lunedì 2 giugno 2008

Bucoliche

Si ricomincia.

Come tutti gli anni, arrivata la stagione delle cure antiparassitarie per la vite, a settimane alterne, ci si deve recare in trasferta, a Valbonaga, comune di Cisano Bergamasco.

Qui crescono le viti, piantate da mio suocero e alcune addirittura da suo papà, dalle quali ricaviamo il vino per il consumo domestico.

Le piante non sono molte, ne ricaviamo una decina di damigiane tra vino bianco e rosso, ma vanno curate lo stesso.
Senza trattamenti, infatti, ben difficilmente si può ottenere uva sana e nonostante tanto impegno ci sono sempre grappoli in marcescenza, grappoli ammuffiti, grappoli rinsecchiti per parassitosi fungini, batteriche, virali, da acari e da insetti.



Se aggiungiamo la grandine, la siccità, le piogge abbondanti al momento sbagliato, il prelievo degli stornelli e dei passanti, sembra un miracolo riuscire a cogliere qualcosa.

Così per le 7,30 è prevista la partenza e noi regolarmente partiamo un'ora dopo.

"Almeno ti riposi veramente".
Trascurabile il fatto che al rientro troverò tutto il caos che ho lasciato partendo.

Ragazzi a mugugnare perchè i loro programmi erano altri.

Solite tensioni di viaggio per l'uso della radio; solito epilogo con radio staccata dal cruscotto.

Per fortuna il tragitto è breve.

Arrivo alla casa degli avi che avrebbe bisogno di seri interventi di ristrutturazione: tegole pericolosamente in bilico, impianto idraulico ormai corroso, impianto elettrico a rischio folgorazione, stanze nelle quali è meglio non entrare visti gli ondeggiamenti del pavimento.

Casa degli avi a proprietà indivisa tra gli eredi e per la quale bisognerà prima o poi prendere qualche decisione.

Abitazione che è rimasta chiusa praticamente per otto mesi: ragnatele, incrostazioni, polvere e mosche morte ad accoglierti.

In cambio, una pace assoluta.

Il verde intenso delle foglie alternato al giallo dell'erba pronta per la fienagione.

I richiami di ogni tipo di volatile, compreso un cuculo in lontananza.

I belati delle numerose capre e caprette, il rumore dell'atomizzatore a ricordare la presenza anche dell'uomo.

Nessuna auto che ti obblighi al ciglio della strada.

Camminare per il gusto di camminare, con la mia lenta andatura perchè non si deve andare da nessuna parte.

Noto che sono spariti i garofani selvatici, nonostante il divieto della Regione alla raccolta.

Sono rimaste le fragoline di bosco ma per soddisfare il palato ne servirebbero molte di più.

Nell'orto le altre fragole non hanno lo stesso sapore, le ciliegie sono ancora bianche, l'altra frutta è appena abbozzata.


I kiwi sono in piana fioritura: potrei raccogliere i fiori maschili e femminili per far vedere agli alunni la differenza.

Rinuncio: mai che trovi alunni veramente interessati e soprattutto finirei per dimenticare i fiori da qualche parte, come sempre mi succede, e li avrei sacrificati invano.


Messa al sole come le lucertole che mi corrono intorno cerco di assorbire calore come un pannello fotovoltaico.

E' una tranquilla prima giornata d'estate.

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