lunedì 22 settembre 2008

Caccia grossa

Eppure sembrava una giornata normale, nulla lasciava presagire quanto stava per compiersi.
Pranzando guardo fuori dalla finestra e vedo il gatto che sale su una delle sedie poste in giardino.
Niente di particolare: a volte appoggio il suo cibo sul tavolo e ci sale per mangiare.
Ma si sofferma troppo a lungo sulla sedia e con la zampa muove qualcosa.
La mia vista da falco mi impedisce di mettere a fuoco con cosa stia giocando però intuisco qualcosa di scuro
Poichè ogni domanda ha diritto ad una risposta, mi alzo per guardare da vicino.
E scopro che dopo tre anni di tentativi falliti il mio gatto ha catturato il suo primo topolino.
Da restare sconvolti
Non più farfallette distratte o lucertole appena nate, no. Un topolino vero e proprio.
Con la zampa cerca di rianimarlo senza successo. Poi cerca di rosicchiarlo un poco. Invano.
Infatti il povero topolino è lì con la coda stecchita: tipico esempio di rigor mortis (per i miei alunni:si ripassi la contrazione muscolare e l'effetto del blocco delle teste della miosina).
Vorrei sapere dove è avvenuta la cattura, ma questo resterà un mistero insoluto.
Diffondo la notizia.
La figlia minore si complimenta col gatto e come ricompensa gli riempie la ciotola di croccantini.
Ricompensa per cosa?
Bisogno di cibo non ne aveva certo, bisogno di uccidere il topolino men che meno.
Avesse voluto giocare c'era sempre a disposizione il topolino vibrante comperato nelle fogne di Parigi.
Prelevo il trofeo e lo metto sotto la cenere del camino.
Il gatto continua a gironzolare tra le sedie a cercare il suo topo.

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