venerdì 17 aprile 2009

La morte ambulante

Una decina di mezzi blindati, con una lettiga sulla quale il condannato viene legato prima della iniezione delle sostanze letali.
Una telecamera a documentare l'avvenuta esecuzione, in caso di contestazioni procedurali.
Viaggiano fino alle località più sperdute della Cina portando il boia direttamente al condannato.
Sempre meno colpi di pistola alla testa, con conseguenti schizzi di sangue magari infetto.
Sempre più iniezioni, pulite, sicure e meno traumatiche per il colpevole (forse bisognerebbe chiedere a lui)
L'equipe di medici e infermieri può anche recuperare immediatamente i preziosi organi dei condannati che verranno rivenduti per i trapianti (così si ammortizzano i costi: tra i 37.500 e i 75.000 euro per ogni mezzo)
E quell'autobus che percorre le strade e ti arriva vicino dovrebbe funzionare da deterrente.
Probabilmente non ha funzionato così bene: più di millesettecento esecuzioni documentate nel 2008

Su colpa e castigo

Allora un giudice della città si fece avanti e disse:
Parlaci della Colpa e del Castigo.
E lui rispose dicendo:
È quando il vostro spirito vaga nel vento,
Che soli e incauti commettete una colpa verso gli altri
e quindi verso voi stessi.
E per questa colpa commessa dovrete bussare e, inascoltati,
attendere a lungo alla porta dei beati.

Come l'oceano è la vostra essenza divina;
Per sempre resta incontaminata.
E come nell'etere, in essa si muovono soltanto gli esseri alati.
Come il sole è la vostra essenza divina;
Ignora le gallerie della talpa e non cerca le tane del serpente.
Ma in voi non dimora soltanto l'essenza divina.
Molto è tuttora umano in voi,
e molto in voi non è ancora umano,
Ma un pigmeo informe che cammina addormentato
cercando nelle brume il proprio risveglio.

E ora vorrei parlarvi dell'uomo che è in voi.
Poiché né la vostra essenza divina,
né il pigmeo nelle brume,
ma solo l'uomo conosce la colpa e il castigo.
Spesso vi ho udito dire di chi sbaglia che non è uno di voi,
ma un intruso estraneo al vostro mondo.
Ma io vi dico:
così come il santo e il giusto non possono innalzarsi
al di sopra di quanto vi è di più alto in voi,
Così il malvagio e il debole non possono cadere
più in basso di quanto vi è di più infimo in voi.
E come la singola foglia non ingiallisce
senza che la pianta tutta ne sia complice muta,
Così il malvagio non potrà nuocere
senza il consenso tacito di voi tutti.

Insieme avanzate,
come in processione,
verso la vostra essenza divina.
Voi siete la via e i viandanti.
E quando uno di voi cade,
cade per quelli che lo seguono
giacché li mette in guardia contro l'ostacolo.
Ma cade anche per quelli che lo precedono i quali,
benché più celeri e sicuri nel loro passo non rimossero l'ostacolo.

E vi dirò inoltre, nonostante la mia parola vi pesi sul cuore:
L'assassinato è responsabile del proprio assassinio,
E il derubato non è senza colpa del furto subito.
Il giusto non è innocente delle azioni del malvagio.
E chi ha le mani pulite non è immune dalle imprese dell'empio.
Sì, il colpevole è spesso vittima di chi ha offeso.
E ancora più spesso
il condannato regge il fardello di chi è senza biasimo e colpa.
Voi non potete separare il giusto dall'ingiusto, il buono dal cattivo,
Poiché stanno uniti al cospetto del sole
come insieme sono tessuti il filo bianco e il filo nero.
E se il filo nero si spezza,
il tessitore rivedrà da cima a fondo tela e telaio.

Se qualcuno di voi volesse portare in giudizio una moglie infedele,
Soppesi anche il cuore del marito e ne misuri l'anima.
E chi volesse frustare l'offensore scruti nello spirito dell'offeso.
E se qualcuno di voi, in nome della giustizia,
volesse punire con la scure l'albero guasto, ne esamini le radici.
E scoprirà radici del bene e del male, feconde e sterili,
tutte insieme intrecciate nel cuore silenzioso della terra.

E voi, giudici, che pretendete essere giusti,
Che giudizio pronunciate su chi,
benché onesto nella carne, in spirito è ladro?
Che pena infliggere a chi uccide nella carne,
ma in spirito è lui stesso ucciso?
E come perseguite chi nei fatti inganna e opprime,
Ma è lui stesso afflitto e oltraggiato?
E come punite quelli il cui rimorso è più grande del loro misfatto?
Il rimorso non è forse la giustizia retta da quella vera legge
che servireste di buon grado?

Ma non potete imporre il rimorso all'innocente,
né strapparlo dal cuore del colpevole.
Inaspettato, esso chiamerà nella notte
affinché l'uomo si svegli e scruti dentro di sé.
E come potrete capire la giustizia,
se non esaminate ogni fatto in piena luce?
Solo così saprete che il caduto e l'eretto sono un solo uomo che sta nel crepuscolo,
sospeso tra la notte della sua essenza non ancora umana
e il giorno della sua essenza divina.
La pietra angolare del tempio non è più alta
della pietra più bassa delle sue fondamenta.

Kahlil Gibran

Nessun commento: