mercoledì 15 aprile 2009

L'airone nero



Alla ricerca di oasi di pace, sempre in bicicletta a Jesolo, costeggio il Sile fino all'imbocco di via Lio Maggiore, una stradina sterrata che conduce alle valli di Dragojesolo affiancata per cinque chilometri dal Canale Caligo.
Il canale, pieno di anse, a tratti ristagna e poi riprende la corsa, bordato dagli alberi e dai campi.
In lontananza tanti gabbiani, seduti quasi in cerchio, in mezzo al terreno arato se ne stanno fermi. E penso agli "Uccelli" di Hitchcock radunati a preparare l'attacco
Incontro un cigno solitario che galleggia sull'acqua, un gabbiano che sta cercando di inghiottire un pesce enorme, due gallinelle d'acqua che si nascondono immediatamente.
Ma ecco sul bordo del canale un airone nero osserva il mio avvicinamento.
Se ne sta immobile, vicino ad un tronco, il collo un po' arcuato, quasi un elemento del paesaggio.
Il cigolare della mia bicicletta non lo disturba, se mi fermo e il rumore cessa allora piega la testa, si stacca da terra, compie quasi un'inversione a U dispiegando le ali e si solleva.
Ma non si allontana troppo, plana un poco più avanti e di nuovo si pone immobile.
Ricomincio l'avvicinamento, se mi fermo si alza in volo e riatterra e così per sei, sette volte, finchè scocciato abbandona il canale.



Il canale non scorre più tra i campi.
A sinistra e a destra la laguna, con ciuffi che sporgono a segnalare il fondo basso
Ho trovato la calma e il siloenzio che cercavo ma si sta avvicinando la sera e inverto la marcia.
Ritrovo il mio airone nero ma è tardi per giocare ancora a rincorrerlo.
Immobile osserva il mio passaggio.
Poichè non mi fermo, immobile rimane.

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