martedì 28 luglio 2009

La fuga


E’ successo anche gli altri anni e ogni volta non si sa se tornerà oppure no.


Appena arriviamo a Jesolo, dopo un viaggio di continui miagolii di protesta, il gatto non gradendo la nuova sistemazione, scappa.


Così tra chi sostiene che tornerà appena avrà bisogno di cibo e chi invece si dice convinto che ormai la fuga è definitiva si arriva quasi alla scommessa.


E ogni mattina, verso le sette, quando ancora non si è alzato nessuno, scendo in giardino per vedere se per caso è tornato, controllo la sua cuccia nel magazzino, sempre vuota, osservo eventuali segni del suo passaggio, sempre assenti e aspetto.

Migrazioni


Capita a volte di osservare le greggi che si spostano da monte a valle o viceversa a seconda della stagione occupando i campi ai lati della strada.


Capita, per fortuna più raramente, che passino vicino al tuo cancello lasciando la devastazione assoluta: siepe distrutta e accesso impraticabile.


Ma solo nei film o nei cartoni avevo visto persone bloccate nel bel mezzo degli animali.


Finchè scendendo da Tribulina, vicino a casa, non ne ho incontrato un gruppo in salita.


Fermata immediatamente l’auto vicino al muro che costeggia la strada, mi sono trovata completamente immersa in pecore e capre.

Con tutto lo spazio lasciato a sinistra dell’automobile, molte sono riuscite appiattendosi contro il muro a superarmi anche a destra, incitate dai pastori affinchè non si incastrassero.

Sentendo il rumore del loro corpo contro la carrozzeria dell’auto ho pensato che in fondo la lana è morbida e grandi danni non ne avrebbe procurati.

Molto più preoccupanti erano invece le corna delle capre e gli zoccoli dei muli.

Però un'esperienza così, capita una volta nella vita


Miracoli


Per più di un mese la mia parrocchia diventa quella dei Santi Liberale e Mauro a Jesolo.
Riprendo un punto dell’omelia di domenica.
Nel Vangelo è descritto l’episodio della moltiplicazione dei pani e dei pesci.
Tra tanti convenuti possibile che nessuno si fosse portato qualcosa da mangiare?
E’ un ragazzo però che mette a disposizione i cinque pani (di orzo, non di farina pregiata, quindi un ragazzo povero) e i due pesci.
Il vero miracolo non è nella moltiplicazione, il vero miracolo è nella condivisione che supera il naturale egoismo.
E sono i giovani con il loro entusiasmo, con la loro generosità, con i loro slanci che salveranno il nostro mondo incancrenito, corroso dalla ricerca del profitto e del tornasconto personale, non solo miope ma completamente cieco nell’osservare il futuro che si sta preparando.

giovedì 23 luglio 2009

I passi che facciamo

Moltiplicazione


Tempo fa erano due.
Ultimamente di più.
Esco in giardino la sera proprio per farne il censimento
Ieri sera sono arrivata al numero massimo, almeno per il momento: ben nove
Nove puntini luminosi di un verde brillante, sparsi qua e là.
Poco mobili, perchè tutte le sere più o meno li ritrovo nello stesso punto.
Ne ho presa una per farla vedere da vicino in casa: lunga un centimetro, un centimetro e mezzo, si è accartocciata come fanno i porcellini di terra per cercare di sfuggire al pericolo.
Il corpo nero bandeggiato di un rosso scuro, l'ultimo pezzo dell'addome luminoso, zampette estremamente mobili sul palmo della mia mano.
"Ma che brutta, pensavo fosse un pallino luminoso", il commento più benevolo
"Le lucciole stanno dove c'è sporco, si capisce che nel giardino c'è sporco, se hanno trovato un ambiente così favorevole da moltiplicarsi"


L'ho riportata in giardino nel punto in cui l'avevo trovata
La sera ritornerò a cercarle perchè a me invece piace vederle luccicare

Verso il terzo millennio

mercoledì 22 luglio 2009

The Tyger



Tyger! Tyger! burning bright
In the forests of the night,
What immortal hand or eye

Could frame thy fearful symmetry?

In what distant deeps or skies
Burnt the fire of thine eyes?
On what wings dare he aspire?
What the hand dare sieze the fire?

And what shoulder, & what art.
Could twist the sinews of thy heart?
And when thy heart began to beat,
What dread hand? & what dread feet?

