giovedì 14 agosto 2008

Murano - Burano III



Arriviamo a Burano.
Già è tardi per l’isola: infatti i negozianti cominciano a ritirare le merci, le vecchie appoggiano la seggiola vicino alla porta riparata da tende di cotone a strisce verticali, compaiono numerosi gatti, tutti piuttosto magri.
Sbircio all’interno di un’abitazione che si affaccia sulla strada.
In un locale di otto metri quadrati c’è tutto: cucina, divano, letto, cesta per il gatto.
Sembra l’interno di un’abitazione di cinquant’anni fa.
Distolgo lo sguardo perché la proprietaria non gradisce la mia intrusione e mi osserva torva.
Penso al periodo invernale, alle nebbie persistenti.
Forse i colori vivaci delle abitazioni servono a rallegrare quelle lunghe serate.
Il canale che stiamo costeggiando è un rigagnolo stagnante: le barche parcheggiate ai due lati lasciano appena lo spazio sufficiente per la navigazione.
Una passerella metallica lo sfiora.
Orrenda.
Almeno però evita le scale ad una popolazione che mi sembra di soli anziani.
Non incontriamo nemmeno un bambino.
Solo gatti e persone frettolose con pizze d’asporto tra le mani.
Ad ogni albero sono appesi due o tre sacchetti pieni di immondizie.
Qualche angolo panoramico ci mostra il mare che ha cambiato colore: non più verde ma di un azzurro intenso.
Solo il rumore delle onde interrompe il silenzio.
Il traghetto delle 20.20 ci raccoglie per riportarci a Treporti.
Ci aspettano le code del rientro a Jesolo.
Vorrei addormentarmi, ma la preoccupazione che mi circonda è solo quella di cosa mangeremo per cena.


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