lunedì 20 ottobre 2008

Caccia


Domenica mattina: nel silenzio, uno sparo in lontananza.

Già, con l'autunno anche la stagione della caccia.

E ripenso all'entusiasmo di un alunno di prima mentre salivamo in città alta: "Non vedo l'ora di avere sedici anni per poter avere il porto d'armi (devo controllare se l'età è giusta) e così andare a caccia con mio nonno"

Di nuovo, di fronte alle vetrine espositive del museo: "Questi si uccidono col calibro 12 (non indago i dettagli). Quest'anno è un'ottima annata per i tordi, pensi che mio nonno ne ha cattuarti 160"

E immagini i 160 tordi allineati, domandando: "E cosa se ne fa? Era proprio necessario?"

"Certo! Ne abbiamo mangiato tutti e li ha anche regalati. Non deve essere contraria alla caccia. Io penso che se vengono uccisi è perchè sono deboli rispetto agli altri e quindi viene fatta una specie di selezione"

Anche utile per l'ecosistema quindi, e penso a quanto lavoro dovrò fare nel quinquiennio, piano piano.

Sarei potuta essere più dissacratoria in quell'istante, ma ci sarebbe stata una ricaduta, si sarebbe di colpo convinto della meraviglia della vita, di qualsiasi vita?

Anche mio papà andava a caccia, pur non avendo mai fatto stragi poichè le battute più fortunate si concludevano con sei sette allodole.

Da piccola era solo un dato di fatto, divertita tra fischietti e attrezzi strani che usava a prepararsi le cartucce.

Da grande solo blande osservazioni per non ferirlo troppo anche alla luce degli scarsissimi successi venatori, di fatto era quasi innocuo.

Già l'ho deluso tante volte, a cominciare dal fatto di essere nata femmina, per assumere con lui una decisa posizione anticaccia.

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