domenica 8 giugno 2008

Proust


Sfogliando rapidamente gli arretrati dei quotidiani che ho accumulato mi imbatto in una recensione a cura di Gianbruno Guerrerio del saggio di Jonah Lehrer "Proust era un neuroscienziato".

Attenzione immediatamente attirata per tanti motivi.

Primo motivo: Proust era autore francese e ai francesi va sempre la mia preferenza a causa della lingua studiata al liceo

Secondo motivo: all'esame di maturità, quando si sceglieva una delle materie su cui essere interrogati, ho scelto francese portando un lavoro di approfondimento relativo a Proust

Terzo motivo: ho apprezzato, anche se in italiano, la lettura dell'intera " A' la Recherche du temps perdu", della quale anche a distanza ormai di trent'anni ricordo alcuni bellissimi passaggi.

Pochi in realtà per i sette volumi del romanzo più lungo del mondo.

Quarto motivo: forse per una sensibilità particolare a cogliere sfumature a me celate, il mio moroso, che poi adesso è mio marito, non ha mai potuto sopportare Proust e la sua filosofia, al punto di denigrarlo appena ne sente parlare e per spirito di contraddizione probabilmente io invece ne esagero le qualità

Quinto motivo: la recensione riportata è breve e quindi leggibile rapidamente

Nel libro vengono esaminate la vita e le opere di diversi artisti, accumunati dalla curiosità per la scienza del loro tempo che li ha notevolmente influenzati nella stesura delle opere.

Oltre a Proust sono citati Cézanne, Stravinskij, Escoffier, Whitman, Eliot, Stein e Woolf.

L'autore scrive che è impossibile capire a fondo l' opera senza tener conto delle loro conoscenze scientifiche, così come alla scienza non basta attenersi al rigore, anch'essa deve nutrirsi di fantasia.

"La morale del libro è che noi siamo fatti di arte e di scienza. siamo fatti della stessa materia dei sogni, ma siamo pur sempre materia.

Sappiamo abbastanza del cervello per capire che il suo mistero rimarrà sempre tale.

Come un'opera d'arte, trascendiamo il materiale con cui siamo realizzati.

Alla scienza occorre l'arte per dar forma al mistero, ma l'arte ha bisogno della scienza perchè non tutto sia mistero.

Neppure la verità da sola è una soluzione, perchè la nostra realtà è plurale".

Condivido.
Quindi, ecco trovato un altro libro da far leggere agli alunni durante le vacanze


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