venerdì 17 ottobre 2008

Drosophilae II


Il tepore di questi giorni ha determinato il ripopolamento del mio composter.
Risultato: basta sollevare il coperchio e sei avvolto da una nuvola di Drosophilae.
Ci sono anche ragnettini rossi, larve grigiastre nelle quali si vede benissimo la metameria, qualche cetonia, moschini non meglio identificati e tanto altro materiale del regno dei funghi che al momento però non mi interessa.
Armata di un vasetto di vetro, rovistando tra i resti vegetali per individuare i moscerini comincio la paziente caccia.
Ci vuole una certa abilità per bloccare nel vasetto le Drosophilae e soprattutto tanta tanta pazienza.
Per cui dopo tre esemplari catturati decido che sono sufficienti.
Però osservandoli camminare sul vetro noto che sono tutti maschi (della serie quelli che si fanno catturare più facilmente) e sarebbe utile almeno una femmina.
Altro contenitore e di nuovo a caccia.
In cucina poi il compito estremamente delicato di convincere i moscerini a stare tutti nello stesso contenitore.
Qualche colpetto sul vetro per farli volare dall'uno all'altro e il risultato è: cucina con moscerini che volano da tutte le parti.
Ricomincio da capo e finalmente ottengo il risultato sperato.
Una femmina e quattro maschi, tutti rigorosamente di ceppo selvatico.
Pronta anche la ricetta per il terreno di coltura:
in 250 mL di acqua sciogliere 1,25 g di agar e 20 g di zucchero.
Portare all'ebollizione e aggiungere 22,5 g di farina di mais.
Far cuocere per 5 - 10 minuti mescolando.
Spegnere e aggiungere 5 mL di acido propionico e 5 g di lievito di birra.
(ricetta getilmente fornita dal tecnico di laboratorio del Lussana che l'ha già testata).
In attesa che arrivino i ceppi dal San Raffaele potremmo già cominciare l'allevamento.
Ci sono solo due difficoltà da prendere in considerazione:
primo i colleghi del Lussana non hanno mai ricevuto nulla dalle poste italiane e si sono dovuti recare a Milano (magari noi siamo più fortunati)
secondo quando ho avvisato la nostra tecnica di laboratorio ha dimostrato tutto il suo entusiasmo con le seguenti affermazioni: "ma mi stai prendendoin giro perchè non è possibile che abbia fatto una cosa del genere. dovevi prima avvisarmi. mi riempirai il laboratorio di insetti

4 commenti:

Daniel ha detto...

A questo punto sorgono spontanee due domande.
1) Come si riconosce che una Drosophila è maschio o femmina?
2) Come è possibile che in un qualsiasi composter o portafrutta nel giro di pochissimo si presentino i moscerini e che poi, per tenerli in cattività serva un terreno di coltura con tanto di ricetta calibrata alla millilitro? Voglio dire, non basta una buccia di banana putrefatta? Non mi sembrano molto schizzinosi...

Un'ultima considerazione. Io prima di presentare i moschini alla classe farei leggere questi post a tema. Sicuramente gli alunni apprezzeranno di più gli "ospiti".

Anna Maria Rossi ha detto...

Caro Daniel, nel sito c'è una casellina con le presentazioni che uso durante le lezioni. se scarichi Genetica II vedrai nella quarta diapositiva un disegno che raffigura le drosofile maschio e femmina. chiaramente le dimensioni da sole non bastano perchè dipende anche dal fatto che possono essere appena nate oppure più vecchie. ma il maschio ha l'addome che termina tutto nero e questo si vede bene mentre camminano sul vetro. il pochissimo poi è tutto relativo perchè una generazione se la temperatura è sufficiente dura quindici giorni, quindi dalla larvettina all'adulto in una settimana o poco più ci siamo. infine è vero che le selvatiche non sono molto schizzinose e la buccia di banana andrebbe anche bene, ma i ceppi mutanti oltre a difetti fisici facilmente visibili hanno un sacco di altre magagne, sono molto più delicati e vanno trattati con riguardo. infatti nel laboratorio di Morgan il numero dei sopravvissuti mutanti era sempre più basso dell'atteso. sperando di essere stata esauriente ti invio un caro saluto.

Anonimo ha detto...

Non voglio essere cattiva, ma la tecnica di laboratorio dovrebbe essere un pò più entusiasta. Dovrebbe essere la prima a voler proporre nuovi esperimenti alla classe (testati, non farne le classi la cavia)

Anna Maria Rossi ha detto...

la tecnica di laboratorio ha una formazione da chimica e non apprezza molto la biologia, tutto qui. io preferisco la biologia alla chimica e tante volte si è adeguata a quelle che lei chiama le mie stramberie