sabato 8 marzo 2008

Mimose


Mimosa ovunque stamane: negozi colorati di giallo, banchi colorati di giallo, lavagne colorate di giallo.

Auguri scambiati per rito, perduti nel tempo il 1908, il 1909, il 1912, rimane una giornata piegata ad altri interessi.

Non voglio la "festa" di un giorno, non voglio polemiche a oltranza. Su altri sentieri si costruiscono dignità e rispetto.

Ho un solo rammarico.


Tutti i fiori sono splendidi, ma la mimosa per me è molto speciale.

Tanti, tanti anni fa era uso far trascorrere ai bimbi i mesi invernali in "colonie" sulle coste liguri, ove il clima più dolce poteva contribuire a risolvere malattie respiratorie.

Così per tre anni consecutivi (dai sei agli otto anni) da dicembre a febbraio me ne stavo tra le pinete di Bordighera e Varazze, lontana da tutti e da tutto, a respirare aria salubre tra tanti coetanei festosi (la camerata, la sera, era un unico pianto), tra signorine risolute e infermiere solerti (metà del tempo l'ho trascorso in infermeria fabbricando anticorpi contro ogni tipo di malattia).

Ma ad un tratto si colorava tutto di giallo, il profumo delle mimose era ovunque: inarrestabile la primavera, avvicinandosi, ti portava in dono il rientro a casa.

Sarei tornata lo stesso, anche senza la fioritura delle mimose, ma quello era il segnale più chiaro e questo legame infantile e affettivo è rimasto.

Ma per la "festa" della donna, non potevano scegliere qualche altro fiore?

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