lunedì 4 luglio 2011

Trieste


Arriviamo dal'alto
Una stradina tortuosa, glicini appena fioriti
Non ci ha fermato il divieto di accesso
"Procedete, son cartelli dimenticati dopo i lavori di asfaltatura"
Non si fermano le altre auto, non si ferma l'autobus
Scendiamo verso il faro
Enorme in lontananza la Favolosa
Da sotto risaliamo da stradine impossibili da percorrere in bicicletta, in entrambi i sensi
Su fino alla Sissa e oltre, verso Opicina, verso la Slovenia
Incrociamo un tram che arranca, una bicicletta caricata sulla "prua"
Altre stradine, scalette, vicoli
La ricerca di un parcheggio
Come sottofondo il racconto di un bimestre: il quadro linguistico, sociale, economico, politico di una città di frontiera e i suoi estremismi
"Ben il 12% di voti alla destra"
"Arditi e audaci" la scritta nera campeggia su un muro
Un motto della destra?
"No, è il commento adatto per chi si inerpica in auto per queste strade"
In apprensione ringraziando in cuor mio di non essere l'autista
Da S. Giusto al molo
Un molo che brulica e il sole al tramonto
Gigantesca la nave bianca aspetta il suo varo
La guardo dal sotto, immagino la scena di un incontro al largo con una barca



Sul palco lì vicino le ultime prove dello spettacolo di gala, i ballerini che oscillano avanti e indietro



I bambini attirati dalla massa ormegiata di palloni bianchi pronti a spiccare il volo
Riuscirebbero a fermarmi tutti i rappresentanti delle forze dell'ordine lì presenti?
Presi alla sprovvista forse no
Così afferrati i palloni me ne andrei verso il cielo
(mio figlio poi ha riferito che effettivamente sono stati usati per far danzare in cielo una ballerina trattenuta a terra da una corda...pavido l'uso della corda o sconsideratezza i pensieri miei)





L'aria è fredda, la festa coi botti comincerà solo a mezzanotte
Scorre la costiera ormai deserta



Nel buio si vede solo la nave brillare di luci e diventare sempre più piccola

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