venerdì 29 ottobre 2010

Bello


Ricevo la segnalazione per un link con il commento "cliccate è veramente bello"

Leggo il testo di una canzone e penso "è bello"

Ascolto una musica "bella"

Ma cosa è il bello?

Il bello è una categoria dell'estetica che fin dall'antichità ha rappresentato uno dei tre generi supremi di valori, assieme al vero e al bene.

Per i Greci e per i Romani questo termine aveva un'estensione più ampia di quella attuale, comprendeva infatti tanto gli oggetti belli quanto i pensieri. Se gli antichi potevano fare a meno della nozione di bello in senso stretto era perché avevano termini appropriati per il bello visibile, chiamato simmetria, come per il bello udibile, chiamato armonia.

Nell'antichità si formulò quindi la teoria secondo la quale il bello consiste nella proporzione e nella appropriata disposizione delle parti. .

E l'armonia associata al bello viene ripresa anche da Kant.

Nella Critica del giudizio analizza il bello dandone quattro definizioni, che delineano altrettante caratteristiche:

  • il disinteresse: secondo la qualità un oggetto è bello solo se è tale disinteressatamente quindi non per il suo possesso o per interessi di ordine morale, utilitaristico ma solo per la sua rappresentazione;
  • l'universalità: secondo la quantità il bello è ciò che piace universalmente, condiviso da tutti, senza che sia sottomesso a qualche concetto o ragionamento, ma vissuto spontaneamente come bello;
  • la finalità senza scopo: secondo la relazione un oggetto è bello non perché fosse il suo scopo esserlo ma è come se vedere un oggetto bello sia vedere la sua compiutezza anche se in realtà non vi è alcun fine;
  • la necessità: secondo la modalità è bello qualcosa su cui tutti devono essere d'accordo necessariamente ma non perché può essere spiegato intellettualmente; anzi, Kant pensa che il bello sia qualcosa che si percepisce intuitivamente: non ci sono quindi "principi razionali" del gusto, tanto che l'educazione alla bellezza non può essere espressa in un manuale, ma solo attraverso la contemplazione stessa di ciò che è bello.
Dal bello passa poi alla definizione di sublime. Ogni volta mi soffermo su questi argomenti provo un grande rimpianto. Ma cosa facevo, cosa pensavo nei tre anni di liceo durante le lezioni di filosofia? Perchè mi è rimasto solo il ricordo di pagine imparate più o meno a memoria senza aver mai capito nulla?

lunedì 25 ottobre 2010

La musique





La musique souvent me prend comme une mer!
Vers ma pâle étoile,
Sous un plafond de brume ou dans un vaste éther,
Je mets à la voile;
La poitrine en avant et les poumons gonflés
Comme de la toile,
J'escalade le dos des flots amoncelés
Que la nuit me voile;
Je sens vibrer en moi toutes les passions
D'un vaisseau qui souffre;
Le bon vent, la tempête et ses convulsions
Sur l'immense gouffre
Me bercent. D'autres fois, calme plat, grand miroir
De mon désespoir!

C. Baudelaire

domenica 24 ottobre 2010

Evoluzione

Cercare di superare le barricate del preconcetto è sempre un utile esercizio.
Un utile contributo potrebbe essere la partecipazione al convegno di cui riporto la segnalazione.

Sabato 27 novembre 2010
Sede del convegno: Milano – Auditorium Centro Congressi Assolombarda

In particolare mi piacerebbe ascoltare:

Evoluzione biologica: il caso-studio degli ominidi e di Homo sapiens

Prof. Giorgio Manzi (Professore di Paleoantropologia ed Ecologia Umana all’Università «La Sapienza», Direttore del Museo di Antropologia «Giuseppe Sergi», Roma)

Dal creazionismo scientifico alla scienza della creazione

Prof. Ludovico Galleni (Professore di Zoologia Generale, Università degli Studi di Pisa e Professore di Evoluzione Biologica, Pontificia Università Gregoriana, Roma)

L’evoluzione: dai dati, ai fatti, alle spiegazioni, alle teorie e alle interpretazioni filosofiche

Prof. Evandro Agazzi (Presidente della «Académie Internationale de Philosophie des Sciences», Professore Emerito Università degli Studi di Genova)

E’ l’evoluzione una sfida per la creazione oppure è la creazione una sfida per l’evoluzione?

