sabato 25 aprile 2009

25 aprile


Uomo del Mio Tempo

Sei ancora quello della pietra e della fionda; uomo del mio tempo.
Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
-t'ho visto- dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura.
T'ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo.
Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri,
come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
quando il fratello disse all'altro fratello: “Andiamo ai campi!”.
E quell'eco fredda, tenace
è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
salite dalla terra,
dimenticate i padri:

le loro tombe affondano nella cenere,

gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.

Salvatore Quasimodo
Avevo Due Paure

La prima era quella di uccidere
La seconda era quella di morire
Avevo diciassette anni

Poi venne la notte del silenzio

In quel buio si scambiarono le vite

Incollati alle barricate alcuni di noi morivano d’attesa
Incollati alle barricate alcuni di noi vivevano d’attesa

Poi spuntò l’alba

Ed era il 25 Aprile

Giuseppe Colzani

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