho visto passar l'ombra del suo volto sopra i libri che andavo leggendo. Ho ascoltato la sua voce divina nel mormorio dei ruscelli.

A lei soltanto ho confidato i lamenti del mio cuore, a lei ho aperto i segreti dell'anima mia.

Ora l'Amante del mio cuore è partita verso un lontano paese, freddo e desolato, che porta il nome di terra del Nulla e dell'Oblio.

L'Amante del mio cuore si chiama Vita. Essa è risplendente di bellezza e attira a lei tutti i cuori. Essa prende in pegno tutte le nostre vite e consuma ogni nostra aspirazione con le sue promesse.

La Vita è donna che si immerge e bagna nelle lacrime di chi l'ama e si nutre del sangue delle sue vittime. Si ammanta di splendore durante il giorno, ma questo suo vestito vien poi ricoperto d'oscurità durante la notte. Si innamora del cuore dell'uomo e rinnega poi se stessa nella vita coniugale.


La Vita è incantatrice,

la sua bellezza ci seduce.

Ma chi sa aprire gli occhi sulle sue astuzie

ne rifuggirà anche ogni fascino.

1 commento:

Daniel ha detto...

Cercando un po' su internet una volta ho trovato interamente Il profeta pubblicato. È l'unico libro suo che ho letto finora e lo consiglio a chiunque.