giovedì 13 marzo 2008

Visita Ditta Lorenzi


Per concludere il corso pomeridiano "La chimica a tavola" oggi era in programma la visita al salumificio Lorenzi a Comun Nuovo.
I 13 ragazzi e l'assistente di laboratorio dovevano trovarsi alle 14.20 direttamente presso la ditta.
Tutta la fase preparatoria, tipo orario dell'autobus per gli appiedati, trasporto su auto privata o sulle motociclette per chi poteva contarci, era stata curata nei minimi particolari a tal punto, che, come al solito, almeno il 50% delle pianificazioni è saltato allegramente.
Ormai sono rassegnata a veder saltare le previsioni, alle continue cancellazioni sull'agenda perchè il programmare tutto in anticipo serve solo a dare l'illusione di essere i padroni della propria esistenza: appurato che questa è un'illusione, come tante altre, non me la prendo più.
Gli avvenimenti rotolino uno sull'altro, mi scanserò, se è il caso, per non essere travolta. (tutta una finta perchè mi innervosisco lo stesso).
Nella mia pianificazione assoluta, partendo da casa, mi ero già fatta accompagnare sul luogo per verificare tappa, tragitto e tempi di percorrenza.
Era solo sfuggito il particolare che il traffico della domenica non è equivalente a quello del giovedì pomeriggio e che sul percorso in quattro giorni sono stati aperti altrettanti cantieri.
Nonostante tutto sono arrivata puntuale, anche perchè di solito parto con larghissimo anticipo.
Ad aspettarci il dott. Rigamonti, laureato in agraria, competente nel suo settore nonostante a vederlo sembrasse uno dei miei studenti.
Ricompattato il gruppo, con soli dieci minuti di ritardo, è iniziata la visita.

E' la visita ad un salumificio: vi arrivano i pezzi di carne, devono essere appesi ad uncini per la pesatura, tagliati ancora freschi perdono sangue, l'odore della carne non richiama la primavera, la temperatura deve essere mantenuta bassa per evitare putrefazioni accelerate.

Non potevamo aspettarci qualcosa di diverso...però tra quei ganci acuminati, tra quelle celle frigorifere sinistre, tra macchine per siringature di prosciutti con aghi iniettanti salamoia lunghi almeno quaranta centimetri, macchianri per tritare, per insaccare, per impastare, per sterilizzare, il primo e persistente mio pensiero è stato: "contesto ideale per ambientare un bel thriller".
Magari, sentiti gli interventi e i commenti dei soliti alunni che non maturano neanche posti al sole, anche le vittime erano già lì a disposizione. (prendetela come una battuta ma evitate di indagare fino a che punto sia solo una battuta)

Secondo pensiero: "Mi sa che Kafka per scrivere la Colonia Penale si è ispirato ad un salumificio".

Avrebbe meritato un po' più di tempo la descrizione dell'attività di laboratorio dove vengono controllate la composizione chimica e la carica microbica presente nei prodotti, sia al momento del confezionamento sia dopo la data di scadenza. (tra l'altro unico locale caldo visitato)

Essendo pomeriggio l'attività era fortemente ridotta ma un filmato finale ci ha mostrato tutte le fasi della lavorazione di prosciutto cotto, mortadella, salame, pancetta e wurstel.

In perfetto orario siamo ritornati all'aria aperta e tiepida, ciascuno verso la propria meta.

Il mio giudizio sull'attività è positivo, quello degli alunni non è dato saperlo perchè alla domanda diretta in genere non rispondono mai la verità.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Buona sera, Profe! Tutto bene? Sono Mauro Viganò, si ricorda? Ho scoperto per vie traverse l'esistenza del suo blog e non ho saputo resistere! Finalmente posso tornare a dilettarmi con i suoi ironici e profondi commenti, mi mancavano molto da quando sono uscito dal liceo! Sono contento che il corso proceda bene! Spero di sentirla presto! Buon proseguimento, Mauro! PS: a me piacevano molto le visite del corso e anche la sistematica, lo dico con tutta la sincerità di un ex-studente!

Unknown ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
e.sangaletti ha detto...

ma profe? come puo pensare che non sia stata una visita piacevole? è stato bello, utile e interessante..
ora almeno non faccio più spendere soldi ai miei genitori in wrustel e altro..:) scherzo! no va be, al di la del posto un po, come dirte, tetro, è stato carino scoprire come si preparano quelli che noi vediamo come prodotti finiti..
arrivederci