domenica 6 luglio 2008

Giobbe


L'invito è a leggere l'intero libro: dalla ribellione per la sofferenza del giusto per arrivare all'accettazione di disegni insondabili



Cap. 14

L'uomo, nato di donna,
breve di giorni e sazio di inquietudine,
come un fiore spunta e avvizzisce,
fugge come l'ombra e mai si ferma.

Tu, sopra un tal essere tieni aperti i tuoi occhi
e lo chiami a giudizio presso di te?

Chi può trarre il puro dall'immondo? Nessuno.

Se i suoi giorni sono contati,
se il numero dei suoi mesi dipende da te,
se hai fissato un termine che non può oltrepassare,
distogli lo sguardo da lui e lascialo stare
finché abbia compiuto, come un salariato, la sua
giornata!

Poiché anche per l'albero c'è speranza:
se viene tagliato, ancora ributta
e i suoi germogli non cessano di crescere;
se sotto terra invecchia la sua radice
e al suolo muore il suo tronco,
al sentore dell'acqua rigermoglia
e mette rami come nuova pianta.

L'uomo invece, se muore, giace inerte,
quando il mortale spira, dov'è?

Potranno sparire le acque del mare
e i fiumi prosciugarsi e disseccarsi,
ma l'uomo che giace più non s'alzerà,
finché durano i cieli non si sveglierà,
né più si desterà dal suo sonno.

Oh, se tu volessi nascondermi nella tomba,
occultarmi, finché sarà passata la tua ira,
fissarmi un termine e poi ricordarti di me!

Se l'uomo che muore potesse rivivere,
aspetterei tutti i giorni della mia milizia
finché arrivi per me l'ora del cambio!

Mi chiameresti e io risponderei,
l'opera delle tue mani tu brameresti.

Mentre ora tu conti i miei passi
non spieresti più il mio peccato:
in un sacchetto, chiuso, sarebbe il mio misfatto
e tu cancelleresti la mia colpa.

Ohimé! come un monte finisce in una frana
e come una rupe si stacca dal suo posto,
e le acque consumano le pietre,
le alluvioni portano via il terreno:
così tu annienti la speranza dell'uomo.

Tu lo abbatti per sempre ed egli se ne va,
tu sfiguri il suo volto e lo scacci.

Siano pure onorati i suoi figli, non lo sa;
siano disprezzati, lo ignora!

Soltanto i suoi dolori egli sente
e piange sopra di sé.

Cap 42

Allora Giobbe rispose al Signore e disse:
Comprendo che puoi tutto
e che nessuna cosa è impossibile per te.

Chi è colui che, senza aver scienza,
può oscurare il tuo consiglio?

Ho esposto dunque senza discernimento
cose troppo superiori a me, che io non comprendo.

«Ascoltami e io parlerò,
io t'interrogherò e tu istruiscimi».

Io ti conoscevo per sentito dire,
ma ora i miei occhi ti vedono.

Perciò mi ricredo
e ne provo pentimento sopra polvere e cenere.


Vangelo san Giovanni

Intanto Gesù, ancora profondamente commosso, si recò al sepolcro; era una grotta e contro vi era posta una pietra.
Disse Gesù: Togliete la pietra!.
Gli rispose Marta, la sorella del morto: Signore, gia manda cattivo odore, poiché è di quattro giorni.
Le disse Gesù: Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?.
Tolsero dunque la pietra.
Gesù allora alzò gli occhi e disse: Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato. Io sapevo che sempre mi dai ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato.
E, detto questo, gridò a gran voce: Lazzaro, vieni fuori!.
Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti in bende, e il volto coperto da un sudario.
Gesù disse loro: Scioglietelo e lasciatelo andare.


1 commento:

Anonimo ha detto...

oggi sono trascorsi 2 anni dalla partita finale dell ultimo campionato del mondo in cui poi vinse la nazionale italiana,ma sono anche i 2 anni dalla notizia letta sul quotidiano locale dove solo le iniziali della vittima raccontavano l'incidente sul fiume e il relativo decesso di una giovane vita di 36 anni.Quel giorno lessi la notizia e pensai che la gita in gommone era diventata tragedia,poche ore dopo la mia lettura quella tragedia era anche mia...quelle semplici iniziali avevano un volto una voce un cuore un'adolescenza condivisa con la mia giovane esperienza di animatore parrocchiale,campeggi serate feste momenti SPECIALI di preghiera insieme il mio matrimonio dove lui e il suo più caro amico erano presenti...e qualche anno prima di allora avevamo già anche lui pianto tanto...ora loro di nuovo inseme avrebbero guardato noi rimasti qui....e qui poi Cristiano aveva lasciato la sua Sposa e la loro creatura che "INSIEME" stavano gioiosamente nel Signore attendendo...Si può pesare il dolore?non penso si possa dare un unità di misura nè di grandezza peso capienza resta solo la ferita e la necessità di non dimenticare perchè ritrovandoci noi ancora qui tra amici con gioia si riesca a non piangere la loro assenza,ma se ne continui a cogliere la Presenza.