martedì 23 settembre 2008

Ofiuco


Oggi nella simulazione di interrogazioni (fatta per rassicurare i ragazzi di quinta che si sono visti catapultare in classe nell'ultimo anno del liceo la peggiore delle insegnanti di scienze che potesse capitare loro) ci soffermiamo sulla costellazione di Ofiuco.
Non perderò mai infatti l'occasione di mostrare quanto poco l'astrologia sia corrispondente alla situazione delle costellazioni nel cielo. (si veda il post del 1 febbraio 2008)
Ed è talmente avvincente il mito che l'accompagna che val la pena di leggerlo (ecco a cosa si sono ispirati gli autori delle telenovelas)

Ofiuco rappresenta un uomo con un enorme serpente avvolto attorno alla vita. Egli tiene la testa del serpente nella mano sinistra e la coda nella mano destra. Il serpente è rappresentato dalla costellazione del Serpente

I Greci lo identificarono con Asclepio, il dio della medicina.

Asclepio era figlio di Apollo e di Coronis (sebbene qualcuno sostenga che sua madre fosse Arsinoe).

Coronis, figlia di Flegia re dei Lapiti divenne amante di Apollo, questi dovendosi recare a Delfi la affidò in custodia a un corvo dalle penne bianche come la neve. Coronis da lungo tempo nutriva una segreta passione per Ischiys, e lo accolse nel suo letto, benchè fosse già incinta di Apollo.

Prima ancora che il corvo allarmato, fosse partito alla volta di Delfi per riferire lo scandalo e dar prova del proprio zelo, già Apollo aveva divinato l'infedeltà di Coronis e maledisse il corvo perché non aveva accecato Ischys a colpi di becco quando esso si era avvicinato a Coronis.

Per questa maledizione le penne del corvo divennero nere e tali rimasero in tutti i suoi discendenti. Apollo si lagnò con la sorella Artemide dell'offesa ricevuta, e Artemide lo vendicò scagliando contro Coronis un intero turcasso di frecce. Quando si vide dinanzi il cadavere dell'amante, Apollo fu preso da tardivi rimorsi, ma ormai non c'era più nulla da fare.

L'ombra di Coronis era scesa al Tartaro, e sul suo corpo steso sulla pira già si versavano gli ultimi profumi, allorchè Apollo chiamò in aiuto Ermete il quale alla luce delle fiamme che lambivano la pira, liberò dal ventre di Coronis un bimbo ancora in vita.

Il bimbo fu affidato a Chirone, il centauro saggio (rappresentato nel cielo dalla costellazione del Centauro).

Chirone allevò Asclepio come un figlio e gli insegnò le arti della guarigione e della caccia.

Asclepio divenne talmente abile nella medicina che non solo riuscì a salvare vite umane, ma anche a resuscitare i morti.

Una volta, a Creta, Glauco, il giovane figlio del re Minosse, mentre stava giocando cadde dentro un barattolo di miele e vi annegò. Asclepio era intento a osservare il corpo di Glauco, quando un serpente si avvicinò. Lui prontamente l'uccise con il suo bastone; allora si fece avanti un altro serpente con in bocca un'erba che depose sul corpo di quello morto, che magicamente ritornò in vita. Asclepio prese la stessa erba e la pose sul corpo di Glauco, e l'effetto magico si ripeté.

A causa di quest'incidente, Ofiuco è rappresentato in cielo con in mano un serpente, che è divenuto il simbolo del recupero della salute per la caratteristica che i serpenti hanno di cambiare pelle ogni anno, come se ogni volta rinascessero.

Alcuni, però, dicono che Asclepio ricevette dalla dea Atena il sangue di Medusa la Gorgone.

Il sangue che sgorgava dalle vene del suo fianco sinistro era velenoso, ma quello del fianco destro aveva il potere di fare risorgere i morti.

Uno degli uomini che si suppone Asclepio abbia resuscitati fu Ippolito, figlio di Teseo, che morì precipitando dal suo carro (qualcuno lo identifica con la costellazione dell'Auriga).

Mentre prendeva le erbe guaritrici, Asclepio toccò per tre volte il torace del ragazzo, pronunciando parole propiziatrici ed Ippolito sollevò la testa.

Ade, dio del Mondo dell'Oltretomba, si rese presto conto che il flusso di anime morte nel suo regno si sarebbe drasticamente ridotto se questa tecnica fosse diventata di conoscenza comune. Protestò presso Zeus, il dio suo fratello, e quello colpì Asclepio con la folgore.

Apollo si sentì oltraggiato per il trattamento severo riservato a suo figlio e si vendicò uccidendo i tre Ciclopi che forgiavano le folgori di Zeus.

Per placare Apollo, Zeus rese Asclepio immortale (date le circostanze non era certo possibile riportarlo in vita) e lo pose fra le stelle come costellazione di Ofiuco.


Conclusione: l'astrologia è per i creduloni ma le favole sono tanto belle

1 commento:

Unknown ha detto...

Well well well......