mercoledì 29 febbraio 2012

Preghiera

Nel mettere ordine mi capita tra le mani il tema dell'ultimo incontro che i miei figli hanno seguito con la guida di Don Alessandro.

La meditazione parte dall'immagine di un'opera di Lawrence Carroll
Una rapida ricerca per documentarmi sull'artista.
Le sue opere non mi picciono molto






Mi sembra molto bello invece quello che il Don ha scritto
Lo trascrivo.

Un deserto metropolitano, un telo scheggiato dalle fatiche della vita e due scarpe. Che bisogna imparare a guardare, questa è preghiera. Che la croce non è la fuga dalla realtà, nemmeno la fede lo è, e due scarpe che puntano il basso dicono che c'è bisogno di incarnazione.
Bisogna imparare a guardare. Guardarsi intorno. Guardarsi dento. Guardare anche le scarpe, o la preghiera mi fa cambiare il mio modo di guardare persino le scarpe o non è preghiera ma esercizio di accudimento personale, intellettuale, inutile.
Pregare stasera davanti a una croce fatta di scarpe per interrogarsi sui piedi e sui cammini, sulle strade da percorrere e su quelle da lasciare. Pregare per guardare la vita e per vederla cambiare.
Pregare non è sospendere il presente per viaggiare all'indietro di duemila anni ma capacità di entrare in un tempo, questo, il mio, che da un evento di duemila anni fa ne è illuminato.
Scarpe e croci di clandestini lasciati morire in fondo al mare delle mie vacanze, scarpe e croci di ragazzi e adolescenti che ho incontrato e se ne sono andati chissà per quali strade e con quali scarpe. Scarpe di croci quelle delle coppie in crisi, dei preti in crisi, della politica in crisi, scarpe da crisi: non nuove, recuperate.
Pregare stasera una croce perchè io non possa mai più guardare le scarpe altrui e credere che non è affar mio pensare dove stiano portando il mio fratello.
Guardare scarpe usate, consumate, usurate e scrollarsi di dosso la tentazione di cambiar continuamente modello.
Pregare per chiedere la grazia di infilarmi le mie scarpe e le mie croci, e lasciarmi portare dove la Verità vuole: nel deserto. Per poi uscire e scoprire possibilità di vita tra i villaggi affollati del mio presente.

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