giovedì 6 novembre 2008

L'atomo quantistico

Preparando le lezioni relative all'atomo quantistico, mi capita di trovare anche numerosi agganci sia alla storia sia alla filosofia.
Ed è proprio un peccato, un'occasione culturale estremamente valida che viene perduta non poter presentare agli studenti una visione più completa e ciò per le difficoltà a far coincidere gli argomenti trattati (atomo in terza e filosofia del novecento in quinta) e la tendenza dei diversi insegnanti a coltivare ciascuno il proprio orticello.
Sapendo di incamminarmi sulle sabbie mobili data la mia scarsa competenza in materia, riporto quanto ho trovato.

Le implicazioni filosofiche del principio di Heisenberg portarono alcuni scienziati ad interpretare il concetto dell'indeterminazione come un rovesciamento del tradizionale concetto di causa-effetto, mettendolo fortemente in crisi

Secondo il determinismo della fisica classica, la conoscenza delle leggi e dei dati relativi ad un certo istante consente di prevedere con assoluta certezza l'evoluzione di un sistema.
La fisica classica ritiene di conoscere le leggi e ammette, almeno in linea di principio, che sia consentito conoscere i dati.
Molti fenomeni (quali il lancio di un dado) sono di fatto imprevedibili a causa della mancata conoscenza delle condizioni iniziali.
Tuttavia essi diventerebbero perfettamente prevedibili nel momento in cui si acquisisse tale conoscenza, concettualmente possibile per la fisica classica. Condizioni iniziali differenti produrranno differenti evoluzioni del sistema.
Questa rigida concezione deterministica, se estesa all'intero universo, si presta ad una critica strettamente legata al problema del libero arbitrio.
Per dedurre una legge fisica, lo sperimentatore deve avere la libertà di scegliere condizioni iniziali diverse e constatare, di conseguenza, differenti evoluzioni. Tuttavia, se l'intero Universo è rigidamente deterministico, lo sperimentatore, in quanto parte dell'universo, non è affatto libero nelle sue scelte.
Le condizioni iniziali che egli ritiene di scegliere sono in realtà determinate dalla storia precedente dell'intero universo.
La legge fisica che egli ritiene di dedurre sarebbe pertanto completamente priva di senso.

La fisica quantistica ha sferrato un colpo mortale alla visione deterministica della fisica classica.

La mancata conoscenza esatta dei dati relativi alle condizioni iniziali (conseguenza del principio di Heisenberg) che impedisce di prevedere esattamente i valori futuri assunti dalle diverse grandezze fisiche che caratterizzano lo stato di un sistema.
Questa impossibilità ci obbliga a previsioni esclusivamente di tipo statistico


Il principio di indeterminazione ha quindi causato una riflessione circa il libero arbitrio, sulla posizione dell’uomo nell’universo.
Nell’ambito della storia della filosofia, è possibile individuare due schieramenti a riguardo.
Per alcuni filosofi "libero arbitrio" significa sostanzialmente assenza di costrizioni.
In altre parole un soggetto è libero quando non è indotto a una scelta in contrasto con quelle che sarebbero le sue preferenze.
Per altri invece, per essere veramente liberi, occorre qualcosa di più.
Sarebbe cioè necessaria anche la capacità di scegliere in contrasto con le proprie preferenze senza essere vincolati dal proprio carattere, dalle proprie aspirazioni e dalle circostanze in cui avviene la scelta.
Questa seconda posizione è stata ben espressa da Schopenhauer quando affermò che "l'uomo è libero di fare ciò che vuole, ma non di volere ciò che vuole".

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