martedì 9 febbraio 2010

Congelamenti


Questa settimana presenta un fitto calendario di attività integrative: ore dedicate all'educazione alla salute, approfondimento relativo alle acque minerali, visita agli ospedali riuniti e stamane visita guidata al museo di scienze naturali con tema l'evoluzione.

Salgo verso città alta con la classe al seguito, lamentosa per l'andatura leggermente sostenuta (ma se riesco io a tenere quel passo perchè mai dovrebbero aver difficoltà loro?)

Qualche sporadico fiocco di neve volteggiando mi fa ricordare che non ho portato l'ombrello, ma ho fiducia nel freddo intenso

Mai fiducia fu così malvagiamente corrisposta

Le sale del museo non sono per nulla riscaldate e tutto il tepore accumulato nella marcia verso la meta nel giro di poco già era completamente disperso

Guanti e sciarpa decisamente insufficienti

Mi avvicino ai distributori di bibite e merendine perchè magari dai loro motori esce un po' di calore.

Nulla da fare

E per un'ora e mezza staziono nella ghiacciaia

Usciamo e fuori sembra faccia ancor più freddo di prima

Scendo veloce, classe sempre più sparpagliata, ma le mani cominciano a fare un male terribile.

Sfilo il guanto della destra e inorridisco: le dita sono diventate di un giallino cadaverico fino alla seconda articolazione, non si piegano più e sono rigide come pezzi di marmo

Nemmeno le pochissime volte che sono andata in montagna sulla neve era successa una cosa del genere

Dolore sempre più intenso, giallino in estensione

Fortunatamente arriviamo a scuola e molto lentamente con le mani appiccicate al calorifero e con gli esercizi suggeriti dalla collega di educazione fisica, l'altra accompagnatrice, il sangue ritorna a fluire.

Per questa volta le dita sono salve

Mi preoccupa comunque la faccenda considerato che, come tutti giorni, con la colazione mi ero presa la mia bella dose di vasodilatatore

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