lunedì 2 maggio 2011

Cigni

Manca poco a mezzogiorno.
Pedalo lentamente costeggiando il Cavetta, il canale che collega Sile e Piave

L'azzurro del cielo, l'azzurro
dell'acqua
Il tepore del primo maggio, la pace della campagna


Osservo i pali nuovi conficcati sulle due rive, si sente l'odore del legno a
ppena tagliato


Regale nel mezzo del canale avanza un cigno solitario


Si fende l'acqua al suo passaggio, onde divergenti la sua scia.

Mi fermo.
L'immagine è così bella da meritare il ricordo

Appena accosto mi vede.

Con mio disappunto abbandona il suo tragitto maestoso e viene verso di me Probabilmente uso a ricever cibo dagli umani si avvicina
Sosta sotto la mia postazione, imm
erge con noncuranza il becco nell'acqua, in attesa.


La mia occasione di foto sfumata
Non ne vuol sapere di ripartire e allora riparto io


In un punto la vegetazione riconquista il canale

Mi chiedo perchè lì non sian stati posati i pali che continuano oltre

Passo e capisco

Nel mezzo delle canne c'è un n ido di cigno
Accovacciato, addormentato, un cigno cova

Un vecchio mi osserva, la sua casa è lì di fronte
Mi fermo e chiedo se già sono nati i piccoli

Risponde d'aver visto solo le uova
Chiedo se gli operai hanno interrotto il loro lavoro a salvaguardia del nido
Non sa

Ma io l'avrei chiesto
E allora la risposta me la do' da sola
Certamente hanno interrotto per non disturbare la cova

Il canale è lungo e ci sarà tempo poi per finire il lavoro

Mi piace l'idea di questi uomini che scoprendo un nido non lo distruggono anche se intralcia il loro cammino


Mi piace l'idea che tra le brutture del mondo si possano avere pensieri così delicati

3 commenti:

Anonimo ha detto...

mi piacciono molto i tuoi racconti...

Anna Maria Rossi ha detto...

grazie

Anonimo ha detto...

...aspetto il prossimo..