What the hammer? what the chain?
In what furnace was thy brain?
What the anvil? what dread grasp
Dare its deadly terrors clasp?

When the stars threw down their spears,
And watered heaven with their tears,
Did he smile his work to see?
Did he who made the Lamb make thee?

Tyger! Tyger! burning bright In the forests of the night, What immortal hand or eye Dare frame thy fearful symmetry?

William Blake

Perle


Oggi, di ritorno dal traffico congestionato della città (tutti i lavori di manutenzione, comprese le pulizie dei tombini, nel periodo più tranquillo), ho deciso di comperarmi delle perle.

Una perla si forma quando un corpo estraneo, come un granello di sabbia, si ferma nella cavità palleale di un'ostrica. Esso viene ricoperto da strati successivi di madreperla, allo scopo di difendere i tessuti dell'animale dall'irritazione. Si depositano vari strati di carbonato di calcio che in combinazione con altri minerali, creano la perla

Prezioso dono del mare agli umani, fu la perla ornamento preferito da Polinnia, la Musa addetta agli inni, ai canti e all’eloquenza

Già nei testi orientali dell’VIII secolo a.C. si parla di perle come di cose fantastiche; secondo una leggenda araba le perle altro non sono che gocce di rugiada cadute in mare durante una notte di luna piena e “bevute” dalle ostriche.
Leggenda ripresa da Plinio il quale asserì che le ostriche nel tempo degli amori “si aprono quasi sbadigliassero, si riempiono di rugiada che le feconda e partoriscono poi perle.

Preziosissime da sempre.

L’imperatore Caligola (21-41 dC) donò al suo cavallo una collana di perle; ma affinché la moglie non fosse gelosa, ne regalò una anche a lei spendendo quaranta milioni di sesterzi.

E lo storico Svetonio (70-140 dC) racconta che il generale romano Aulio Vitellio (15-60 dC) riuscì a finanziare un’intera campagna militare vendendo un solo orecchino di perle della madre.

Gli antichi inoltre attribuivano loro moltissime virtù: calmavano l’ira, lenivano i dolori di stomaco, rinsaldavano le amicizie, accendevano la passione perché afrodisiache, rinforzavano le ossa e sbiancavano la pelle; per questo Cleopatra era solita berne un po’ sciolte nell’aceto di vino, costosa usanza seguita da molte nobili dame sino al Settecento.

In generale erano considerate una panacea contro ogni malattia; quando Lorenzo il Magnifico fu in punto di morte, gli diedero da bere una pozione di vino con dentro cinque etti di perle tritate.
Ovviamente non servì a nulla, se non a sprecare un patrimonio e a dargli probabilmente il colpo di grazia.

Nel Medioevo qualcuno iniziò a sparger la voce che “portavan lacrime”, seguendo la leggenda che fossero nate dalle lacrime degli angeli ribelli.

Esiste l'antidoto: basta regalare un soldo, anche un solo centesimo, a chi ti regala le perle ed è annullato l'effetto.

Ho giusto visto delle perle nere che per il momento non ho comperato.

Però ho tanti centesimi pronti.

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giovedì 16 luglio 2009

mercoledì 15 luglio 2009

Salvata


Perchè se ne sta immobile sotto al tavolo in giardino, nonostante il mio arrivo?
Guardo meglio e capisco: davanti ha una lucertola con la coda mozza immobile pur essa.
Mi avvicino e la lucertola si spaventa e accenna un movimento.
Subito balza la belva, la zampa pronta ad afferrare la preda.
Mi interpongo e la lucertola trova rifugio nel foro, parzialmente occluso dal tubo del metano, che conduce al seminterrato.
Rifugio risibile: la zampa si modella al pertugio e in un istante la lucertola è estratta.
L'afferra in bocca onde evitare ulteriori fughe e correndo entra in cucina.
NO, una lucertola morta in casa non è proprio il regalo che voglio.
L'inseguo e già ha appoggiato la lucertola sul pavimento della cucina: appena si muove la fa saltellare da una piastrella all'altra.
Preso uno straccio afferro la lucertola e la libero tra l'erba in giardino: per stavolta ha avuto salva la vita.
Il gatto è così stordito che gira il muso alla ricerca del suo bottino, annusa il pavimento qua e là e non si capacita ancora: come può essere sparita così di colpo?
Mi si avvicina e comincia a miagolare: non è il tono usato quando ha fame o sete, non è il tono usato quando sta male.
E' un miagolare secco, conciso ed energico.
Ma siccome io non so il linguaggio felino, fingo di non capire l'insistente rimprovero e gli rispondo a tono.
Ci vorranno dieci minuti perchè si plachi e dimentichi tutta la faccenda

