sabato 3 maggio 2008

Orchidee







Dopo la lezione di martedì tenutaci dalla guida del Monte Barro, ho cercato notizie sulle orchidee.
Un'infinità quelle che si possono trovare.

La nostra guida ci ha raccontato le difficoltà incontrate dai milioni di semi prodotti a germogliare per la necessità di trovare un particolare fungo col quale stabilire il rapporto di micorrizia e poter quindi ottenere il nutrimento necessario.
Semi numerosissimi proprio per questo e così piccoli da dover essere osservati al microscopio.
Poichè sembra che sia sempre più difficile trovare il fungo adatto, nei laboratori del centro hanno cercato di far germogliare le orchidee del Monte Barro fornendo loro i liquidi zuccherini del succo di ananas, della banana e del latte di cocco.
Sembra che solo con quest'ultimo si registrino successi, anche se saranno necessari almeno quattro anni per veder fiorire le piantine.

Non avevo mai visto la lattina di latte di cocco fino a martedì, ma ieri controllando al supermercato ne ho trovato addirittura di tre marche diverse.
Vuol dire che se volessi in futuro coltivare orchidee so dove trovar loro il nutrimento.

Non credo comunque avrei molto successo perchè anche nelle faccende di giardinaggio non sono proprio un asso.

Dai bulbi che ho piantato due mesi fa non è nato nessun fiore (sospetto fortemente il contributo devastante del gatto) e i semi di Pulsantilla che mi ero portata da Galbiate, li ho addirittura dimenticati nelle tasche dell'impermeabile che ho messo in lavatrice.
Quando me ne sono ricordata li ho chiaramente recuperati e anche messi in terriccio morbito e ricco ma dubito fortemente che germoglierà qualcosa.


Tornando alle orchidee ho trovato due leggende che ne parlano. Nel mondo greco:

Orchis era un giovane, bellissimo e molto intraprendente con le donne.
Figlio di una ninfa e di un satiro, pensava di potersi permettere tutto, e forte della sua bellezza si dava alla pazza gioia con le giovanette più affascinanti e graziose.
Un giorno fu invitato ad una delle grandi e sontuose feste del dio Bacco, ma in tale occasione tentò persino di conquistare una delle sue sacerdotesse. Fu un indegno sacrilegio!
Orchis pensava di potersi sottrarre alla vendetta della potentissima Moira che puniva gli abusi causati dal desiderio di onnipotenza, ma non ebbe scampo e dunque fu dato in pasto alle belve feroci.
Gli dei dell’Olimpo non vollero permettere che del bellissimo Orchis si perdesse anche il ricordo e si adoperarono per far crescere dai suoi resti, una pianticella, appunto l'orchidea.
Meglio la leggenda centro americana:

una bella principessa si era perdutamente innamorata di un guerriero Inca; il re non volle approvare la relazione, perché sua figlia era già stata destinata al servizio del Sole.

La principessa fuggì nella foresta, dove pianse l'amore proibito, fino a che gli dei si impietosirono, trasformandola in un meraviglioso fiore, Waqanki, l'orchidea più bella del bosco, tanto graziosa da far piangere d'amore i guerrieri.
Una vecchia canzone ricorda questa leggenda incaica:
"Piangerai, mio splendido fiore con i tuoi teneri occhi.
A causa tua l'invidia mi circonda.
Mi sono promesso a te, splendida Waqanki fiore che fiorisci sui pendii.
Come sarà il tuo canto
Quando ti porterò nel mio cuore!"

Non c'è paragone: decisamente antipatico l'Orchis greco e buon per lui che è finito fiore.

Sono trentamila le specie di orchidee, alcune anche molto appariscenti ma per me le più belle sono proprio quelle con i fiori piccoli che crescono sulle nostre montagne.

Nessun commento: