venerdì 27 giugno 2008

Il Signore del Sole

Oggi riporto un assaggio della poesia di Robindronath Tagore, poeta bengalese, premio nobel per la letteratura nel 1913.


Non voglio la libertà dell'asceta


In mezzo agli innumerevoli legami,

in grande gioia, gusterò

il sapore della libertà.

Questo fragile vaso di terra,

riempiendosi continuamente

verserà sempre il tuo nettare

di vari colori e di vari profumi.

Tutta la mia vita, come lampada,

s'accenderà della tua fiamma

alle miriadi di luci

in mezzo al tuo tempio.


Non voglio chiudere le porte

dei miei sensi nella mistica;

le gioie dei colori,

dei profumi e dei canti

sono le tue gioie.


Le mie illusioni risplenderanno

chiare nella libertà,

i miei amori si trasformeranno

in frutti di pietà.


Gelsomino


Nato dal volere divino

attraverso i millenni

oggi è fiorito un gelsomino

dal seno della terra.

Specchio d'una felicità

nascosta in lunghi secoli

dentro un cuore invisibile.

Tu simile al mio sogno!

Chi potrà dirmi quel giorno

quel prato a primavera

quel frammento di pena

dove alla luce s'aprirà

sopra il volto del tempo

l'umile mio sorriso?

Tu meravigliosa,

tu nascosta speranza

dentro il cuore profondo

di tutto l'esser mio.


Io non ti invoco...


Io non T'invoco per allontanare

da me ogni pericolo, soltanto

fa ch'io non debba averne mai paura.


Nè T'invoco per chiederti soccorso

nella tribolazione,

ma per esser più forte del dolore;


e se non trovo amici nella vita,

perchè coraggio e forza in me non cedano;

se mi coglie rovina e tradimento,

perchè non mi dichiari mai sconfitto.


Io non T'invoco per allontanar da me

ogni male; a Te chiedo soltanto

di trovare la forza di procedere;


nè per aver da Te consolazioni,

o per render leggero il mio fardello,

ma per trovar coraggio nel procedere.


Un dolce giorno, sulla prima aurora,

umile, in Volto io Ti vedrò. Tu aiutami

nei tormenti e nel buio dell'attesa,

fa ch'io non possa dubitar di Te.


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