Rev. Prof. Santiago Sanz Sánchez (Professore di Teologia Dogmatica e Coordinatore degli Studi della Facoltà di Teologia, Pontificia Università della Santa Croce, Roma)


Chissà se chiedendo a qualche collega di sostituirmi a scuola (perchè la condizione è questa) potrò parteciparvi?

sabato 23 ottobre 2010

Orbitali




Quando si spiega l'atomo è sempre piuttosto difficile descrivere la distribuzione probabilistica degli elettroni attorno al nucleo

E' possibile però trovare in rete degli utili supporti

Cliccando qui si arriva ad una finestra.
Scegliere Hydrogen Atom Applet
Si possono selezionare numero quantico principale, secondario e magnetico.
Appariranno, bellissimi, gli orbitali corrispondenti

Superbia


Il pensiero tradizionale colloca la superbia al primo posto e lo comprende come atteggiamento che falsifica la relazione con gli altri e con Dio.
Peccato di superbia è quello delle origini (peccato originale) che si ripete ogni qualvolta l’essere umano, uomo e donna, non riconosce il suo statuto di creatura e pretende di giocare a fare il Creatore.

La superbia (o, altrimenti detta, orgoglio, ambizione, arroganza) rinvia all’uomo: soltanto lui è dotato di consapevolezza e, quindi, di capacità di farsi un’immagine di sé più o meno lontana dalla verità: sovraestimazione di sé e sottoestimazione degli altri.

La superbia non è monopolio di nessuno, tutti ne posseggono una buona dose che conduce a misurare la propria eccellenza sulla presunta e pretesa inferiorità dell’altro, degli altri.

La superbia è antica e sempre attuale, può manifestarsi in molteplici maniere, ad es., nel cosiddetto carrierismo coltivato da quanti cercano una carica sociale non per servire alla causa comune, ma per ottenere potere, popolarità, prestigio.
Non ne sono esenti gli intellettuali di
professione (o gli insegnanti) che ambiscono farsi chiamare esperti e rivendicare con arroganza l’ultima parola.
Nelle forme più estreme s’identifica con il razzismo dai molteplici volti ed espressioni: gli altri sono considerati inferiori, individui e gruppi umani arretrati, culture selvagge.
Superba può essere la persona, ma anche la società.
Non è difficile constatare come le società occidentali manifestano, più o meno scopertamente, superiorità nei confronti di altri popoli e culture unicamente perché sono le più forti e le più ricche.

Il messaggio cristiano taglia alla radice la pianta viziosa della superbia, individuale e sociale, e la converte alla giusta direzione: «Ciascuno di voi consideri gli altri superiori a se stesso» (Fil 2,3).

Riconoscere la grandezza di sé è inseparabile dal riconoscere la grandezza dell’altro; la stima di sé è inseparabile dalla stima dell’altro.


La mia espulsione dell'altro giorno ha prodotto una valanga dirompente: scambio acceso di opinioni tra colleghi (leggasi litigata su più fronti), presa di posizione della dirigenza "attendista", classe come al solito disorientata a subire lo sfogo di tutti

Una bussola che ha perso il suo campo magnetico

Urge una rflessione comune sui vizi capitali che ci corrodono

giovedì 21 ottobre 2010

Problemi autunnali


Utilissimi per lo studio di Morgan

Percorsi


Bisogna essere sommamente grati alla tecnologia che ci evita il fastidio di pensare.
Come farebbero i miei alunni senza la calcolatrice?
Alla lavagna una somma del tipo 24 + 37 li mette già in crisi profonda, se dovessero fare una semplice divisione passerebbe l'ora intera
Si potrà dire "per una capacità persa, mille nuove acquisite"

Come farebbero tanti autisti incapaci come sono io di orientarmi tra mille cartelli stradali senza la voce più o meno piacevole che ti suggerisce "svolta a destra e continua per cento metri, poi alla rotonda prendi la seconda uscita?"
E se per caso c'è un divieto di accesso spuntato nella notte come un fungo basta gironzolare un poco a casaccio che il percorso viene in breve tempo ricalcolato
Anche saper leggere uno stradario diventerà superfluo


Speriamo che una quota di capacità critica ci rimanga.

