domenica 30 marzo 2008

Cambio ora


Che i mezzi di informazione mi irritino, chi mi conosce lo sa bene.

Che tantissime volte non svolgano il loro compito o lo facciano in modo parziale, basta seguirli per rendersene conto.

Che non riescano mai ad approfittare di una notizia per istruire il pubblico, limitandosi a raccontare banalità, a ripetere luoghi comuni, a riciclare servizi degli anni precedenti, pure questo è sotto gli occhi di tutti.

Mi si potrebbe rispondere: viene fornito ciò che è richiesto ma è così angosciante pensare che corrisponda al vero, che non lo prendo nemmeno in considerazione.

Veniamo al dunque: con oggi si ritorna all'ora estiva, che anticipa di un'ora l'ora civile (questi i termini corretti).

Quale occasione più opportuna per fornire qualche informazione relativamente alla misurazione del tempo?

Chiarire che per stabilire l'ora vera potremmo riferirci alla posizione delle stelle o in maniera più pratica al ritorno del sole in culminazione sul meridiano del luogo?

Ciò però comporterebbe una misurazione significativamente diversa per gli abitanti di Trieste rispetto agli abitanti di Genova. Inoltre la durata del giorno, come conseguenza delle leggi di Keplero, sarebbe diversa nei diversi momenti dell'anno (solo quattro volte all'anno corrisponde a 24 ore effettive).

Da ciò la necessità di regolare la nostra vita con l'introduzione dell'ora civile, che raramente corrisponde all'ora vera.

Quindi convenzione per convenzione passare all'ora estiva è solo una scelta di comodo come scelta di comodo è la stessa ora civile.

Sarò forse distratta ma queste considerazioni non vengono mai sottolineate.

Ciò a mio avviso permetterebbe di aprire la mente anche a riflessioni più profonde, così come ho scritto tempo fa in corrispondenza del giorno bisestile.

Invece, tranquillamente, si passa subito a notizie relative agli amori dei divi, sempre interessantissime, alle notazioni di costume, così in modo subdolo il costume viene modificato dall'alto, e poi ci si lamenta che la cultura scientifica in Italia rappresenti il fanalino di coda (e si è benevoli perchè non c'è ambito della cultura che non sia fanalino di coda)

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