martedì 5 ottobre 2010

La fuga


Ospiti nell'oratorio dei Salesiani di Poznan
Di mattina, prima che i colleghi polacchi vengano a recuperarci scendiamo nella cucina per prepararci la colazione
Una signora tra i cinquanta e i sessant'anni, minuta, vestita di nero, traffica per la cucina o stira.
In una grande pentola ha messo a bollire il collo di due galline, sbuccia una barbabietola e l'aggiunge.
Il brodo diventa rosso scuro e allontano l'idea che possa essere una delle tante bevande che ci sono state offerte
La signora sorride e sa parlare solo il polacco
Per me è lo stesso
Perchè quando si parla inglese se sto molto attenta riesco a capire quanto si dice, ma devo stare troppo attenta
La mente in genere stacca e se ne va inseguendo i suoi pensieri.
Decido: voglio regalare dei fiori alla signora


Ore otto: sono pronta. La colazione è fissata per le otto e trenta, la partenza per le nove e trenta, perchè il mio compagno di viaggio impiega almeno 45 minuti, tre tazze (una per il the, una per la bustina usata del the, una per il latte con i cereali e bontà sua si adatta a bere il caffè nella tazza già usata per il the), due piattini, coltello, forchetta e tre cucchiaini (uno per il latte, uno per il the e uno per lo yogurt)
Io impiegherei due minuti circa se non ne fossero necessari dieci perchè la caffettiera abbia pronto il caffè.
Quindi c'è tempo.
Esco
Senza ombrello, nonostante la pioggia perchè il mio ombrellino portatile non ripara e massacra le dita
Mi protegge meglio l'impermeabile dall'aerosol di pioggia che proviene da tutte le direzioni.
Vado alla ricerca di un mercatino di fiori in una città fredda, bagnata, addormentata e quasi deserta
Nè una parola di inglese decente, nè tantomeno una polacca
Eppure si comunica benissimo: per il costo dell'erica rossa scelta bastano le dita
Ritorno pensando che ho con me solo telefono e zloti
Mi capitasse di essere investita, non ho nemmeno il passaporto.
E se non tornassi?
Quanto potrei sopravvivere in terra straniera, terra straniera gelata in aggiunta?
Soliti pensieri inutili
Arrivo all'oratorio con soli quindici minuti di ritardo per la colazione e nessuno si è accorto della mia fuga

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