Qualcuno potrebbe spiegarmi la mappa riportata sotto?


Confesso che da sola non ci sarei mai arrivata ad ipotizzare un salto in Corsica per raggiungere Ventimiglia

mercoledì 20 ottobre 2010

Ira


L’ira sconvolge l’animo, riduce il controllo delle parole e della azioni, conduce alla vendetta, all’odio, all’insulto, all’ingiuria e anche all’omicidio.
La morale antica non ha esitato a collocare l’ira (la collera) nel novero dei sette vizi capitali.
Non tutti ne possiedono uguale dose: accanto a chi non si lascia scuotere da alcun evento avverso, vi è colui che va in collera per ogni inezia che contrasta i suoi desideri e si oppone alle sue aspettative.

Si farebbe torto al sentimento dell’ira se si considera soltanto la direzione distruttiva.
L’ira (lo sdegno) è anche sana reazione di fronte a situazioni moralmente inaccettabili.
In questo senso, la Sacra Scrittura parla dell’ira di Dio; presenta Gesù in preda allo sdegno e alla collera che fustiga il male.
L’uomo non è fatto soltanto di fredda razionalità e di calcolata volontà, come pensavano gli storici antichi e nuovi.
La passione appartiene alla natura umana e l’ideale morale non consiste nel farla tacere, ma ne darle la giusta direzione.
La causa della pace, della giustizia, della salvaguardia del creato, ha bisogno di persone che si appassionino, si sdegnino, protestino quando questi valori sono violati e disprezzati.
In presenza della violenza e dell’immoralità, pubblica e privata, occorre scuotere gli animi e risvegliarli dall’indifferenza, apatia, rassegnazione, rinuncia, e suscitare giusta indignazione.



Per la prima volta nella mia lunga carriera ho "invitato" due alunni ad accomodarsi fuori dall'aula
(leggasi espulsi con una certa violenza verbale)
Ira o giusto sdegno?
Perchè rifletterci?
Assolversi pienamente e così tacitare il tarlo?

Se ciò li facesse riflettere anche solo la metà del tempo che ho dedicato loro già sarebbe un buon risultato


martedì 19 ottobre 2010

Sole

Lezione di domani


lunedì 18 ottobre 2010

venerdì 15 ottobre 2010

Bergamoscienza 2010


In dirittura d'arrivo la VIII edizione di Bergamoscienza.
Con le classi, con pochi volontari o da sola anche quest'anno ho seguito diverse proposte
Come per gli altri anni riporto solo i miei commenti perchè per chi volesse le informazioni tecniche c'è l'apposito sito
Prima conferenza.
L'unità delle Biologia: dal corpo alla sintesi del vivente presso l'Auditorium di Albino. Relatore: prof Carlo Alberto Redi
Motivazione della partecipazione: rivedere e salutare il mio relatore di tesi Riflessioni.
Raggiungere Albino sotto la pioggia battente in una fredda sera d'autunno si fa solo per il relatore di tesi.
Deve essere ben difficile scegliere il registro di comunicazione più adatto, correndo il rischio di essere troppo semplici per gli esperti e troppo complicati per i digiuni della materia
Dovevo mettere in conto che in una sala non troppo gremita il relatore potesse vedermi e, conoscendolo, citarmi almeno quattro volte
Vale lo stesso per le sue considerazioni finali relative alla valutazione della legge 40/2004 e di alcuni esponenti politici

Seconda conferenza.
I raggi cosmici di altissima energia: i messaggeri dell'universo estremo presso il Teatro dei Filodrammatici a Treviglio. Relatore: prof Giuseppe Battistoni Motivazione della partecipazione: approfondimento programma con obbligo di presenza per tutti gli studenti di 5L e 5M
Riflessioni.
Raggiungere Treviglio e orientarvisi nonostante il supporto di tutte le mappe stampate che non prevedono mai i lavori in corso estemporanei per l'asfaltatura si fa solo perchè ci sono cinquanta alunni ad aspettarti.
Gli studenti di fisica basta guardarli in faccia e si riconoscono
Il relatore è stato estremamente bravo soprattutto quando ha risposto ad una signora del pubblico che chiedeva gli effetti sulla psiche dei raggi cosmici "siamo solo poveri fisici, a tanto non arriviamo"
Mi rimarranno gli occhi sbarrati e ingenui di un alunno che mi si è avvicinato e ha chiesto "ma a lei profe questa conferenza è davvero piaciuta?"


continua...

giovedì 14 ottobre 2010




















"Io t'amo per cominciare ad amarti,




per ricominciare l'infinito,



per non cessare d'amarti mai:



per questo non t'amo ancora."




