mercoledì 4 gennaio 2012

Ulisse

Trieste
Ho attraversata tutta la città.
Poi ho salita un'erta,
popolosa in principio, in là deserta,
chiusa da un muricciolo:
un cantuccio in cui solo
siedo; e mi pare che dove esso termina
termini la città.
 
Trieste ha una scontrosa
grazia. Se piace,
è come un ragazzaccio aspro e vorace,
con gli occhi azzurri e mani troppo grandi
per regalare un fiore;
come un amore
con gelosia.
Da quest'erta ogni chiesa, ogni sua via
scopro, se mena all'ingombrata spiaggia,
o alla collina cui, sulla sassosa
cima, una casa, l'ultima, s'aggrappa.
 
Intorno
circola ad ogni cosa
un'aria strana, un'aria tormentosa,
l'aria natia.
La mia città che in ogni parte è viva,
ha il cantuccio a me fatto, alla mia vita
pensosa e schiva.
 
U. Saba
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
I colori della sera
 
Immenso si stende il mare
 
E capisco gli antichi marinai
Come trasportata verso il largo
Alla ricera delle colonne d'Ercole
 
 
Allora guarderai e sarai raggiante, 
il tuo cuore palpiterà e si dilaterà
perché l'abbondanza del mare confluirà a te, 
la ricchezza delle nazioni verrà a te.
Isaia 60

Nessun commento: