venerdì 26 settembre 2008

Natura matrigna

Solitamente sono piuttosto critica nei confronti dei giornalisti per come riportano le notizie attinenti alle discipline che insegno (si veda come recentemente la melamina sia stata storpiata in melanina).
Stavolta però il quotidiano locale è riuscito a stupirmi favorevolmente.
La notizia è di qualche giorno fa perchè sono sempre in arretrato a far tutto, figurarsi a leggere i giornali.
Una pagina intera è dedicata all'allarme lanciato dal centro antiveleni degli Ospedali Riuniti di Bergamo per l'aumento dei casi di avvelenamento dovuti ai prodotti naturali.
E' infatti il periodo dell'anno nel quale per i boschi si va a raccoglier funghi e capita che l'esperto improvvisato ingerisca qualche prodotto tossico. (nella bergamasca dai 10 ai 20 all'anno)
Vengono però segnalati casi più assurdi: overdose di carote (si riveda il post relativo alle vitamine) o ustioni provocate dal lattice dei fichi per abbronzarsi di più; trapianto di fegato reso necessario dall'ingestione di un decotto di piante non meglio identificato; decesso da polmonite conseguenza dalle lesioni provocate da un aerosol di estratto di aloe.
Già abbiamo parlato poi della ricerca nelle piante di sostanze psicotrope sostitutive di droghe di sintesi ma non per questo meno pericolose.
Perchè "naturale" non vuol dire automaticamente sicuro: le tossine più pericolose al mondo sono quelle che si trovano in natura.
Non perchè la natura sia così matrigna nei nostri confronti da volerci avvelenare in modo subdolo: ogni sostanza ha un ruolo ben preciso e indispensabile per la sopravvivenza della specie da cui proviene.
Semmai siamo noi gli sconsiderati che ignorando i pericoli ci affidiamo a falsi esperti o alla nostra ispirazione del momento, con una superficialità che nel caso di assunzione di prodotti chimici di sintesi non ci sfiorerebbe mai.
Cerchiamo di ricordarlo



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