PABLO NERUDA

Diluvio


“Ora stendeva il braccio per collera, ora l'alzava per disperazione, ora lo dibatteva in aria, come per minaccia, e, in tutti i modi, dava loro di fiere scosse, e faceva balzare quelle quattro teste spenzolate; le quali intanto s'ingegnavano a beccarsi l'una con l'altra, come accade troppo sovente tra compagni di sventura.”

Sto una settimana in Polonia.

Che mai vuoi che succeda in una scuola ove non succede niente di significativo per mesi interi?

Sapevo che si sarebbe tenuta un’assemblea sindacale, una come tante.

Al ritorno fosse capitato il diluvio universale avrei trovato meno sconvolgimenti.

Dall’assemblea sindacale è scaturita la decisione di sospendere le visite di istruzione per palesare il forte disagio derivante dai continui attacchi alla scuola pubblica e dai continui tagli sia economici sia di personale.

E per dinamiche che non sono riuscita pienamente a cogliere le tensioni accumulate in precedenza sono esplose.

Così ho trovato Docenti contro Dirigenza, Dirigenza contro Segreteria, Segreteria contro Personale Tecnico, Personale Tecnico contro Docenti, Segreteria e Dirigenza, Studenti e Segreteria contro Docenti...con tutti i possibili altri incroci

Adesso sembra calata la calma. Ho paura che sia la calma apparente che precede la tempesta.

Un invito a tutti.

Rileggiamo la descrizione di Manzoni nei Promessi Sposi che ho riportato sopra


mercoledì 13 ottobre 2010

Propositi

Corsi pomeridiani


Si ricomincia
Come ormai da un po' di anni se ci saranno abbastanza iscritti verranno attivati il corso pomeridiano relativo alle patologie e quello di chimica a tavola
Ma quest'anno c'è una novità
Verranno attivati anche corsi in collaborazione con l'Università: uno in ambito Giuridico-Economico, uno in ambito Umanistico e uno in ambito Scientifico-Matematico.

Per l'ultimo il titolo "Vestire l'Arcobaleno" analisi dei processi fisici, chimici e tecnologici nella produzione dei tessuti.

In collaborazione con la facoltà di Ingegneria di Bergamo (le lezioni saranno tenute in parte presso il Liceo Mascheroni e in parte a Dalmine e sempre con la copresenza di un insegnante universitario e uno del liceo) ci si occuperà di quello che concerne la produzione di tessuti.
Un tessuto va infatti progettato nella sua composizione chimica, attraverso l'uso di softtware che in qualche modo simulino il suo comportamento in relazione all'utilizzo che se ne farà. Va realizzato, colorato, lavorato, smaltito.

Elenco delle lezioni:
FISICA DEL COLORE: l'origine microscopica del colore dei corpi - la dispersione della luce nei colori che la compongono

CHIMICA DEL COLORE: le molecole colorate - le fibre tessili e i polimeri

I MATERIALI TESSILI: il tessile funzionale (conoscenza dei materiali tessili)

PROGETTAZIONE MECCANICA: il telaio tessile - dimensionamento dei vari organi di un sistema

PROGETTAZIONE E GESTIONE DELLA PRODUZIONE: come il prodotto arriva sul mercato dall'approvigionamento alla vendita - caso specifico Zara

I MATERIALI TESSILI: i tessili tecnici - progettazione del prodotto di moda

BIOLOGIA DEL COLORE: colorazione cellulare - tossicologia cellulare - applicazione biopolimeri

lunedì 11 ottobre 2010

Pranzo


Durante il pranzo è normale raccontare quanto successo in mattinata ad un pubblico, quello dei figli, generalmente poco interessato

Sfruttando la presenza dell'esperto comincio a chiedere:
"Ma nell'equazione di Schrodinger cosa significa il delta capovolto al quadrato?"
(semplicemente perchè proiettandola durante la spiegazione dell'atomo ho provocato la domanda in tal senso da parte di un alunno. Volevo si capisse che dietro ai modelli descrittivi ci sono conteggi matematici non che ci si focalizzasse sull'equazione..)
"Si chiama nabla quadro. E' l'operatore laplaciano: somma delle derivate seconde rispetto a tutti gli assi. analogo della quantità di moto al quadrato"

Meglio segnarmelo.

