venerdì 10 ottobre 2008

Museo Scrigno della Natura


Stamane con la classe prima, ed è la quarta volta questa settimana (Bergamoscienza mi ucciderà), sono salita in città alta per un percorso guidato al Museo di Scienze Naturali.
Ci aspettavano come guida quattro ragazzi del Liceo Amaldi di Alzano che ci hanno illustrato le sale del Museo dimostrando una buona preparazione.

La parte più interessante però è stata la visita ai settori normalmente vietati al pubblico.
Siamo infatti saliti nei laboratori a diretto contatto con i conservatori del museo.
Prima tappa: attraversi corridoi tappezzati da armadi stipati di provette e contenitori contenenti organismi sotto formalina, arrivi in una stanza con armadi pieni di cassetti contenenti tutta la collezione Curò di insetti tenuti qui perchè i colori non sbiadiscano nel tempo e le bacheche delle farfalle sono uno spettacolo.
Anche l'armadillo congelato ed estratto dal freezer esercita un certo fascino.

Nulla però a confronto di quanto ci aspetta nel laboratorio vero e proprio.

Perchè qui alcuni animali sono vivi e volendo puoi anche toccarli.

Cominciamo con i bruchetti azzurrini importati per sostituire i nostri bachi da seta affetti da malattia non meglio identificata (esperimento fallito, si ammalano anche loro).

In un recipiente una povera mamma tarantola è morta proprio stamattina e i suoi piccoli le sono ancora tutti sull'addome e prima o poi la abbandoneranno; in un altro una mantide religiosa pigramente ci osserva, decine e decine di insetti-stecco di tutte le dimensioni stanno cercando la fuga, le larve della zanzara tigre sotto la lente di uno stereomicroscopio non danno segni di vita, un ragno pericoloso (dice il cartello) si è rintanato sul fondo e non c'è possibilità di osservazione, bisce di tutte le dimensioni recapitate al museo dopo la cattura sul territorio riempiono recipienti appoggiati ogni dove.
In effetti si respira quel sano disordine tanto simile a quello dei laboratori che frequentavo in università, tanto simile a quello che sempre mi circonda.
Sì, proprio un ambiente dove trovarsi a proprio agio.
Ragazzi stupiti di tutto.

Rifletto: è bello avere tredici-quattordici anni perchè ancora ci si stupisce.
Magari un po' troppo fracassoni per la guardiana che più volte ci riprende e minaccia di espellerci dal museo ma probabilmente non sa più apprezzare gli occhi spalancati di un bambino.

Nessun commento: