giovedì 8 maggio 2008

Immortalità


Il titolo potrebbe far pensare a chissà quali agganci di tipo religioso o filosofico, oppure a chissà quali leggende del passato con alchimisti o maghi alla ricerca dell'elisir di lunga vita.


Niente di tutto ciò: parliamo dell'immortalità cellulare ottenibile attraverso le telomerasi.

Legenda per chi non è mio studente di terza: la Dna-polimerasi nel fabbricare le nuove copie di Dna nei cromosomi eucariotici ne sacrifica un pezzetto terminale ad ogni duplicazione. (50-200 basi circa)


Per nostra fortuna la parte terminale del cromosoma presenta i telomeri, corte sequenze di TTAGGG (basi azotate) che ripetendosi più di duemila volte, permettono il sacrificio ad ogni divisione senza vengano intaccate le sequenze codificanti per attività vitali.

Ma taglia oggi, taglia domani, a lungo andare i telomeri parafulmine finiscono e cominciano i guai per la cellula, quasi una morte programmata dopo un certo numero di divisioni.

Ed ecco apparire sulla scena le telomerasi, enzimi che possono ricostruire i telomeri e quindi mantenere costante la lunghezza dei cromosomi, cioè far vivere in eterno la cellula.

Ma non tutte le cellule posseggono le telomerasi: sono presenti nelle cellule germinali, nel midollo osseo e nelle cellule cancerose.

Informazione ghiotta per chi vede nelle scoperte scientifiche un mezzo per incrementare i suoi guadagni (le multinazionali che gestiscono i prodotti ottenibili dall'ingegneria genetica insegnano):

potremmo già pensare al lancio pubblicitario "l'immortalità è ora a tua portata di mano, un piccolo taglia e cuci ed è fatta".

Per fortuna "tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare" e quanto ci dicono i giornali non sempre è così facile e immediato come sembra.

E poi, come osservato da un alunno, posso anche inserire telomerasi in tutte le cellule ma se passando sotto un balcone mi cade un vaso di fiori in testa, la mia immortalità cellulare mi servirà a poco.

Già!

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