"Già che ci siamo (ci siamo dove? siamo a tavola) leggi un attimo questo articolo del corriere perchè un altro alunno mi chiesto un parere"
L'articolo è "Le stelle, la luce e la scoperta. I buchi neri non sono più neri" di G. Caprara 30.09.2010
Risposta drastica
" L'articolo è scritto male perchè è comprensibile solo da chi sa già di cosa si sta parlando (che tra l'altro capirebbe gli errori presenti come la citazione dei fotoni ad energia negativa). Inoltre la novità dello studio citato non è spiegata, cioè ci si afferma che conferma la teoria ma senza dire come e perchè"
"Ma la teoria quale sarebbe?"
"Fluttuazioni quantistiche del vuoto producono particella e antiparticella subito annichilantesi. Se ciò succede nei pressi dell'orizzonte degli eventi di un buco nero può capitare (sono un po' scettico) che una delle due finisca nel buco nero e l'altra si liberi nello spazio. Ciò avrebbe come conseguenza l'emissione di radiazione dal buco nero che perdendo energia finirebbe per evaporare. Osservazioni sperimentali a sostegno: l'effetto Casimir ( tra due piastre neutre a distanza di pochi micrometri nel vuoto in assenza di campo esterno si misura una forza come quella che si esercita tra particelle cariche virtuali) e l'esperimento TOPAZ effettuato in Giappone (non ce la farò mai a spiegartelo)"

Meglio segnarmi anche questo

Intervento della figlia minore.
"Volete smettere di cianciare che non capisco nulla di cosa sta succedendo a Beautiful?"

Per un attimo l'attenzione va al televisore
Chiedo informazioni sulla trama, su chi sono i personaggi presenti


Devo ancora decidere se è più complicato capire la teoria di Hawking o gli intrecci strampalati della serie televisiva

giovedì 7 ottobre 2010

Fotografie I



Mi sono chiesta:
"Ma se questo cartellone fosse appeso sui muri in Italia?"

Wislawa Szymborska




La poesia -
Ma cos'è mai la poesia?

Più d'una risposta incerta
è stata già data in proposito.
Ma io non lo so, non lo so e mi aggrappo a questo
come alla salvezza di un corrimano.

Amore a prima vista

Sono entrambi convinti
che fu un improvviso sentimento a unirli.
Com'è bella tanta certezza
ma l'incertezza è ancor più bella.

Pensano che non conoscendosi prima,
nulla sa mai avvenuto tra loro.
Ma che diranno mai le strade, le scale, i corridoi
nei quali da tempo han potuto incrociarsi?

Vorrei chieder loro
se per caso ricordano-
forse una volta tra le porte girevoli
un faccia a faccia?
un qualche "scusi" nella calca?
l'eco di un "ha sbagliato" al telefono?
- ma conosco la risposta.
No, non ricordano.

Grande sarebbe la sorpresa,
a saper che ormai da tempo
li ha presi in giro il caso.

Pronto non era ancora
a mutar per loro in sorte,
li ha tenuti vicini e poi lontani,
gli ha sbarrato la strada e
soffocando il riso
con un salto si è fatto da parte.

Furono segni, segnali,
ben poco importa se oscuri.
Forse tre anni or sono
oppure il martedì recente
non volò via quella piccola foglia
di spalla in spalla?
Qualcosa venne perso e qualcosa raccolto.
Chissà se cominciò già con la palla
in quei cespugli d'infanzia?

Furono maniglie e campanelli,
su cui di buon 'ora
il tocco si posò sul tocco.
Valigie appaiate nel deposito bagagli.
Fu forse un sogno uguale nella notte,
scomparso d'improvviso col risveglio.

Poiché ogni inizio
è solo un seguito,
e il libro degli eventi
resta pur sempre a metà aperto.

Hubble

martedì 5 ottobre 2010

La fuga


Ospiti nell'oratorio dei Salesiani di Poznan
Di mattina, prima che i colleghi polacchi vengano a recuperarci scendiamo nella cucina per prepararci la colazione
Una signora tra i cinquanta e i sessant'anni, minuta, vestita di nero, traffica per la cucina o stira.
In una grande pentola ha messo a bollire il collo di due galline, sbuccia una barbabietola e l'aggiunge.
Il brodo diventa rosso scuro e allontano l'idea che possa essere una delle tante bevande che ci sono state offerte
La signora sorride e sa parlare solo il polacco
Per me è lo stesso
Perchè quando si parla inglese se sto molto attenta riesco a capire quanto si dice, ma devo stare troppo attenta
La mente in genere stacca e se ne va inseguendo i suoi pensieri.
Decido: voglio regalare dei fiori alla signora


Ore otto: sono pronta. La colazione è fissata per le otto e trenta, la partenza per le nove e trenta, perchè il mio compagno di viaggio impiega almeno 45 minuti, tre tazze (una per il the, una per la bustina usata del the, una per il latte con i cereali e bontà sua si adatta a bere il caffè nella tazza già usata per il the), due piattini, coltello, forchetta e tre cucchiaini (uno per il latte, uno per il the e uno per lo yogurt)
Io impiegherei due minuti circa se non ne fossero necessari dieci perchè la caffettiera abbia pronto il caffè.
Quindi c'è tempo.
Esco
Senza ombrello, nonostante la pioggia perchè il mio ombrellino portatile non ripara e massacra le dita
Mi protegge meglio l'impermeabile dall'aerosol di pioggia che proviene da tutte le direzioni.
Vado alla ricerca di un mercatino di fiori in una città fredda, bagnata, addormentata e quasi deserta
Nè una parola di inglese decente, nè tantomeno una polacca
Eppure si comunica benissimo: per il costo dell'erica rossa scelta bastano le dita
Ritorno pensando che ho con me solo telefono e zloti
Mi capitasse di essere investita, non ho nemmeno il passaporto.
E se non tornassi?
Quanto potrei sopravvivere in terra straniera, terra straniera gelata in aggiunta?
Soliti pensieri inutili
Arrivo all'oratorio con soli quindici minuti di ritardo per la colazione e nessuno si è accorto della mia fuga

Rogalin


Escursione alla villa che fu della famiglia Raczynski
Nella galleria dei ritratti scorri duecento anni
Tra tanti, Edward che nel 1829 regala la prima Biblioteca pubblica ai cittadini di Poznan
Tante altre opere regalate ad una città irriconoscente
Una mattina su un'isoletta il colpo di un piccolo cannone a dilaniarne il corpo
Non ci sarà il dubbio di una morte apparente
Tanta era la paura di venir sepolto ancora vivo, di risvegliarsi nel buio di una tomba che aveva fatto costruire un'apposita struttura con i letti per persone con la sua stessa fobia
Alle dita dei cadaveri fili collegati a campanelli per far accorrere in caso di risveglio il servente incaricato di seguire una apposita procedura di rianimazione
Il liceo gemellato col nostro è dedicato proprio a Karol Libelt, il medico incaricato di scrivere tale accurata procedura

Inutilmente ho cercato di reperirla
Ma non demordo, prima o poi la troverò. Fosse anche in polacco

Nietoperek


Di nuovo sotto terra

Visita alla linea di difesa costruita dai tedeschi ma mai utilizzata come tale
Piuttosto che difendere la Germania dall'assalto dei Polacchi alleati della Francia, meglio invadere l'intera Polonia e scongiurare ogni pericolo
Tanti chilometri scavati, murati, ricoperti di terra
Fabbrica, deposito, magazzino di armi, di motori, di scorie radioattive, di frutta
Il destino dell'incompiuto
La volta con gli anelli da cui passavano i fili elettrici, le rotaie per i convogli che percorrevano i labirinti delle gallerie, i fori nelle pareti per mettere esplosivo e crearsi una via di fuga


