giovedì 11 giugno 2009

L'attimo fuggente




Li guardo questi ragazzi di quinta, praticamente sconosciuti

Mi hanno avuto in sorte, e chissà se è stata sorte malvagia, solo nell'ultimo anno di liceo

Catapultata in una classe a imporre ritmi e metodi per loro totalmente inusuali

Hanno raccolto a piene mani insufficienze pesanti e stoici rassegnati sono stati a guardare, forse maledicendomi in cuor loro, forse chiedendosi perchè mai da loro pretendessi la luna, e non come puro riferimento al programma svolto

Già adulti senza averli visti crescere

Eppure anche gli altri anni ho avuto quinte ma avendocele portate dalla prima non mi sembravano tanto grandi

Ancora a fine anno a confondere i loro cognomi, ancora a fine anno incerta sulla volontà e l'impegno, sulle capacità e le difficoltà.

Ma mai, mai ho sentito la classe come un peso, mai ho colto astio nel loro atteggiamento (e a volte, in altre classi è successo), mai ho provato disagio stando tra loro

E così, mentre sembra di essere capitati nell'aula ricreazione di un asilo, mentre mi atteggio a censore della loro euforia, mentre impassibile accetto i loro fiori vorrei che mi ricordassero così come io ricorderò loro.

1 commento:

Paola D. ha detto...

E' un post bellissimo, quasi poetico.Complimenti.