giovedì 3 febbraio 2011

Tagore II



Donami il supremo coraggio dell'Amore, questa è la mia preghiera, coraggio di parlare, di agire, di soffrire, di lasciare tutte le cose,
o di essere lasciato solo.

Temperami con incarichi rischiosi, onorami con il dolore, e aiutami ad alzarmi ogni volta che cadrò.

Dammi la suprema certezza nell'amore, e dell'amore, questa è la mia preghiera, la certezza che appartiene alla vita nella morte, alla vittoria nella sconfitta, alla potenza nascosta nella più fragile bellezza, a quella dignità nel dolore, che accetta l'offesa, ma disdegna di ripagarla con l'offesa.

Dammi la forza di amare
sempre
e ad ogni costo.

Se mai, per caso,

rivolgi a me il pensiero,

immagina che io scriva un canto quando la sera

piovosa diffonde ombra sul fiume, trascinando lenta

la sua luce offuscata,

quando lo spazio del

giorno è troppo breve per

il lavoro e l’ozio.

Sarai sola e seduta nella terrazza a oriente,

io canterò dalla stanza

semibuia. L’umido

profumo delle foglie

entrerà dalle finestre

avvicinandosi il

crepuscolo, mentre il vento urlerà la sua ira nel

boschetto dei cocchi.

Quando nella stanza sarà portata la lampada accesa io andrò via.

Tu forse allora ascolterai

la notte, e, anche se io

tacerò, sentirai

la mia canzone.



Dove son già fatte le strade, io smarrisco il cammino.

Nell'oceano immenso, nel cielo azzurro non è traccia di sentiero.

La viottola è nascosta dalle ali degli uccelli, dal fulgor delle stelle, dai fiori delle alterne stagioni.

E io domando al cuore, se il suo sangue porti seco la conoscenza dell'invisibile via.



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