Riserva naturale
35.000 pipistrelli vivono nei lunghi corridoi bui.
Li illumini con la torcia, fornita perchè in alcune zone non c'è illuminazione, e ti chiedi se quegli occhi scuri ti stanno guardando.
Immobili.
Come se sapessero che quel vociare si allontanerà tra poco, che il buoi li inghiottirà di nuovo.
La guida continua a parlare in polacco
Scambia battue con i visitatori.
Non capisco nulla
Ha un tono di voce monotono.
Ed è triste
Chiedo alla collega i perchè di tanta malinconia
"Sarà perchè deve fare la guida qui sotto, al buio e al freddo (10 gradi)"
Già
Usciamo
Blocchi di piramidi poggia mitragliatrice ci guidano sulla via del ritorno

I fanatici dalle teste rapate, gli anfibi ai piedi, le mimetiche per vestito e sopra giubbetti neri si allontanano euforici per la visita, per le foto scattate vicino ai manichini dei soldati tedeschi, per la corsa sul carrello a mano posto sulle rotaie


e l'immagine di uomini vestiti a strisce a svuotare lavatoi di escrementi, privilegiati tra i prigionieri perchè la puzza tine lontane le guardie, perchè possono sedersi cinque minuti, perchè possono evacuare quando vogliono spegne completamente quel chiasso


Draghi, chakra e querce



Polonia terra di leggende

Il drago di Cracovia
Tanto tanto tempo fa, quando Cracovia era un piccolo paese situato vicino al fiume Wista, governava un re che si chiamava Krak. Era un re intelligente, coraggioso e giusto. Sotto il suo governo, la città crebbe in forza e ricchezza. Molti commercianti che vendevano preziosi ornamenti e ogni sorta di prodotti si arricchirono. Il re Krak governò felicemente per tanti anni. Gli abitanti della città non disturbavano nessuno, vivevano in pace. Però una notte, in una vuota caverna ai piedi del colle di Vavel, non si sa da dove, apparve un terribile drago. Il mostro era immenso, coperto di squame verdi e dalle sue fauci, che mostravano denti grandi e affilati, usciva una fiamma enorme.

Quando videro questo rettile così vicino al castello, gli uomini furono presi dal panico e dal terrore. Il drago aveva una fame terribile e rapiva in continuazione il bestiame al pascolo. Tutti coloro che osavano avvicinarsi alla sua grotta diventavano le sue vittime. Il drago stava bene, cresceva e con lui cresceva il suo appetito. Il re Krak non era più giovane, e non potendo combattere da solo contro il drago, allora rese pubblico che chi avesse abbattuto il drago e liberato la città avrebbe avuto metà del suo regno e sua figlia in sposa. Presto il suo proclama giunse alle orecchie di cavalieri e principi che abitavano nei pressi di Cracovia e anche a forestieri. Alcuni arrivarono da soli, altri con i loro scudieri, altri ancora con tutte le truppe. L' entrata di ognuno era accolta con grida di gioia e con la speranza di liberarsi di quella terribile bestia. Purtroppo il drago si dimostrava sempre il più forte di
tutti. Il fuoco che usciva dalla sua bocca, le squame dure come l'acciaio e i suoi denti affilati lo rendevano invincibile. Molti uomini persero la vita combattendo contro di lui, e le bianche ossa dei guerrieri che si vedevano davanti alla caverna scoraggiavano tutti gli altri dal tentare l'impresa. Soltanto pochi erano
riusciti a scappare tutti "interi". Ogni giorno arrivavano sempre meno cavalieri. Poi non arrivò più nessuno. Gli abitanti si abbandonarono alla disperazione, perché non avevano più la speranza di liberarsi del drago. Un giorno si recò dal re un coraggioso.
Era strano, un giovane non appariscente, un calzolaio di Cracovia che si chiamava Scuta. Sembrava che questo piccolo, snello ragazzo non avesse la minima possibilità di combattere contro il drago, dato che tanti forti ed esperti cavalieri avevano perso la vita. Il calzolaio pensava di battere la bestia non con la spada, ma con l'aiuto di uno stratagemma. Perciò uccise un grande ariete, lo svuotò delle interiora e mise al posto di quelle zolfo e catrame. Di notte si avvicinò alla caverna e lasciò lì l'ariete, che da lontano sembrava proprio vivo. All' alba, quando il drago affamato uscì dalla grotta, vide quel boccone invitante, vi si buttò sopra e lo mangiò.
Dopo un attimo, sentì dentro lo stomaco un grande bruciore. Per spegnere il fuoco, iniziò a bere l'acqua del fiume. Bevve, bevve, e la sua pancia crebbe sempre più. Infine scoppiò con un fragore tremendo.Gli abitanti sentirono il rumore, si recarono al fiume e urlarono di gioia. Il calzolaio sposò la principessa e prese metà regno. Dopo la morte del re, prese il potere e governò con giustizia. Con la pelle del drago fabbricò parecchie paia di scarpe.
Le grandi querce
I fratelli, Lech, Czech e Rus per anni avevano vissuto in tre villaggi differenti, fino a quando l'accrescimento dei loro clan li costrinse a cercare una nuova casa.

