martedì 26 aprile 2011

Ecstasy




Quasi finiti anche gli interventi di educazione alla salute nelle classi seconde. Quest'anno su richiesta di due consigli di classe è stato introdotto un argomento nuovo: l'ecstasy o 3,4-metilenediossimetamfetamina
Nome troppo difficile da memorizzare: e infatti ne è stato scelto uno molto più accattivante ed evocante rapimenti mistici

Una semplice compressa bianca?
Troppo banale: e infatti ci si è sbizzarriti con la fantasia per richiamare alla mente innocui dolcetti infantili


Descrivere ai ragazzi gli effetti a lungo termine associati all'uso della sostanza (neurodegenerazione con distruzione delle terminazioni assonali, anomalie neuropsichiatriche acute e croniche) o gli effetti indesiderati che a volte si manifestano (nausea, brividi, offuscamento della vista, ipertensione con rottura di vasi e conseguente emorragia, svenimento, convulsioni, morte per arresto cardiaco) può servire ad allontanerne anche uno solo dal richiamo delle nuove sirene?
Non credo.
Perchè se è vero che è importante informare è molto più vero che ciò non basta


Faccio mie le parole di Vincenzo Andraous:


"Le droghe hanno sempre avuto facile accesso, ricordo bene ai miei tempi la droga protestataria, contestataria, la droga nelle vene difficili da trovare, le mani sporche, le ginocchia piegate, nei vicoli, nei sottopassi, nelle strade, un movimento claudicante, palese caducità della carne e della mente in disfacimento.
Nella vita di un ragazzo il gruppo ha una grande importanza, è della sua struttura, delle sue regole, nelle sue dinamiche, dagli strumenti usati che possono e debbono fuoriuscire personalità formate, mature, rispettose di se stessi e degli altri.
Ma qualcosa interferisce, fa resistenza, una legge non scritta, un codice morale contrapposto e antitetico alla realtà sociale, fa sì che il plotone spinga e obblighi a conformarsi, a testuggine, dentro un quadrato poco propenso alla mediazione. La fascinazione del proibito, la roba e la violenza, mischiano le carte disposte sul tavolo, l'identità declinata sui documenti cambia forma, cresce la metamorfosi sociologica, l'uso che si fa della droga, compatibilmente con la necessità di non risultare precario anche sul banco di scuola, sul posto di lavoro, in famiglia, all'oratorio, quando non si regge il rimprovero nè la punizione, ma si vuol essere ascoltati da qualcuno che non fa il maestro e si prende cura delle proprie ferite ancora aperte.
Forse occorre uno sforzo serio di riflessione per indagare il bisogno di un ragazzo di fare il pieno di droga, a partire dal fatto che l'uso ed abuso è incredibilmente vasto, non lo si mette più in pratica nei vicoli bui, ma sdraiati sui muretti, nei loft, nei servizi dei luoghi di lavoro e delle discoteche.
Perchè mio figlio si droga?
Forse perchè non sappiamo fare tesoro del suo frastuono, non riusciamo a dare coraggio al bene che diciamo di volergli, allora occorre rispettare di più quato amore, anche quando nostro figlio non arretra, non avanza, non parla, non chiede aiuto, ma proprio dove non sono presenti i genitori, gli adulti, gli educatori, aumenta la loro vulnerabilità e fragilità."

Nessun commento: