sabato 30 agosto 2008

Ultimo

Basta con i reportage, nonostante ci siano ancora tante segnalazioni degne di nota.

Chiudo con le tre tappe più insolite inserite in programma.

Visita al museo des égouts di Parigi: il museo sotterraneo dedicato alle fogne della città.

Dal profumo dei fiori all'odore caratteristico delle fogne, tra gli infiniti brontolamenti delle figlie femmine piuttosto contrariate dall'itinerario.










In realtà la visita è interessante, sia sotto il profilo storico, perchè numerosi pannelli ricostruiscono lo sviluppo della rete fognaria nei secoli, sia dal punto di vista letterario, in quanto Victor Hugo per scrivere alcuni passaggi dei suoi Miserabili qui si era recato per documentarsi, ed, infine, pure dal punto di vista tecnico: le grandi sfere utilizzate per la pulizia delle condotte, le draghe che contribuiscono a tener puliti tutti i canali, la descrizione dei trattamenti delle acque e i meccanismi messi in atto per preservare la città dalle inondazioni a mio avviso non sono meno importanti della visione di un'opera esposta al Pompidou (i miei commenti su certe "opere d'arte" hanno infatti suscitato tutto lo sdegno della figlia maggiore).












Le guide con il guanto a forma di ratto ottengono come risultato l'acquisto compensatorio di un topolino di peluche quale ricordo della giornata.


Altra tappa tecnica, ancor più insolita e sicuramente non inserita nei normali viaggi a Parigi, è l'ospedale Pompidou (nome un poco inflazionato).

Non che qualcuno della minicomitiva stesse così male da dover ricorrere a cure mediche, ma essendo tale struttura ospedaliera costruita su progetto della società che sta realizzando i nuovi Ospedali Riuniti di Bergamo, non potevamo saltare la visita. (consorte che lavora nell'ufficio nuovo ospedale)



Così percorriamo l'interno e l'esterno, osserviamo con quali meccanismi vengono pulite le enormi vetrate, la qualità del materiale utilizzato per confrontarlo con quanto usato a Bergamo, il procedere del degrado della struttura a otto anni dalla sua messa in opera.
Ad un certo punto mi siedo nella grande hall, pare quella di un centro commerciale, dove zampettano felici i piccioni e lascio ad altri l'indagine nei reparti, non solo per delicatezza nei confronti dei malati ma soprattutto perchè, essendo sulla via del ritorno da Versailles, non ce la faccio proprio più a camminare.
C'è un unico particolare che distingue questo luminoso corridoio da quello dei centri commerciali (chiaramente visitati pure essi): non passano in continuazione le ronde armate di soldati giovinetti con i mitra tra le braccia ad arrestare eventuali malfattori (e io mi ero stupita dei soldati armati in giro per Gerusalemme...).

Infine da visitare, perchè super tecnologico, l'"Historial Charles de Gaulle", che sorge sotto la Cours de la Valeur dell'Hôtel national des Invalides-Musée de l'Armée, quasi appena inaugurato da Nicolas Sarkozy.
Che i francesi sentano più di noi il senso della patria lo si poteva già cogliere osservando le dimensioni della bandiera francese posta sotto l'arco di trionfo ma l'esaltazione di De Gaulle ha dell'incredibile.
Vederlo in miniatura ologrammica parlare dell'Algeria è comunque uno spettacolo.



Rimando ad altra occasione tutta la discussione suscitata dalla figura di Robespierre e dall'intera parentesi rivoluzionaria.


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