I tre fratelli allora si imbarcarono in un viaggio in tre differenti direzioni, viaggio che durò diversi giorni, attraversando monti e fiumi, foreste e luoghi selvaggi, non incontrando niente e nessuno se non la natura selvaggia.

La decisione di separarsi per cercare una nuova dimora avvenne sul picco di una montagna: Czech si diresse verso Sud (per fondare la Repubblica Ceca), Rus ad Est (per creare la Russia e l' Ucraina), e Lech oltre la montagna, nelle vaste pianure sotto di essa.
Lech giunse sulla riva di un piccolo lago, dove avvistò una grande aquila che volava sopra la sua testa. L'aquila volteggiò in cerchio per poi atterrare nel suo nido posto su una vecchia quercia, sotto l'occhio attento di Lech.
Quando l'aquila decise di librarsi nuovamente in volo, un raggio di sole colpì le sue ali, rendendole luccicanti come l'oro e donando al corpo dell'uccello un puro colore bianco.

"Quest'aquila bianca sarà il simbolo della mia gente, ed attorno a questa quercia costruirò la mia fortezza, e dato che c'è un nido d'acquila la chiamerò Gniezno ("nido d'aquila")".

Lech e la sua gente iniziarono quindi a costruire case e stalle, definendo loro stessi Poloni, che significa "gente dei campi". Costruirono uno stendardo con un'aquila bianca su campo rosso, ponendolo al centro della città di Gniezno, che divenne la prima storica capitale della Polonia.

Ma le leggende sono leggende.
Infatti tutti gli studenti sentito che nel castello di Wawel è nascosta una delle sette pietre distribuite sulla terra da Shiva si sono subito appoggiati alla parete per assorbire l'energia del chakra lì sotto nascosto


Per la serie:cinque anni di scientifico buttati a mare



lunedì 4 ottobre 2010

Wieliczka



Scendi nel cuore della terra
Cammini su pavimenti di salgemma
Legno fossilizzato dal sale

Pareti salate trasudano

Un'enorme stalla sotterranea

Cappucci a punta e schiene curve
Acqua raccolta e portata in superficie

Sale eroso e portato in superficie

Statue traslucide scolpite come nel marmo
e una leggenda leggera leggera come una danza nell'aria immota


La principessa Kinga, figlia del re d’Ungheria, divenne moglie del principe di Cracovia.
Sapeva che la popolazione non aveva a disposizione un bene preziosissimo: il sale.

Ella si fece dare in dote dal padre un pozzo di sale per averne da regalare ai sudditi.

Prima di partire gettò nel pozzo il suo anello di fidanzamento proprio per sancire solennemente la promessa.
Mentre si avvicinava a Cracovia, ubbidendo ad un’intuizione divina, Kinga diede ordine di scavare un pozzo proprio a Wieliczka: si imbatterono immediatamente nel sale e nel primo cristallo estratto fu rinvenuto l’anello.

Da allora Kinga, la “Signora del Sale”, è la patrona dei minatori polacchi e a lei è dedicata la sala principale della miniera, dalle dimensioni impressionanti: alta 12 metri, lunga 55 e larga 18. Le pareti sono decorate da altari, bassorilievi e cappelle interamente ricavate nel sale.