martedì 6 maggio 2008

Quel poco di campagna che resiste




Nonostante il traffico, nonostante le case che sorgono ad ogni angolo, ancora qualcosa della campagne resiste: ai bordi delle strade continua a fiorire il sambuco.


Ho scoperto questa pianta ai tempi dell'università quando ho dovuto preparare i vetrini per l'esame di botanica: il professore ci ha indicato come mezzo di inclusione il midollo di sambuco che si trova all'interno dei rametti.

E' materiale bianco spugnoso: tolta la corteccia basta inciderlo, inserire il pezzo di vegetale di cui si vuole ottenere la sezione sottile e poi affettare.



Probabilmente oggi si useranno tecniche molto più raffinate ma così si perde la poesia della ricerca dei materiali.

Il sambuco, Sambucus nigra, ha molti fusti che spuntano dal terreno, crescono eretti e poi si inarcano curvandosi verso terra, conferendo all'arbusto l'aspetto caratteristico "a doccia" che lo rende facilmente distinguibile anche durante il periodo invernale (sempre se ci si guarda attorno).

I fiori compaiono in aprile-maggio, e sono riuniti in un ampio corimbo al termine dei rami.

La corolla e' formata da cinque petali biancio-giallastri, saldati inferiormente a formare una sorta di tubo.

I fiori emanano un profumo dolciastro, mentre le foglie hanno un aroma decisamente sgradevole, in deciso contrasto con il piacevole aroma dei fiori. Questa sua duplice essenza si ritrova anche nelle tradizioni antiche: in Germania era chiamato “l’albero di Holda”.

Holda era una fata del folklore germanico medievale, dai lunghi capelli d’oro che abitava nei sambuchi situati vicino a laghi e corsi d’acqua. Talvolta Holda poteva apparire come una vecchia strega e in Inghilterra si sosteneva addirittura che il sambuco non fosse un arbusto qualsiasi, ma addirittura una strega che aveva assunto le sembianze di una pianta. Tuttavia nei suoi riguardi prevalevano le credenze positive, che ne esaltavano le proprietà magiche e benefiche, tanto che fino all’inizio del secolo i contadini tedeschi si levavano il cappello ,inchinandosi sette volte, come segno di grande rispetto, quando lo incontravano nel loro cammino.

Ciò perchè sette erano i suoi doni: la sua resina placava il dolore delle lussazioni,il decotto di radice curava la gotta, la sua corteccia serviva per cistiti e orzaioli,le sue foglie curanvano la pelle, i frutti le bronchiti, l'infuso di fiore era usato come depurante e coi germogli si risolvevano le nevralgie.

Era sempre presente vicino ai monasteri ed alle case perché si diceva che proteggesse da serpi, mali e malie.

Nella leggenda del Flauto magico si racconta che questo strumento fatato fosse intagliato nel legno del Sambuco: il suo magico suono era sicura protezione dai sortilegi…

Nella nota opera di Mozart si racconta che la Regina della Notte fece dono a Tamino di un flauto, e subito lo strumento divenne d’oro: nei momenti di pericolo, se suonato, liberava gli sventurati da situazioni pericolose o difficili.


Esiste però anche una credenza contadina secondo la quale Giuda si sarebbe impiccato a un albero di sambuco: da allora le sue bacche diventarono così amare da non poter essere mangiate.

Nel calendario degli alberi il sambuco rappresenta il tredicesimo mese lunare, e può darsi che Giuda e il sambuco abbiano reso malefico il numero tredici.
OGHAM (il calendario celtico degli alberi)
Beth la betulla 24.12 - 20.01
Luis il sorbo 21.01 - 17.02
Nion il frassino 18.02 - 17.03
Fearn l'ontano 18.03 - 14.04
Saile il salice 15.04 - 12.05
Hath il biancospino 13.05 - 09.06
Duir la quercia 10.06 - 07.07
Finne l'agrifoglio 08.07 - 04.08
Coll il nocciolo 05.08 - 01.09
Muin la vigna 02.09 - 29.09
Gort l'edera 30.09 - 27.10
Peith il tiglio 28.10 - 24.11
Ruis il sambuco 25.11 - 22.12
Idho il tasso 23.12
Ailm l'abete rosso 24.12
Onn la ginestra equinozio di primavera
Edaha il pioppo bianco equinozio d'autunno
Ura l'erica solstizio d'estate


Tutte tradizioni, quelle riportate, per le quali avendo tempo a disposizione si potrebbe anche trovare la radice scientifica, ma che comunque vale la pena di scoprire.


1 commento:

Daniel ha detto...

Mia mamma ne fa lo sciroppo con i fiori. Spero lo facia anche quest'anno.
Un mio amico invece mi aveva insegnato a fare dei fischietti con i rami più grossi. Però non credo di ricordarmi più come si fa. Saranno passati 9 anni...