sabato 8 novembre 2008

Repubblica


Periodo di nostalgia per la filosofia, studiata probabilmente sempre senza capir nulla, spinta dal terrore per le interrogazioni.

Riprendendo la lettura di alcuni autori scopro quanto ho perso allora.


La Repubblica di Platone costituisce uno dei testi chiave della filosofia politica occidentale, che non ha mai cessato di provocare dibattiti.

Platone l'utopico, il comunista, il nazifascista?

Si può leggere in una scritto solo quello che vi si cerca, tralasciando completamente altre considerazioni non in linea con il nostro pensiero?

Ecco perchè sarebbe molto meglio prendere tra le mani il testo originario e leggerlo anche se piuttosto lungo

E' pur vero che un passaggio, il più famoso, è molto suggestivo, anche se rischia di essere travisato proprio perchè estratto dal suo contesto originario

“…Quando un popolo, divorato dalla sete della libertà, si trova ad avere a capo coppieri che gliene versano quanto ne vuole, fino ad ubriacarlo, accade allora che, se i governanti resistono sono dichiarati tiranni.

E avviene pure che chi si dimostra disciplinato nei confronti dei superiori è definito un uomo senza carattere, servo; che il padre impaurito finisce per trattare il figlio come suo pari, e non è più rispettato, che il maestro non osa rimproverare gli scolari e costoro si fanno beffe di lui, che i giovani pretendono gli stessi diritti, la stessa considerazione dei vecchi, e questi per non parer troppo severi, danno ragione ai giovani.

In questo clima di libertà, nel nome della medesima, non vi è più riguardo né rispetto per nessuno.

In mezzo a tanta licenza nasce e si sviluppa una mala pianta: la tirannia"


Ci sarà qualche mio alunno che in un lontano futuro riscoprirà la chimica e la biologia?

Nessun commento: