sabato 5 luglio 2008

Piume


Sono come piume i miei ragazzi: sparpagliati dal dolore si raccolgono a sostenersi a vicenda, sanno solo piangere, oppressi da un'intera montagna si abbracciano per resistere ad un vento che non si placa.

Nei loro occhi pupille dilatate a cercare risposte, nei loro occhi si vede solo il vuoto spaventato.

E' troppo chiedere loro qualsiasi cosa: lo sgomento dei grandi diventa una nebbia che nasconde ogni orizzonte.

Rimane l'immagine di una nonna: avanza appoggiata al bastone, guarda il suo bimbo ingiallire e chiede "perchè non me? perchè non me?"

Rimane una madre sfigurata che si accascia sul bordo della bara e si assopisce piegata in due

Rimane un padre con i rami ormai spogli a sostenere tutti gli altri.

Ma noi non ricorderemo il pallore che avanza, il freddo marmo del viso, il cerotto sulla fronte, le escoriazioni, le mani raccolte in preghiera.

Noi ricorderemo i capelli sparpagliati e ribelli e l'aperto sorriso disarmante rivolto a chiunque e comunque, anche all'insegnante che lo sta rimbrottando.

1 commento:

Anonimo ha detto...

sì profe..ci sentiamo veramente come piume, di fronte alla morte, impotenti, non possiamo che cercare di volteggiare più vicine, per sostenerci, e ricordare nel migliore dei modi quella piuma che il vento crudele ha allontanato da noi...