venerdì 24 febbraio 2012

Deserto

Sicuramente non è stagione turistica
Probabilmente ha contribuito anche la pioggia quasi continua e a volte sferzante
Quel che più colpisce della mia trasferta in Puglia, da Barletta a Leuca, da Leuca a Manduria, da Manduria a Gravina e da Gravina a Bari, per un totale di milleduecento chilometri percorsi in poco più di tre giornate, è il silenzio del deserto incontrato.
Silenzio interrotto dal brontolio del mare, dal fiato del vento, dallo scroscio della pioggia.
Attraverso paesi costieri che sembrano villaggi abbandonati. Solo qua e là capita di vedere un'automobile, operai che sistemano le abitazioni estive.
Osservo il paesaggio circostante: una distesa di pietre bianche, qualche ciuffo d'erba, pochissimi gli alberi.
Penso a quanto sia difficile per i clandestini che regolarmente approdano trovare un nascondiglio, a quanto sia facile individuarli dall'alto sulla pianura di Otranto così spoglia


Piazze completamente vuote e non importa che siano la piazza davanti al santuario di S. Maria di Leuca in pieno giorno o la piazza della Cattedrale a Lecce verso sera.


Vuoti i sotterranei del castello di Barletta
Abituata al frastuono settentrionale sembra di trovarsi in un'atmosfera sospesa.
Trasportata da una capsula del tempo trovo il silenzio del dolmen più antico d'Italia, le buche scavate nella roccia dell'insediamento di Gravina, i bassi muretti che delimitano la cittadella che sovrasta Canne.
Guardo la distesa e sembra di vedere Cartaginesi e Romani massacrarsi inutilmente
Mi chiedo perchè ciascuno non se ne sia stato a casa propria, perchè venire a morire lì davanti
Nessuna risposta.
















Le gazze mi guardano passare, i falchetti e altri rapaci più grandi non meglio identificati si staccano dai pali si ti fermi per fotografarli , si lasciano trascinare in alto dal vento.
Rilievi sventrati, cave aperte, massi ovunque.
Gironzolo per Castel del Monte: sale completamente spoglie, nessun visitatore.
All'uscita uno dei numerosi cani randagi si avvicina. Divora ancora sollevato da terra nel balzo il frammento di cibo che ho lanciato. Ne accorrono altri, nessuno ha l'aspetto minaccioso
Decide e decine di piante di ulivo su terreni fertili o con le radici infilate nei sassi colorano di un verde un po' cupo l'orizzonte
Fondali incrostati nel silenzio delle saline






Ti circonda il nulla eppure questa visita di febbraio ha una ricchezza che straripa

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