venerdì 14 marzo 2008

La stanza dei bottoni


Ore 13 meno due secondi.

Pronta a scattare, come al solito del resto, perchè mentre ancora la campanella sta suonando, devo essere in auto.

Tempo a disposizione un'ora circa.

Partenza più o meno a razzo, la mia auto non rispetterà mai i parametri di consumo del costruttore, direzione centro città.

Troppa fretta per rispettare l'arancione, e poi avevo già quasi impegnato l'incrocio, e nel giro di circa due minuti sono nei pressi del Lussana ad aspettare il secondogenito da portare a casa. Il quale sostiene sempre che devo essere io a rubare sui minuti perchè si "precipita" fuori da scuola ma nonostante questo non arriva mai e nel frattempo i minuti avanzano sull'orologio.

Cambio di direzione e via verso il paesello con autobus che vanno al rallentatore, semafori che devono avere sensori speciali per far scattare il rosso giusto quando arrivo io, attraversamenti pedonali stracolmi di studenti e i soliti lavori in corso che non mancano mai.

Parcheggio, entrata in cucina e accensione del fornello.

"Sclerata" solita alla più piccola che non ha ancora apparecchiato il tavolo, sogliole gettate nell'olio a friggere, occhiata all'orologio: sono già le tredici e ventisette.

Pranzo luculliano in circa trenta secondi, obbligando tutti ad essere altrettanto rapidi se vogliono che lavi i piatti e basta questo per ritrovare il lavello pieno. Con una mano lavo i piatti e con l'altra bevo il caffè, e dovrei assolutamente evitarlo per la pressione, per il cuore, per il "nervoso".

Ripartenza, sono le tredici e quaranta e finalmente alle quattordici in punto busso alla porta della stanza dei bottoni.

Da quest'anno abbiamo il nuovo dirigente, persona squisita ed estremamente disponibile, col quale, dato il mio ruolo di responsabile commissione Pof, devo regolarmente convenire onde stendere il documento per l'anno prossimo. Documento la cui stesura mi sembra sempre più un obiettivo irraggiungibile e non voglio immaginare gli infiniti collegi per la sua approvazione.

Chissà se il nostro preside ha mangiato nel frattempo e quasi mi dispiace aver fissato l'appuntamento a quest'ora, perchè a vederlo mi sembra un poco provato. Dopo due minuti capisco anche perchè: al di là della parete un non meglio identificato gruppo di aspiranti artisti sta provando un non meglio identificato spettacolo con strumenti che invece si identificano immediatamente: batteria e chitarre a tutto volume.

Con stoica sopportazione il preside riesce anche a ragionare in mezzo a tutto quel fracasso mentre io cerco di capire almeno qualcosa delle correzioni al documento sui criteri di valutazione, qualcosa sull'organizzazione dei recuperi per l'anno prossimo.

Mi sforzo anche di prendere appunti perchè il documento originale è tutto da rivedere, con spostamenti di interi paragrafi.

Compaiono le partizioni: questa è la parte 1, questa sarà la 2, questa la 3 ma poi c'è un'altra 2 che diventa 2B rispetto alla 2A di prima e poi anche la 2C e la 2D. Ormai ho perso completamente l'orientamento nel labirinto che sta diventando il documento e la musica continua, e continua.

Cerco di seguirla per individuare una possibile melodia, impresa disperata, mentre il nostro dirigente come nulla fosse continua a illustrarmi chissà cosa ormai.

Alle 15 comincia la riunione dei dipartimenti quindi, raccattati tutti i fogli, rimandando alla serata la decodificazione di quelli che ormai sembrano solo geroglifici, finalmente esco dalla stanza dei bottoni.

La riunione con i colleghi di scienze sarà particolarmente noiosa ma almeno senza sottofondo musicale.

Mentre esco riguardo il nostro dirigente, condannato a rimanere nel suo ufficio, e penso alla mitologia greca: accanto a Tantalo, accanto a Sisifo, accanto a Prometeo troverebbe benissimo posto anche lui. Non lo conosco così a fondo ma per subire tale supplizio chissà quali gravi colpe deve aver commesso.

Certo è che ha una pazienza e una sopportazione infinite.

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