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sabato 11 luglio 2009

Marinetti

SI', SI', COSI', L'AURORA SUL MARE

3 ombre corrosive contro
l'ALBA

i venti via via lavorando impastando il mare così muscoli e

sangue per l'Aurora

EST luce gialla sghimbescia
Poi
un verde diaccio
slittante
Poi
NORD un rosso strafottente
rumore duro vitreo
Poi un grigio stupefatto
Le nuvole rosee sono delizie lontane
fanfare di carminio scoppi di scarlatto
fievole NO grigio tamtam di azzurro
No Sì

fanfara di carminio scoppi di scarlatto
fievole NO grigio tamtam di azzurro
No Sì
NO


sì sì
SI'
SI'
giallo reboante
Meraviglia dei grigi


Tutte le perle dicono SI'


Ragionamenti persuasivi verdazzurri delle rade adescanti


I lastroni lisci violacei del mare tremano di entusiasmo


Un raggio rimbalza di roccia in roccia


La meraviglia si mette a ridere nelle vene del mare


Rischio di una nuvola blu a perpendicolo sul mio capo



Tutti i prismatismi aguzzi delle onde impazziscono


Calamitazioni di rossi


Una vela accesa
scollina all'orizzonte che trema



ROMBO D'ORO


risucchio di tre ombre in quella rada mangiata dal sole


- bocca denti sanguigni bave lunghe d'oro che beve il mare

e addenta rocce


SI' semplicemente

SI'

elasticamente


pacatamente

COSI'

ancora

ANCORA

ANCORA

MEGLIO COSI'



La pittura futurista già la conoscevo, grazie agli esami di stato anche pagine di poesia (mi spiace per l'impaginazione perchè scritta così la poesia perde molto dello spirito originario, la sistemerò appena possibile)

giovedì 9 luglio 2009

Super pranzo

Oggi, per festeggiare la fine degli esami, mentre i miei orali non sono finiti affatto, la mia casa è stata invasa dalla classe della figlia maturata (!) per un pranzo in grande stile.
Menù
Antipasti:
Bruschette
Croissant con salsa di tonno
Primi:
Tagliatelle di elettroni con zucchine, gamberetti e zafferano
Cous cous con polpettine al cumino e cornetti saltati
Secondi:
Polpettine al cumino
Pollo alle noci
Torta salata
Patate arrosto
Frutta e dolci:
Spiedini di frutta
Gelato con lamponi
Paola's Africanella
Delizia al mars

Pane artigianale alle mandorle
Sangria
Acqua, succhi, the

(per la serie: se non esageriam non siam contenti)
Raccomandazioni del mattino: "Non voglio trovare disordine, voglio tutto pulito, attenzione alle impronte sui mobiletti..."
Chiudo il predicozzo: " C'è del pane fresco, quindi comprane di meno"
Risposta: "Ma noi il pane ce lo cuociamo da soli" (momentanea mia apnea)

Mentre assisto alle interrogazioni, il pensiero va alla mia cucina, anche perchè sono seduta vicino al collega di arte che mostra al candidato "La zattera della medusa" di Géricault e "Guernica" di Picasso.



Troppo ottimista: al mio ritorno la cucina è dieci volte peggio di Guernica.

martedì 7 luglio 2009

Debussy

Da un genere musicale all'altro.

Candidata di stamani: lavoro personale su Debussy

Munita di registratore per farci anche sentire (bene, almeno un po' di svago)


Martiri di Turro


Ricevo l'invito ad assistere all'esibizione del gruppo "Martiri di Turro" a Osio Sotto.
Decido di andare perchè su tre componenti, due sono miei ex alunni e sono cinque anni che non li vedo.
Arrivo a mezz'ora dalla fine, pochissimi gli spettatori, musica molto particolare.
Tra un pezzo e l'altro anche una valutazione politica che fa scattare la reazione rumorosa di mio marito, ma ci sono abituata.
Decido che se dovessi mettermi a suonare sceglierei la batteria.
L'ultima canzone è più melodica, ma è una cover. Il resto tutta produzione propria.
Finito lo spettacolo mi avvicino.
Nonostante il trucco di scena non sono cambiati molto: forse un po' più scavata la fanciulla, praticamente identico il compagno.
Scopro che il loro genere è rock indy, definizione un po' vaga, che la loro prestazione è retribuita con la cena, che l'università procede regolarmente con spunti interessantissimi (Luca partirà a giorni per lo Yemen, dove si fermerà cinque mesi, per la ricerca antropologica di tesi), che hanno realizzato in proprio due cd.
Nel frattempo mio marito arriva con una pizza già suddivisa a fette da distribuire (tentativo di pacificazione?)

sabato 4 luglio 2009

Tra un temporale e un altro

Sta per chiudersi la festa del Pd del mio paese: nonostante il succedersi dei temporali, nonostante ci sia già stata la festa dello sport, la festa degli alpini (e a un certo punto la gente si stanca anche di feste) il piazzale non è mai statoi deserto.
Oltre al servizio ristorante, la pizzeria, la tombola, i balli sono stati organizzati anche dibattiti e approfondimenti.
Ieri sera, in particolare, un centinaio di persone ha seguito gli interventi di Giovanni Sanga e Antonio Misiani, camera dei deputati, Antonio Panzeri, europarlamento, e Maurizio Martina, segretario regionale del partito.
Temi trattati: analisi risultati elettorali, rapporto col diverso anche in riferimento alla legge appena approvata, crisi economica e ripercussioni dirette nella realtà bergamasca, prossimo congresso.
Tutti temi complessi che non possono essere risolti con formule magiche calate dall'alto, che vanno affrontati partendo dai diretti interessati.
E va segnalato che la volontà di raccogliere tutti i punti di vista, la volontà del confronto con la base, prima ancora che se ne discuta nei circoli si manifesta pienamente con queste presenze nelle feste paesane

venerdì 3 luglio 2009

Un anno

Il nostro silenzio indugia alla porta sbarrata all'oblio

perchè vediamo la fiamma anche se non produce ombra



giovedì 2 luglio 2009

Il settimo sigillo

Non guardo tanti film, e questo è un male.
Però nel pomeriggio oggi ho visto "Il settimo sigillo", film del 1957
Si potrebbe commentare "meglio tardi che mai"
E infatti tutti dovrebbero averlo visto

Resta l'atmosfera ovattata, tutti i grigi sfumati, restano gli occhi dell'arsa
Resta un'inquietudine impalpabile e le domande sospese

mercoledì 1 luglio 2009


Continuano monotone le correzioni degli scritti e il mio interesse per gli elaborati di matematica tocca i livelli minimi.
Nelle pause lo sguardo si perde, trova una via di fuga nella finestra aperta dell'aula posta all'ultimo piano del liceo.
Osservo le piante maestose che crescono nel cortile e sullo sfondo il monte.
Qui tutti i pomeriggi piove e il verde intenso dimostra la ricchezza d'acqua.

Salgo per la montagna, tra i boschi verso la vetta. Salgo piano e osservo il paese dall'alto (forse un richiamo alla Nausea di Sartre, perso però nella memoria)

Lo sfondo è solcato dal volo delle rondini: appare per un attimo l'addome bianco e poi un cambio repentino di direzione, quattro battute d'ali e un'ampia planata, lo scatto a inseguire insetti a me invisibili.
Volano in alto, lontano dai nidi che ornano le grondaie, inaccessibili a chi ne farebbe scempio per non aver sporco il selciato.
Vi si raccolgono solo quando sta per scoppiare il temporale perchè i piccoli hanno già spiccato il volo, alla conquista dell'ignoto.

Era partito alla conquista dell'ignoto anche il canarino che ho incrociato stamane

In ritardo, con la domanda inevasa della necessità di trovarci alle 7.45 con tutta la giornata a disposizione, procedo osservando la strada poco trafficata e scorgo un canarino che zampetta, una macchia giallo-arancione.
Il tempo per osservarlo un attimo e un'auto nella direzione opposta sembra solo sfiorarlo.
Non c'è tempo nè possibilità di fare nulla, il mio pensiero non giungerà mai all'altro autista.
Guardo nello specchietto retrovisore e la macchia gialla è ferma sull'asfalto nero.

Nel viaggio di ritorno non trovo più nessuna traccia