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Le parole che dico non han più forma nè accento 
si trasformano i suoni in un sordo lamento 
Mentre fra gli altri nudi io striscio verso un fuoco 
che illumina i fantasmi di questo osceno giuoco. 
Come potrò 
dire a mia madre che ho paura ? 
Chi mi riparlerà di domani luminosi 
dove i muti canteranno e taceranno i noiosi 
Quando riascolterò il vento tra le foglie 
sussurrare i silenzi che la sera raccoglie 
Io che non vedo più che folletti di vetro 
che mi spiano davanti che mi ridono dietro 
Come potrò 
dire a mia madre che ho paura ? 
Perchè non hanno fatto delle grandi pattumiere 
per i giorni già usati per queste ed altre sere ? 
E chi, chi sarà mai il buttafuori del sole 
chi lo spinge ogni giorno sulla scena alle prime ore ? 
....
Quando scadrà l'affitto di questo corpo idiota 
allora avrò il mio premio come una buona nota 
Mi citeran di monito a chi crede sia bello 
giocherellare a palla con il proprio cervello 
Cercando di lanciarlo oltre il confine stabilito 
che qualcuno ha tracciato ai bordi dell'infinito 
Come potrò 
dire a mia made che ho paura ? 
Tu che mi ascolti insegnami un alfabeto che sia 
differente da quello della mia vigliaccheria
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