domenica 23 novembre 2008

Open day


Ieri pomeriggio l'open day del Lussana.
Dopo ben tre figli che hanno frequentato il liceo concorrente, del quale conosco fin troppi particolari didattico-organizzativo-dirigenziali, accompagno la piccola al primo open day di tutta la mia carriera di mamma (si potrebbe osservare meglio tardi che mai)
Attesa in un cortile gelato e completamente in ombra, un minimo di sollievo grazie al tè caldo preparato dai genitori del comitato, smistamento in gruppi fatti confluire ad orari prestabiliti.
Accoglienza del vicepreside e proiezione di alcune diapositive: grafici e torte relative ai successi scolastici degli alunni precedenti, impietoso collegamento tra numero di non promossi e giudizio di licenza media, quadri orari per paragonare le ore di lingua, matematica, fisica e scienze tra i diversi indirizzi.
Nessun cenno alle ore di materie umanistiche, forse immaginando che già si sa quante siano le ore di latino paragonate a quelle di matematica.
Commento della figlia: "ma allora non posso fare un liceo, sarei bocciata di sicuro".
Tentativo di ricostruire una fragile autostima con frasi del tipo "guarda che basta studiare, e questo in qualsiasi scuola"

Poi il susseguirsi delle aule speciali e dei laboratori: rivedere i laboratori di chimica, di fisica, la palestra così come li ho lasciati più di trent'anni fa scalda il cuore.
L'occhio professionale coglie subito quanto di meglio il Lussana ha rispetto a noi: innanzi tutto le cappe sopra i tavoli di lavoro in chimica (decido immediatamente di sfoderare qualsiasi arte, in particolare quella bellicosa, per far prendere in considerazione la faccenda a chi di dovere presso il Mascheroni); poi una serie di tubi catodici che richiamano molto quelli del Sarpi, con quello contenente il mulinello acceso e rivolto verso i genitori per ben quindici minuti; e soprattutto laboratori posti al terzo piano, con ampie finestre e tanta luce che entra (il paragone con i nostri, interrati, freddi e umidi, bui e a volte anche allagati è impietoso)
A sentire le nostre guide sembra che si svolgano tutte le attività di questo mondo, ci si rechi sempre in laboratorio, si facciano tutti i tipi di escursione e attività legate alla studio delle lingue.
Probabilmente verrà detto lo stesso anche al nostro di open day (confesso, non ho mai partecipato neanche ai miei) ma il singolo alunno sarà fortunato se riuscirà ad accedere almeno ad una delle attività proposte, se riuscirà a recarsi in laboratorio almeno una volta ogni quindici giorni.
Numerosi gli studenti che hanno illustrato alcuni dettagli, anche se non sempre chiarissimi, ma va riconosciuta la loro disponibilità.
Bisognerebbe però forse dir loro che il rame non ha simbolo "cu" ma che si pronuncia c-u (ben separati).
Dopo ben due ore risbuchiamo all'aperto, il freddo sembra essersi acuito e stoici i genitori continuano a distribuire tè

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